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Le recenti cantonate nelle traduzioni cinematografiche
Thread poster: Gaetano Silvestri Campagnano
Gaetano Silvestri Campagnano
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Jul 18, 2013

Molto probabilmente sono state già aperte, in passato, delle discussioni di questo tipo.

Ora, però, considerando anche il fatto che non ne comparivano da diverso tempo, vorrei aprirne una nuova, tutta dedicata agli strafalcioni più eclatanti che si possono riscontrare nelle traduzioni dei dialoghi degli attuali film stranieri.

Sarei perciò anche molto grato alle colleghe e colleghi che potessero arricchire ulteriormente la discussione con altre "perle", che avranno
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Molto probabilmente sono state già aperte, in passato, delle discussioni di questo tipo.

Ora, però, considerando anche il fatto che non ne comparivano da diverso tempo, vorrei aprirne una nuova, tutta dedicata agli strafalcioni più eclatanti che si possono riscontrare nelle traduzioni dei dialoghi degli attuali film stranieri.

Sarei perciò anche molto grato alle colleghe e colleghi che potessero arricchire ulteriormente la discussione con altre "perle", che avranno probabilmente individuato in altri film da loro visti di recente.

Apro il filone con una "chicca" che ho notato pochi giorni fa ne "L'uomo d'acciaio", lo spettacolare "remake" (o forse, come è stato meglio definito, "reboot") di Superman, diretto da Zack Snyder. Si tratta del momento in cui Kal (cioè Superman, interpretato da Henry Cavill), si consegna spontaneamente al malvagio generale Zod (Michael Shannon), entrando a bordo dell'astronave di quest'ultimo. Zod, allora, a un certo punto, commentando sarcasticamente la situazione, dice che quello non sarebbe certo da considerare un momento triste, ma, se mai, un'occasione per "celebrare"…

Qui, l'uso del verbo come intransitivo farebbe pensare a chissà quale solenne rituale o cerimonia di culto, mentre, in realtà, non si sta "celebrando" alcunché in questo senso. Senza dubbio, si tratta invece di nient'altro che una goffa traduzione letterale del verbo inglese "celebrate", che in questo caso bastava rendere semplicemente con "festeggiare".

Attendo ora le eventuali segnalazioni delle colleghe e colleghi su altri casi, magari ancora più clamorosi di quello citato.

Grazie a tutte/i ed a presto

Gaetano


[Modificato alle 2013-07-18 11:49 GMT]
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Giovanna Alessandra Meloni
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post interessante Jul 18, 2013

per un'appassionata di cinema come me

Così su due piedi non mi viene in mente niente, però mi capita di sentire frasi che non "mi tornano tanto" in italiano, e poi, riflettendo, capisco che è una pessima traduzione della lingua originale. Dovrei segnarle...


 
Alessandra Maugeri
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è datata, ma non si batte Jul 19, 2013

"2010 L'anno del contatto" (1984)

Posto che andare a fare un sequel di "2001 Odissea nello spazio" è già di per sé un'operazione opinabile, in più mi traduci silicon chip con piastrina di silicone....
ma allora te le cerchi!


 
Gaetano Silvestri Campagnano
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Strafalcioni "scientifico-tecnologici" nella fantascienza Jul 19, 2013

Ciao Alessandra,

Sono pienamente d'accordo con te che "2001: Odissea nello spazio" sia una vera pietra miliare nella storia del cinema, e che lo stesso fatto di realizzarne un "sequel" rappresenti come minimo un atto irriverente verso l'inarrivabile capolavoro di Kubrick, almeno in teoria. Dico però "in teoria" perché, riguardando "2010: l'anno del contatto" qualche anno fa, ammetto di aver avuto un'impressione molto migliore della prima. E, sia pure prescindendo da
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Ciao Alessandra,

Sono pienamente d'accordo con te che "2001: Odissea nello spazio" sia una vera pietra miliare nella storia del cinema, e che lo stesso fatto di realizzarne un "sequel" rappresenti come minimo un atto irriverente verso l'inarrivabile capolavoro di Kubrick, almeno in teoria. Dico però "in teoria" perché, riguardando "2010: l'anno del contatto" qualche anno fa, ammetto di aver avuto un'impressione molto migliore della prima. E, sia pure prescindendo da ogni paragone con "2001: Odissea nello spazio", il film di Peter Hyams mi è sembrato davvero di tutto rispetto. Senza contare, poi, l'importante messaggio di fondo (purtroppo sempre attuale), che si riassume nell'appello finale, inviato dai misteriosi "alieni" all'umanità, affinché inizi a vivere in pace.

