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Albo dei traduttori
Thread poster: gianfranco
Giovanni Guarnieri MITI, MIL
Giovanni Guarnieri MITI, MIL  Identity Verified
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albo vincolante Nov 9, 2004

quali misure si prendono nei confronti di un laureato in legge che pratica la professione senza essere iscritto all'albo? Questo ovviamente varrebbe solo per i traduttori italiani residenti in Italia, indipendentemente dal paese di residenza del cliente.

Giovanni


 
Jean-Marie Le Ray
Jean-Marie Le Ray  Identity Verified
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Vecchio argomento, nuova discussione Nov 9, 2004

Gianfranco Manca wrote:

Cari colleghi,

una precedente discussione a proposito di tariffe ha generato una discussione sull'albo dei traduttori.

Essendo fuori tema rispetto all'argomento iniziale, sposto gli interventi in questa discussione dedicata, allo scopo di mantenere in tema la discussione precedente e dare uno spazio dedicato a questo nuovo tema.

Gianfranco



Gianfranco,

quando ho scritto il mio primo post sull'argomento, mi sono chiesto se non era meglio iniziare un nuovo thread. Poi non l'ho fatto, pensando alla "dinamica" che si era creata attorno all'annoso problema dell'albo, e non volendo interromperla. Quindi spero che ognuna/ognuno potrà contribuire alla discussione.
Forse Chiara ci potrebbe riproporre qualche argomentazione pro e contro apparsa a suo tempo su Langit.
Ciao, Jean-Marie


 
Chiara Santoriello
Chiara Santoriello  Identity Verified
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Rispondo a Jean Marie Nov 9, 2004


Forse Chiara ci potrebbe riproporre qualche argomentazione pro e contro apparsa a suo tempo su Langit.
Ciao, Jean-Marie


Ieri, nel corso di questa discussione, una collega mi ha contattato in privato chiedendomi di farle un sunto di quanto detto su Langit a proposito dell'Albo. Riporto qui di seguito il testo della e-mail che ho indirizzato alla collega dato che non c'è nulla di segreto.

La faccenda Albo su Langit risale agli inizi di settembre da un thread posto da una collega sotto forma di sondaggio per vedere le azioni da intraprendere per migliorare la situazione della categoria. Tra le varie opzioni c'era anche quella dell'Albo che ha scatenato un vero e proprio putiferio, ti invito a consultare gli archivi di Langit per vedere cosa non è uscito.

Io mi sono battuta e mi sto battendo per questa causa perché ritengo che sia l'unico modo per regolamentare la professione oltre ad avere alcuni vantaggi che non sottovaluterei a priori tra i quali:

1. Regolamentazione della professione come avviene per avvocati, medici, commercialisti, ecc. sostenendo un esame di Stato

2. Tariffario Ufficiale, ben studiato comprendente tariffe per agenzie, privati, editoria che regolamenti minimi e massimi facendo in modo che sia il fornitore di servizi e non il cliente a imporre le tariffe (cosa che non avviene in nessun altro settore)

3. Istituzione di un' eventuale Cassa Previdenziale come per tutti gli altri Albi Professionali che ci solleverebbe dal versamento del contributo all'INPS che non sappiamo se mai ci verrà in tasca dato che, in Italia, qualsiasi altro fondo pensione aperto non esenta dal versamento all'INPS

Per me questi sono già tre punti validissimi per l'Istituzione dell'Albo.

Prima di dire stupidaggini ho voluto documentarmi e ho contattato alcuni professionisti di mia conoscenza obbligati all'iscrizione all'Albo per lo svolgimento della loro attività e in particolare: una psicologa, una commercialista e un promotore finanziario.

Di particolare interesse è stato quanto mi ha detto la psicologa la cui categoria ha da poco tempo un Albo Professionale. Lei si è infatti trovata a sostenere l'esame di Stato dopo vari anni di lavoro e mi ha detto che ne ha tratto solo vantaggi, guadagna di più e che l'istituzione dell'Albo è stata molto positiva in quanto c'era tantissima gente che si spacciava come psicologa senza esserlo. Mi ha confermato che, con l'istituzione dell'Albo, il numero di psicologi o presunti tali si è più che dimezzato.

