Gianfranco Manca wrote:
Per verificare se erano cotti, estraeva uno spaghetto dalla pentola, lo prendeva tra due dita e... lo scagliava contro le piastrelle della cucina. Se lo spaghetto cadeva occorreva continuare a cuocere, se restava attaccato era segno che la cottura era ok.
Arturo Mannino wrote:
Gianfranco, il metodo della piastrella lo usava anche la mia ragazza, che è cilena, prima che ci conoscessimo. Si sarebbe tentati di concludere che è un'aberrazione australe, ma ho scoperto che lo fa molta gente anche qui in Spagna, in pieno emisfero boreale.
Il metodo della piastrella è arrivato anche in Svezia (m'informerò riguardo alla fonte ); però la cosa più sorprendente è che il metodo effettivamente funziona...! Non credevo ai miei occhi, ma soprattutto alle mie papille
Lorenzo, il fatto è che moltissimi svedesi hanno il culto dell'Italia e della cucina italiana...è molto più difficile trovare un posto in cui mangiare svedese, che non uno in cui mangiare italiano...Io infatti la cucina locale l'ho apprezzata solo a casa di "autoctoni" E le differenze a tavola sono veramente interessanti e divertenti. Tipo: cucino un risotto (chiaramente piatto avente dignità propria in Italia), e subito la domanda sorge spontanea: dov'è il pollo? (!! ) E viceversa, se avessi cucinato il pollo: "prepariamo un po' di riso?"
Paese che vai...
Chiaramente bisogna anche avere capacità di adattamento, altrimenti l'uovo sodo o il panino al formaggio e peperone a colazione non andrebbero proprio giù
Matilde