Riguardo invece allo "sfondone" di traduzione che hai citato per questo film, ti confesso che mi ha molto sorpreso, perché, ti sembrerà strano, ma non l'avevo notato in nessuna delle due occasioni in cui ho finora visto il film. Se non chiedo troppo, ricorderesti per caso il momento del film in cui viene utilizzato questo termine?

Ad ogni modo, la traduzione di "silicon" con "silicone" è uno dei più classici "strafalcioni scientifico-tecnologici" che troviamo molto spesso nei film e nelle fiction di fantascienza. Un altro, sia pure non altrettanto diffuso, è "nitrogeno" per "nitrogen" al posto di "azoto", che pure ho sentito, con notevole sbalordimento, in alcune serie televisive, sempre di fantascienza.

Ciao a tutte/i,

Gaetano


[Modificato alle 2013-07-19 10:57 GMT]
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Alessandra Maugeri
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purtroppo no... Jul 19, 2013

Ciao Gaetano,

quel film lo vidi al cinema quando uscì, e l'unica cosa che mi rimase impressa fu proprio quell'errore... nel senso che del film non ricordo nient'altro se non il fatto che ci recitava lo stesso attore de "Lo squalo", quindi non saprei dirti in che punto lo dicono... chissà, è possibile pure che l'abbiano ritradotto correggendo la topica...

Certo, spesso se ne sentono anche nelle serie televisive (alcune traduzioni però, va detto, sono impeccabili, pe
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Ciao Gaetano,

quel film lo vidi al cinema quando uscì, e l'unica cosa che mi rimase impressa fu proprio quell'errore... nel senso che del film non ricordo nient'altro se non il fatto che ci recitava lo stesso attore de "Lo squalo", quindi non saprei dirti in che punto lo dicono... chissà, è possibile pure che l'abbiano ritradotto correggendo la topica...

Certo, spesso se ne sentono anche nelle serie televisive (alcune traduzioni però, va detto, sono impeccabili, penso a "E.R." per esempio).
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Andrea Russo
Andrea Russo
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Serie TV Jul 19, 2013

Alessandra Maugeri wrote:

Certo, spesso se ne sentono anche nelle serie televisive (alcune traduzioni però, va detto, sono impeccabili, penso a "E.R." per esempio).


Le serie TV ambientate in un ospedale son sempre pericolose, un po' perché già nell'originale si trovano errori tecnici, un po' perché nel passaggio dall'inglese all'italiano si rischia di fare errori grossolani, vista la difficoltà a districarsi in argomenti complessi.

A proposito di ER, nelle poche puntate che ho visto m'è capitato piú volte di sentire "medici" pronunciare /emato'crito/ invece di /ema'tocrito/.


 
Massimo Rippa
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... Jul 19, 2013

Mah,
mi sembra un po' come sparare sulla croce rossa, specie se i film in questione sono blockbuster destinati a essere dimenticati dopo alcuni mesi dall'uscita. Tuttavia anche film di spessore diverso, come Unglorious Bastards di Tarantino sono stati rovinati da adattamenti inadeguati.

Invece, mi preme sottolieare un leggendario caso di adattamento cinematografico italiano che
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Mah,
mi sembra un po' come sparare sulla croce rossa, specie se i film in questione sono blockbuster destinati a essere dimenticati dopo alcuni mesi dall'uscita. Tuttavia anche film di spessore diverso, come Unglorious Bastards di Tarantino sono stati rovinati da adattamenti inadeguati.