Inutile dire che anche la commercialista e il promotore finanziario si sono detti favorevoli.

Su Langit e da altri colleghi ho ricevuto risposte di tutti i generi e in sintesi:

- perché devo fare tariffe più alte e non posso lavorare a tariffe basse, se voglio praticare tariffe basse devo essere libera/o di farlo RISPOSTA MIA: per mangiare e per decoro professionale

- una collega ha detto che l'Albo per noi non è necessario in quanto la nostra attività non è lesiva come potrebbe essere quella di un medico RISPOSTA MIA: con un termine sbagliato posso anch'io creare gravi danni Alla mia domanda: per insegnare hai dovuto studiare e sostenere un esame di abilitazione mi ha risposto che comunque era inutile perché lei poteva insegnare ugualmente...

- perché devo iscrivermi all'albo per fare questo lavoro, non sopporto vincoli, leggi, ecc.

- l'Albo è una cosa che si sono inventati i neolaureati per accedere più facilmente a questo lavoro RISPOSTA MIA: ho 40 anni, mi batto per l'Albo e non sono certo una neolaureata, in secondo luogo qualsiasi laureato che volesse accedere a una professione regolamentata da un Albo è ben consapevole di ciò che lo attende, vale a dire anni di pratica, esame di Stato,ecc.

- dall'estero, riguardo alla Cassa Previdenziale, hanno detto che non vale la pena istituire un Albo per questo, convincere l'INPS a non farci versare i contributi o qualcosa del genere, pura utopia

- inoltre, da anni, si continua a parlare dell'abolizione degli Albi Professionali a livello europeo RISPOSTA MIA: non mi risulta che siano stati aboliti Albi, anzi si parla di istituirne di nuovi (vedi quello degli Infermieri Professionali)e credo che se venissero aboliti anche quelli che già esistono ci sarebbe una rivolta generale.

Alcuni parlavano di appoggiarsi ad AITI per l'Istituzione dell'Albo, io sinceramente sono abbastanza contraria dato che anche AITI sarebbe tutta da ristrutturare.

Questo è quanto. Spero di non essermi dilungata troppo.

Un saluto
Chiara


[Edited at 2004-11-09 09:55]


 
Pamela Brizzola
Pamela Brizzola
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Thumb up per l'Albo Nov 9, 2004

Per quanto mi riguarda, sarei la prima a sottopormi all'esame di ammissione per l'albo. Lo dico non per falsa modestia, ma per l'esatto contrario. Sapere che qualcuno può giudicare il mio lavoro come idoneo o meno alla professione, mi fa stare tranquilla e, con me, i miei clienti.

Una domanda ai contrari all'albo? Vi chiedete per quale motivo i centri stranieri (inglesi e soprattuto americani) chiedono continuamente se si è associati ATA? Benché tutti sappiamo che per iscriversi
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Per quanto mi riguarda, sarei la prima a sottopormi all'esame di ammissione per l'albo. Lo dico non per falsa modestia, ma per l'esatto contrario. Sapere che qualcuno può giudicare il mio lavoro come idoneo o meno alla professione, mi fa stare tranquilla e, con me, i miei clienti.

Una domanda ai contrari all'albo? Vi chiedete per quale motivo i centri stranieri (inglesi e soprattuto americani) chiedono continuamente se si è associati ATA? Benché tutti sappiamo che per iscriversi basti pagare la quota, l'essere inserito in queste associazioni è indice del fatto che chi ci prova sta facendo sul serio.

L'annoso problema delle tariffe è molto legato al crescente numero di persone che si metteno a fare i traduttori a tempo perso o iniziano buttandosi nella mischia.
L'albo scoraggerebbe molti avventurieri.

Dirò di più. L'iscrizione all'albo dovrebbe avere una scadenza. Ogni 5 anni si dovrebbe superare di nuovo un esame per verificare che il traduttore è al passo coi tempi.

Anziché doversi associare ad ATA, AITI, ATI, eccetera, ci iscriveremmo all'Albo e finisce lì. Una quota per tutte.

Chi è contrario all'albo, secondo me, ha paura di venirne escluso. Chi ha paura di venirne escluso, deve chiedersi il perché.
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Chiara Santoriello
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Una piccola aggiunta Nov 9, 2004

Ci tengo a sottolineare che anche durante le Giornate di Urbino sulla traduzione letteraria tenutesi in ottobre è stato sollevato il problema della regolamentazione del settore.

