residenza italiana all\'estero, conviene da un punto di vista fiscale? Thread poster: costanza_p
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Vorrei sapere se qualcuno puo\' darmi qualche delucidazione sulla mia posizione fiscale. Sono ufficialmente residente in Italia, ma vivo negli Stati Uniti, dove pero\' non sono ancora in possesso di permesso di lavoro. Nell\'attesa, ho iniziato l\'attivita\' di traduttrice per alcune agenzie italiane (sfruttando al massimo le risorse del tele-lavoro!). Essendo un\'attivita\' occasionale, non sono in possesso di p.IVA ed emetto normale ricevuta soggetta al 20% di ritenuta d\'acconto. Or... See more Vorrei sapere se qualcuno puo\' darmi qualche delucidazione sulla mia posizione fiscale. Sono ufficialmente residente in Italia, ma vivo negli Stati Uniti, dove pero\' non sono ancora in possesso di permesso di lavoro. Nell\'attesa, ho iniziato l\'attivita\' di traduttrice per alcune agenzie italiane (sfruttando al massimo le risorse del tele-lavoro!). Essendo un\'attivita\' occasionale, non sono in possesso di p.IVA ed emetto normale ricevuta soggetta al 20% di ritenuta d\'acconto. Ora sto valutando l\'eventualita\' di iscrivermi all\'Associazione Italiani Residenti all\'Estero e mi chiedevo se qualcuno, magari in una situazione simile, sa se la cosa potrebbe risultare in qualche modo conveniente dal punto di vista fiscale...per intenderci, sarei sempre soggetta al 20% di ritenuta?
Grazie mille in anticipo.
Ciao, Costanza ▲ Collapse | | |
Ciao,
non ti posso rispondere in dettaglio sugli USA (a parte il ricordo personale che con un visto di studio universitario - M10?? ...non ho il passaporto a portata di mano, scusa, non ricordo bene - si esclude la possibilità di lavorare negli USA contemporaneamente, pena l\'espulsione), ma proporre la mia esperienza di residente estera (Austria) a tutti gli effetti dal 1987. Secondo la legge italiana, qualsiasi cittadino residente all\'estero ha l\'obbligo di recarsi in c... See more Ciao,
non ti posso rispondere in dettaglio sugli USA (a parte il ricordo personale che con un visto di studio universitario - M10?? ...non ho il passaporto a portata di mano, scusa, non ricordo bene - si esclude la possibilità di lavorare negli USA contemporaneamente, pena l\'espulsione), ma proporre la mia esperienza di residente estera (Austria) a tutti gli effetti dal 1987. Secondo la legge italiana, qualsiasi cittadino residente all\'estero ha l\'obbligo di recarsi in consolato e iscriversi all\'A.I.R.E., vale a dire all\'Associazione Italiana Residenti Esteri. La pratica è poi che gli studenti all\'estero in genere non lo fanno, soprattutto se intendono tornare in Italia. Il vantaggio di essere registrata come residente estera è per esempio di non essere sottoposta alla tassazione italiana (ma ovviamente del Paese in cui si è residenti e si lavora). Non so come sia la situazione negli USA, ma in Europa (Paesi non UE) non si può ottenere un permesso di soggiorno se non si ha quello di lavoro e viceversa (lo so, tiritera burocratica che causava notevoli mal di testa al tempo in cui l\'UE era un sogno). Ora come ora non ha molta importanza (in fin dei conti e senza fare considerazioni legali) dove si sta, ha importanza dove si ha il domicilio fiscale al fine del pagamento delle imposte. Non mi sembra che il sistema italiano sia più \"vantaggioso\" rispetto a quello americano che ha fama di pesare meno sulle tasche dei contribuenti. Una volta residente a tutti gli effetti in un Paese estero, si sottostà alle leggi locali in materia fiscale, indipendentemente da quelle del Paese dell\'agenzia/cliente per il quale si fa una traduzione: ti faccio un esempio, in Austria fino a öS 89.000/anno si emettono note onorarie esenti I.V.A. e non si è costretti a versare un\'enormità (a mio parere) per la previdenza sociale, ma non si può neanche ovviamente scaricare l\'I.V.A. per acquisti fatti per lavoro; in Italia vi è un altro tetto, così come in ogni altro Paese esistono regole diverse.
Per esperienza personale, a parte il fatto dell\'obbligo di legge, è sempre meglio essere iscritti all\'A.I.R.E., anche per praticità: per rinnovare il passaporto, per qualsiasi documento il consolato funge da \"anagrafe e comune\" per i residenti esteri, se si hanno somme depositate in un conto italiano non si paga la ritenuta del 12,5% (ovviamente facendo una trafila con un modulo che ben poche banche hanno a portata di mano, ma che bisogna richiedere extra e che deve essere in varie lingue, che poi deve essere vidimato nel Paese di residenza con la nota che colà si pagano le imposte...ahhhhh!). Non solo, vi sono altre questioni pratiche come l\'assistenza sanitaria, la semplicità di raggiungere il proprio commercialista.....
Giuliana [addsig] ▲ Collapse | | | D'accordo con Giuliana | Jan 19, 2002 |
Anche io sono iscritta all\'Anagrafe Italiani Residenti all\'Estero (ma sono anche cittadina canadese) che e\' importante per evitare la doppia tassazione (ogni paese ha accordi specifici in questo campo). Certo il telelavoro sfugge alle regole sul permesso di lavoro del paese in cui risiedi, ma lo stesso un po\' di prudenza non guasta.
auguri
paola l m
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