Invece, mi preme sottolieare un leggendario caso di adattamento cinematografico italiano che rasenta la perfezione: http://doppiaggiitalioti.wordpress.com/2012/01/09/si-puo-fare-frankenstein-junior/
e le battute rese in italiano dell'adattamento di Frankenstein Junior elencate nella pagina sopra non sono nemmeno le più spettacolari.

Altro adattamento complesso riportato dallo stesso sito (che può essere un utile punto di partenza per gli appassionati del settore): http://doppiaggiitalioti.wordpress.com/2011/06/12/arancia-meccanica-fior-fiore-del-doppiaggio/

Per capire quanto sia stato difficle adattare il capolavoro di Kubrick, si vedano alcune note sulla lingua immaginaria Nadsat, elaborata da Anthony Burgess, autore del romanzo originale: http://it.wikipedia.org/wiki/Nadsat

Ancora oggi nella mia città ci sono performer che cercano di esibirsi in Nadsat, sebbene la loro lingua ricordi più l'adattamento di Riccardo Aragno, rispetto all'originale di Burgess.

Unico riflesso negativo di quell'adattamento: la traduzione originale in questo film di "droog" con "drugo", che purtroppo influenzò l'adattamento del Grande Lebowski dei fratelli Coen del 1998: the "Dude" fu tradotto come "Drugo" rimandando a quello sciagurato termine 27 anni dopo con un originale completamente diverso.

I cultori dei fratelli Coen, sanno quanto questa scelta sia stata sciagurata e, per quanto mi riguarda, quello di Dude/Drugo in The Big Lebowski resta la più grande cantonata nella storia dell'adattamento cinematografico italiano.





[Edited at 2013-07-19 22:41 GMT]
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dropinka (X)
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Chi è senza peccato... :) Jul 21, 2013

Il traduttore cinematografico e l'interprete televisivo (solo per fare due esempi) sono più esposti alle critiche rispetto ad altri traduttori e interpreti, in quanto il loro lavoro è sotto gli occhi di tutti. Ciò non significa, tuttavia, che chi traduce nel campo tecnico o fa l'interprete di conferenze a porte chiuse (sempre per fare due esempi) sia immune da errori.

Nessuno è perfetto, le "perle" le snoccioliamo tutti. Solo che i film tradotti dagli altri sono sotto i nostri
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Il traduttore cinematografico e l'interprete televisivo (solo per fare due esempi) sono più esposti alle critiche rispetto ad altri traduttori e interpreti, in quanto il loro lavoro è sotto gli occhi di tutti. Ciò non significa, tuttavia, che chi traduce nel campo tecnico o fa l'interprete di conferenze a porte chiuse (sempre per fare due esempi) sia immune da errori.

Nessuno è perfetto, le "perle" le snoccioliamo tutti. Solo che i film tradotti dagli altri sono sotto i nostri occhi, mentre i file che consegniamo ai nostri clienti li vediamo solo noi (e i nostri revisori). Spero che a questi ultimi non venga mai voglia di sbugiardarci in un forum indicizzato su Google...

Claudia
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Gaetano Silvestri Campagnano
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Certo, ma non generalizziamo Jul 21, 2013

Ciao Claudia,

Siamo d'accordo che nessuno è perfetto, ma neppure vanno effettuate facili generalizzazioni.

Esistono buoni e cattivi traduttori sia nel campo cinematografico che negli altri settori più classici. Per fortuna, escludendo ogni riferimento ai presenti (positivo o negativo che possa essere), e parlando a livello generale, esistono anche buoni traduttori "classici", che, con la massima soddisfazione dei clienti intermedi e finali, non commettono sfondoni equ
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Ciao Claudia,

Siamo d'accordo che nessuno è perfetto, ma neppure vanno effettuate facili generalizzazioni.

Esistono buoni e cattivi traduttori sia nel campo cinematografico che negli altri settori più classici. Per fortuna, escludendo ogni riferimento ai presenti (positivo o negativo che possa essere), e parlando a livello generale, esistono anche buoni traduttori "classici", che, con la massima soddisfazione dei clienti intermedi e finali, non commettono sfondoni equivalenti a quelli che stiamo evidenziando per il campo cinematografico.