Chiara


 
Lorenzo Lilli
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l'esempio degli infermieri Nov 9, 2004

Chiara Santoriello wrote:

Sono d'accordo con tutto quanto da te affermato. Ci sarà anche l'Albo degli infermieri e, forse quello delle badanti.
Chiara


L'esempio degli infermieri mi sembra utile: l'albo degli infermieri c'è (non sono sicuro che si chiami proprio "albo", ma di fatto lo è), e adesso per lavorare in ospedali, cliniche ecc. è necessario avere una laurea breve di 3 anni e iscriversi all'albo. Questo vale per chi vuole cominciare adesso, chi anni e anni fa ha frequentato una scuola più breve e ha una minore formazione teorica ma più esperienza pratica si può comunque iscrivere. Ovvio che con il ricambio generazionale queste persone saranno sempre meno. Tutto questo contribuisce a migliorare la considerazione di una professione che fino a poco tempo fa non era considerata tale. È vero che ci può sempre essere chi fa assistenza domiciliare, naturalmente in nero, senza avere le qualifiche, ma credo che man mano il fenomeno diminuirà, proprio per la crescente disponibilità di figure qualificate che ovviamente lavorano meglio.
Perché i traduttori non dovrebbero fare così? Sappiamo che per molti clienti traduttore = cugino dell'amico che fa il liceo linguistico, così come nell'immaginario collettivo infermiere = chi fa i letti e porta in giro i pappagalli. Non si potrebbe, per esempio, regolare almeno i casi in cui il traduttore "esce allo scoperto", come l'editoria o le traduzioni asseverate, in cui come sappiamo ci si assume una notevole responsabilità? O magari consentire di aprire partita iva come traduttore solo a chi ha certi requisiti, come per l'appunto l'iscrizione all'albo? Non pretendo che questa sia la soluzione perfetta per tutto, però si potrebbe almeno cominciare a muovere qualche passo nella direzione giusta.


 
Laura Gentili
Laura Gentili  Identity Verified
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Proposta di legge del 2001 Nov 9, 2004

Non so se è già stato detto, comunque esiste una proposta di legge per l'istituzione dell'albo dei traduttori.
Ecco il link per leggere il testo della proposta:
http://www.camera.it/_dati/leg13/lavori/stampati/sk1000/articola/0700.htm
In particolare sono previste delle norme transitorie per l'iscrizione all'albo anche di chi (come me e altri) h
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Non so se è già stato detto, comunque esiste una proposta di legge per l'istituzione dell'albo dei traduttori.
Ecco il link per leggere il testo della proposta:
http://www.camera.it/_dati/leg13/lavori/stampati/sk1000/articola/0700.htm
In particolare sono previste delle norme transitorie per l'iscrizione all'albo anche di chi (come me e altri) ha una laurea di altro tipo ma che esercita la professione da anni.

Laura

[Edited at 2004-11-09 12:12]
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Jean-Marie Le Ray
Jean-Marie Le Ray  Identity Verified
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Di che anno è la proposta? Nov 9, 2004

Laura Gentili wrote:

Non so se è già stato detto, comunque esiste una proposta di legge del 2001 per l'istituzione dell'albo dei traduttori.
Ecco il link per leggere il testo della proposta:
http://www.camera.it/_dati/leg13/lavori/stampati/sk1000/articola/0700.htm



Laura,

andando in fondo alla pagina e seguendo il link "frontespizio", si legge che la proposta è stata presentata ... "il 10 maggio 1996", cioè quasi 10 anni fa ! (come passa il tempo...)

Quindi quale è la tua fonte sul 2001 ? O forse è stata riproposta nel 2001 ?
Chi ne sa di più ?

Ciao, Jean-Marie


 
Valentina_D
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Per l'Albo Nov 9, 2004

Solo due parole per dire che anch'io sono assolutamente a favore dell'Albo e mi associo alle motivazioni portate, in particolare, da Chiara e Pamela. Servirebbe ad educare i clienti, che spesso sanno poco o nulla di cosa significhi tradurre o interpretare, a capire perchè il traduttore o l'interprete non è, come diceva la mia insegnante di consecutiva all'università, solo "la signorina che sa le lingue" ma implica avere un'impostazione di base, teorica e pratica, che non si può avere 'buttan... See more
Solo due parole per dire che anch'io sono assolutamente a favore dell'Albo e mi associo alle motivazioni portate, in particolare, da Chiara e Pamela. Servirebbe ad educare i clienti, che spesso sanno poco o nulla di cosa significhi tradurre o interpretare, a capire perchè il traduttore o l'interprete non è, come diceva la mia insegnante di consecutiva all'università, solo "la signorina che sa le lingue" ma implica avere un'impostazione di base, teorica e pratica, che non si può avere 'buttandosi nella mischia', così, quasi per caso. Servirebbe a dare finalmente riconoscimento a questa professione e permetterci, come sottolinea giustamente Chiara, di essere noi a influenzare il mercato, anzichè subirlo passivamente come accade oggi. Trovo inconcepibile, appunto come dice Chiara, che siano i clienti ad imporre le tariffe a cui lavorare, in nessun altro caso succede, io non posso andare dall'oculista e dirgli 'per questa prestazione intendo pagarti TOT', non vedo perchè debba succedere nel nostro campo. In tutte le altre professioni, chi la esercita ha un ruolo professionale ben riconosciuto e rispettato, pagato a tariffe ben stabilite, al di sotto delle quali non si può scendere. Mi piacerebbe che anche per noi traduttori/interpreti fosse così.Collapse


 
Nicole Maina
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iniziativa parlamentare dell'on. napoli del 12.06.2001 Nov 9, 2004

Quindi quale è la tua fonte sul 2001 ? O forse è stata riproposta nel 2001 ?
Chi ne sa di più ?

Ciao, Jean-Marie
[/quote]

ho trovato questo sul sito della camera:
http://www.camera.it/_dati/leg14/lavori/schedela/trovaschedacamera.asp?PDL=766

facendo una ricerca "traduttori" nello stesso sito ci sono
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Quindi quale è la tua fonte sul 2001 ? O forse è stata riproposta nel 2001 ?
Chi ne sa di più ?

Ciao, Jean-Marie
[/quote]

ho trovato questo sul sito della camera:
http://www.camera.it/_dati/leg14/lavori/schedela/trovaschedacamera.asp?PDL=766

facendo una ricerca "traduttori" nello stesso sito ci sono solo due risultati, uno appunto riferito al 1996, e questo del 2001. quindi pare non siano stati fatti passi avanti.
qualcuno ne sa di più?

essendo completamente ignorante in questo campo, chiedo: cosa deve succedere affinchè una proposta o un'iniziativa venga dibattuta, votata, ecc.? possiamo fare qualcosa di concreto?
raccogliere firme agli angoli delle strade (come fanno le varie antivivisezione ecc.)?

a parte gli scherzi, la cosa è molto seria e oltre a discuterne fra noi sarebbe utile che, coloro che come me ritengono desiderabile e necessario un albo professionale, si informino su cosa si possa intraprendere concretamente per portare avanti questo progetto.
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Flora Iacoponi, MCIL
Flora Iacoponi, MCIL  Identity Verified
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non se ne sa niente... Nov 9, 2004

Chi ne sa di più ?

[/quote]

Mah.. ho fatto una ricerca sul sito della camera e non ho trovato traccia di questa proposta di legge tra i lavori dell'attuale governo. Al momento è in discussione però l'istituzione dell'albo professionale degli assistenti sociali e quello degli informatori scientifici del farmaco. Non so altro.
Mi ritiro di nuovo nella mia tana...
Saluti


 
Pamela Brizzola
Pamela Brizzola
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Il problema non è la laurea Nov 9, 2004

Ci sono traduttori di questo sito che si inalberano quando qualcuno solleva il problema di una titolarità di laurea. Io sono laureata in lingue, non in traduzione, quindi dovrei sentirmi chiamata in causa?
Neanche per sogno!
Dopo dieci anni di lavoro e le migliaia di testi che mi sono passati sotto gli occhi, non credo di saperne meno di tanti altri.