Inoltre, esattamente come avviene nei settori "classici", anche nel cinema, quando si scoprono delle cantonate, la colpa non non è soltanto del traduttore, ma anche di chi dovrebbe effettuare i vari controlli e livelli di revisione (ovviamente meglio se più d'uno) per individuare gli strafalcioni ed evitare che capitino sotto gli occhi dell'utente finale, che, nel caso del cinema è appunto lo spettatore.

E, in particolare, a monte di tutto, la colpa è dei committenti, che, evidentemente, anche in campo cinematografico (aziende del settore o agenzie specializzate), non sempre selezionano buoni traduttori. Chissà perché? Spero che, anche in questi casi, non si tratti del solito discorso del risparmio a tutti i costi...

Ciao a tutte/i,

Gaetano


[Modificato alle 2013-07-22 11:50 GMT]
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Giovanna Alessandra Meloni
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Non si tratta di veri e proprio strafalcioni Jul 23, 2013

ma a volte mi chiedo cosa spinga a cambiare (perchè di questo a volte si tratta) i titoli di film (e talora telefilm), anzichè fare una traduzione. Specie se il cambio può essere fuorviante.

Mi viene in mente "Eternal Sunshine of the Spotless Mind”, che se non fosse stato per l'entusiastica recensione di un'amica, basandomi sul titolo italiano (Se mi lasci ti cancello) avrei pensato si trattasse di una commedia, se non addirittura un film comico.


 
Angie Garbarino
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Visto proprio ieri sera lo stesso errore Jul 24, 2013

Gaetano Silvestri Campagnano wrote:

Zod, allora, a un certo punto, commentando sarcasticamente la situazione, dice che quello non sarebbe certo da considerare un momento triste, ma, se mai, un'occasione per "celebrare"


Celebrare al posto di festeggiare, nella parte finale della puntata 14 della stagione 7 di Supernatural, però nei sottotitoli, vediamo quando arriverà il doppiaggio su rai 2, (non credo però, il doppiaggio italiano è molto buono di solito).


 
Flora Iacoponi, MCIL
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perplessa... Jul 25, 2013

L'altra sera ero in Italia, faceva caldissimo ed ero molto annoiata e siccome alla tele c'era "Una proposta per dire sì" mi sono messa a guardarlo per godermi qualche bel paesaggio rinfrescante (il film è ambientato in Irlanda). Il titolo originale era "The leap year" e l'idea principale del film è che in Irlanda, quando l'anno è bisestile, il 29 febbraio le ragazze possono fare una proposta di matrimonio ai propri fidanzati. A parte il fatto che il titolo in italiano è, come spesso succede... See more
L'altra sera ero in Italia, faceva caldissimo ed ero molto annoiata e siccome alla tele c'era "Una proposta per dire sì" mi sono messa a guardarlo per godermi qualche bel paesaggio rinfrescante (il film è ambientato in Irlanda). Il titolo originale era "The leap year" e l'idea principale del film è che in Irlanda, quando l'anno è bisestile, il 29 febbraio le ragazze possono fare una proposta di matrimonio ai propri fidanzati. A parte il fatto che il titolo in italiano è, come spesso succede, banale e bruttino, sono rimasta un po' perplessa quando ho sentito il personaggio maschile dire alla ragazza che la sua idea di fare la proposta di matrimonio al fidanzato sulla base di quella tradizione era una "cac*a di bufala". Possibile che fosse una traduzione di "bullsh*t"? Devo dire che non stavo prestando molta attenzione ai dialoghi (più ai paesaggi e al limite al protagonista che non era male ) e forse mi sono persa qualche riferimento a una battuta precedente che avrebbe potuto dare un senso a quella traduzione ma confesso che lì per lì sono rimasta spiazzata e ci ho messo anche un po' a capire cosa volesse dire.



[Edited at 2013-07-25 14:19 GMT]
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Giuseppe C.
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Spesso si tratta di riadattamento per il doppiaggio Jul 25, 2013

Gaetano Silvestri Campagnano wrote:

Qui, l'uso del verbo come intransitivo farebbe pensare a chissà quale solenne rituale o cerimonia di culto, mentre, in realtà, non si sta "celebrando" alcunché in questo senso. Senza dubbio, si tratta invece di nient'altro che una goffa traduzione letterale del verbo inglese "celebrate", che in questo caso bastava rendere semplicemente con "festeggiare".

Attendo ora le eventuali segnalazioni delle colleghe e colleghi su altri casi, magari ancora più clamorosi di quello citato.

Grazie a tutte/i ed a presto

Gaetano


[Modificato alle 2013-07-18 11:49 GMT]


Purtroppo in ambito cinematografico la traduzione viene rielaborata per adattarla al doppiaggio. Molto probabilmente quel "celebrare" è stato forzato da chi ha ritenuto che i movimenti labiali di "celebrare" fossero molto più simili alla pronuncia di "celebrate". Forzature simili sono tipiche nell'ambito del doppiaggio. Un classico di queste forzature è la continua presenza in film e telefilm di gente "eccitata" anziché, ad esempio, "entusiasta", o che "realizza" anziché "rendersi conto", per il solo fatto che il doppiaggio preferisce doppiare "excited" con "eccitato/a" o "realize" con "realizzare" per la similitudine del labiale.

Quindi io piuttosto comprendo la quasi sicura boccata di fiele di chi consegna una traduzione magari impeccabile a chi di dovere e se la ritrova al cinema o in televisione storpiata per esigenze di doppiaggio.


[Edited at 2013-07-25 15:26 GMT]

[Edited at 2013-07-25 15:27 GMT]


 
Gaetano Silvestri Campagnano
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Davvero sconcertante!... Jul 26, 2013

Ciao Giuseppe,

Se le cose stanno come dici, la situazione dei dialoghi cinematografici è davvero inquietante, perché si tratterebbe non di strafalcioni, ma di storpiature addirittura volute, per un incredibile principio di corrispondenza con il labiale originale…

Posso capire una traduzione un po' "tirata per i capelli" quando il termine originale ha un numero di sillabe così limitato da non consentire proprio di trovare un termine italiano più "decente" (cosa non
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Ciao Giuseppe,

Se le cose stanno come dici, la situazione dei dialoghi cinematografici è davvero inquietante, perché si tratterebbe non di strafalcioni, ma di storpiature addirittura volute, per un incredibile principio di corrispondenza con il labiale originale…

Posso capire una traduzione un po' "tirata per i capelli" quando il termine originale ha un numero di sillabe così limitato da non consentire proprio di trovare un termine italiano più "decente" (cosa non infrequente con i film americani o comunque anglosassoni, data la particolare sinteticità dell'inglese, che ha frasi e termini spesso molto più brevi rispetto all'italiano). Non riuscirei invece proprio a capire l'incredibile stravolgimento di un termine che ha le stesse o quasi le stesse sillabe dell'originale solo allo scopo di riprodurre il labiale originale con la massima fedeltà…

Ma allora ci si potrebbe domandare se questo criterio non sia alla base anche di un'altra "perla" del film "L'uomo d'acciaio", che mi è ritornata alla mente in questi giorni e che non si può chiamare un vero e proprio strafalcione, ma è forse qualcosa di peggio, trattandosi sicuramente di un "obbrobrio" premeditato… Si tratta cioè del termine "uploadato" (Sic!!), che l'immagine virtuale contenente la "coscienza" del defunto Jor, padre di Kal (interpretato da Russell Crowe), utilizza per dire di essersi caricata nel sistema informatico della già menzionata astronave di Zod (ed è un termine che fa inevitabilmente da pendant all'incredibile omologo "downloadato", che, con mio enorme sconcerto, non ancora sfumato, ho udito oltre un decennio fa in un episodio della serie televisiva "Star Trek Voyager", andata in onda al termine dello scorso millennio…).