L'albo fungerebbe da "livella" e si chiuderebbero le ritrite ripicche di traduttori che esercitano senza avere una laurea
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Ci sono traduttori di questo sito che si inalberano quando qualcuno solleva il problema di una titolarità di laurea. Io sono laureata in lingue, non in traduzione, quindi dovrei sentirmi chiamata in causa?
Neanche per sogno!
Dopo dieci anni di lavoro e le migliaia di testi che mi sono passati sotto gli occhi, non credo di saperne meno di tanti altri.

L'albo fungerebbe da "livella" e si chiuderebbero le ritrite ripicche di traduttori che esercitano senza avere una laurea e si sentono offesi quando i "laureati" rivendicano i propri diritti.
Se devo dirla tutta, a me non importa se un traduttore dispone di titolo idoneo o meno, mi importa però che non immetta sul mercato traduzioni fallaci che, oltretutto, gettano disgredito sulla categoria.

L'albo sarebbe il luogo dove chi ha superato l'esame viene inserito, che disponga di laurea, diploma, certificato, cedolina, fogliettino, timbro o firma, che ne so io.
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Sabina Moscatelli
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Assolutamente a favore dell'Albo. Nov 9, 2004

Abbiamo bisogno di tutela, di ogni tipo. Non è affatto una questione di laurea, ma di standard di qualità. Se tu non possiedi questi requisiti, nisba. Tradurrai per tuo cugino, per tuo zio, per il tuo pronipote.

Tra l'altro non capisco perché tanti si inalberino quando si tratta di doversi rimettere sui libri, aggiornare, preparare, studiare. Io l'anno scorso, alla veneranda età di 37 anni mi sono dovuta re-iscrivere all'università. In Italia non basta più la laurea per inseg
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Abbiamo bisogno di tutela, di ogni tipo. Non è affatto una questione di laurea, ma di standard di qualità. Se tu non possiedi questi requisiti, nisba. Tradurrai per tuo cugino, per tuo zio, per il tuo pronipote.

Tra l'altro non capisco perché tanti si inalberino quando si tratta di doversi rimettere sui libri, aggiornare, preparare, studiare. Io l'anno scorso, alla veneranda età di 37 anni mi sono dovuta re-iscrivere all'università. In Italia non basta più la laurea per insegnare: occorrono altri due anni di formazione. Bene: mi sono rimboccata le maniche, ho fatto i salti mortali e sono già al II anno. Tutto dipende dal livello di motivazione che si ha. I sacrifici si accettano, se si va verso un aumento della propria professionalità.

Se per entrare nell'albo devo fare un anno di pratica come traduttore in-house (butto lì un esempio a caso) e sono realmente motivata, mollo tutto e lo faccio. I medici fanno un tirocinio, lo fanno gli psicologi, lo fanno gli avvocati, i notai e tutte le categorie che non si fanno pestare i piedi.

Chiara chiede di cosa hanno paura i traduttori... hanno paura della trasparenza.
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Paola Dentifrigi
Paola Dentifrigi  Identity Verified
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A favore Nov 9, 2004

[quote]sabina moscatelli wrote:

Abbiamo bisogno di tutela, di ogni tipo. Non è affatto una questione di laurea, ma di standard di qualità. Se tu non possiedi questi requisiti, nisba.

Parole sante, come ne ho lette tante altre. Io sono a disposizione per qualsiasi azione, se può servire il mio modesto contributo.

Paola

PS Anche se per me la laurea è condizione necessaria ma non sufficiente, come l'essere madrelingua.


 
Valentina Pecchiar
Valentina Pecchiar  Identity Verified
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Traduttori italiani all'estero Nov 9, 2004

Giovanni Guarnieri MITI, MIL wrote:
Questo ovviamente varrebbe solo per i traduttori italiani residenti in Italia, indipendentemente dal paese di residenza del cliente.


Già (come ho aggiunto nel mio precedente post) - E per tutti i traduttori italiani residenti all'estero, in paesi dove un albo non esiste, come si può fare per applicare una misura di tutela (biunivoca, come dicevo) analoga all'albo?

In fondo tutti coloro che traducono verso l'italiano appartengono alla stessa categoria, ma l'albo creerebbe una divisione, o distinzione, che si rivelerebbe una penalizzazione? o un privilegio? Non riesco a capire, né a figurarmi una soluzione alternativa.


 
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