Ritornando a queste presunte infelicissime correzioni finali dei dialoghi, si verificherebbe allora l'esatto contrario della tipica catena di sviste e negligenze, sia del traduttore che del committente, che, come già accennato, è alla base degli errori nelle traduzioni "classiche", e che dovrebbe ritrovarsi anche nel cinema. Qui saremmo invece in presenza di traduzioni corrette, che, in un secondo momento, verrebbero persino storpiate "ad arte" dai revisori finali solo per ricalcare il più possibile il labiale degli attori!...

Davvero stento a crederci, perché, detto senza mezzi termini, un criterio del genere, secondo me, rasenterebbe la follia pura. Se questa fosse la regola, non si comprenderebbero più i dialoghi dei film, e davvero, come già sembra accadere con i testi scritti, l'italiano si "anglicizzerebbe" così tanto, a forza di calchi e prestiti sempre più gratuiti e indiscriminati, da diventare infine una vera e propria "varietà regionale" dell'inglese: in pratica, una lingua che, di italiano non ha più nulla, se non una impercettibile "infarinatura". Ancor più sconcertante sarebbe il fatto che poi, nei film, ciò possa avvenire in nome di un principio che antepone il labiale alla stessa comprensione dei dialoghi, quando è ovvio che il secondo aspetto è almeno dieci volte più importante del primo…

Mi auguro davvero che, se un criterio come questo esiste veramente, sia confinato a veri e propri "casi patologici" della traduzione cinematografica, altrimenti possiamo davvero dire che per la lingua italiana è iniziato il canto del cigno…

Ciao a tutte/i,

Gaetano


[Modificato alle 2013-07-26 01:17 GMT]
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Andrea Russo
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Doppiaggio e italiano Jul 26, 2013

Gaetano Silvestri Campagnano wrote:

Si tratta cioè del termine "uploadato" (Sic!!), che l'immagine virtuale contenente la "coscienza" del defunto Jor, padre di Kal (interpretato da Russell Crowe), utilizza per dire di essersi caricata nel sistema informatico della già menzionata astronave di Zod (ed è un termine che fa inevitabilmente da pendant all'incredibile omologo "downloadato", che, con mio enorme sconcerto, non ancora sfumato, ho udito oltre un decennio fa in un episodio della serie televisiva "Star Trek Voyager", andata in onda al termine dello scorso millennio…).

Davvero stento a crederci, perché, detto senza mezzi termini, un criterio del genere, secondo me, rasenterebbe la follia pura. Se questa fosse la regola, non si comprenderebbero più i dialoghi dei film, e davvero, come già sembra accadere con i testi scritti, l'italiano si "anglicizzerebbe" così tanto, a forza di calchi e prestiti sempre più gratuiti e indiscriminati, da diventare infine una vera e propria "varietà regionale" dell'inglese: in pratica, una lingua che, di italiano non ha più nulla, se non una impercettibile "infarinatura". Ancor più sconcertante sarebbe il fatto che poi, nei film, ciò possa avvenire in nome di un principio che antepone il labiale alla stessa comprensione dei dialoghi, quando è ovvio che il secondo aspetto è almeno dieci volte più importante del primo…




La lingua italiano si sta anglicizzando da molto tempo ormai, e non solo nei doppiaggi. Nel caso specifico, per fortuna i verbi uploadare e downloadare (io raddoppierei la d, ma questo è un altro discorso...) non si sentono cosí spesso; al massimo si sente fare l'upload (o il download), che è comunque non meno orribile (caricare e scaricare mi sembrano parole piú semplici).

A ogni modo, a quanto ne so la tendenza di seguire fedelmente il labiale si sta ridimensionando. In generale son d'accordo con te, ma come fare con un primo piano? Se non si ha fortuna ne verrà fuori una traduzione come minino approssimativa. Non dico che si debba usare un calco dall'inglese o – peggio ancora – la parola inglese direttamente, ma nei primi pianisiamo costretti a seguire il labiale (se non in maniera assoluta almeno in buona parte).


 
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