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Primi armi, vale la pena?
Thread poster: Steven Watso (X)
Chiara Santoriello
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Stiamo andando fuori dal seminato... Mar 11, 2015

Giuseppe C. wrote:

Chiara Santoriello wrote:

Se non hai una formazione come traduttore ti invito a lasciar perdere anche dall'italiano all'inglese. Affrontare un testo da tradurre è molto diverso da conoscere una lingua perché la si usa tutti i giorni o si vive nel paese dove tale lingua viene parlata.
Tradurre è una tecnica e come tale va appresa.


Che cosa intendi per "formazione come traduttore"? Se intendi la classica laurea in lingue o in traduzione e interpretariato et similia, non sono per nulla d'accordo.

Se invece intendi una formazione sul campo, acquisita confrontandosi anche con persone più esperte, perlomeno in ambito tecnico, allora posso in parte essere d'accordo.

Lavoro da 20 anni in questo settore e in vari suoi ambiti e non ho mai acquisito una formazione come traduttore nel senso classico più diffuso del termine e anzi ho avuto io necessità di "formare come traduttore" sul campo vari traduttori provenienti da corsi di laurea in lingue e scuole di traduzione e interpretariato che non gli avevano fornito affatto gli strumenti per tradurre in modo adeguato alla realtà del mercato. Senza naturalmente tenere conto delle predisposizioni personali, che non potranno mai essere acquisite, ma che dovrebbero preesistere alla formazione, qualunque essa sia, m questo è un altro discorso.

Ciao

Giuseppe


[Edited at 2015-03-11 17:13 GMT]


[Modificato alle 2015-03-11 17:29 GMT]

Ti sei mai chiesto perché esistono le Scuole Superiori per Traduttori e Interpreti?
Chi esce dalla Scuola Interpreti o dalle Facoltà di Lingue che lavoro dovrebbe fare secondo te?


[Modificato alle 2015-03-11 17:33 GMT]


 
Angie Garbarino
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Aspettavo proprio un post di questo tipo Mar 11, 2015

Giuseppe C. wrote:
Che cosa intendi per "formazione come traduttore"? Se intendi la classica laurea in lingue o in traduzione e interpretariato et similia, non sono per nulla d'accordo.

Se invece intendi una formazione sul campo, acquisita confrontandosi anche con persone più esperte, perlomeno in ambito tecnico, allora posso in parte essere d'accordo.

Lavoro da 20 anni in questo settore e in vari suoi ambiti e non ho mai acquisito una formazione come traduttore nel senso classico più diffuso del termine e anzi ho avuto io necessità di "formare come traduttore" sul campo vari traduttori provenienti da corsi di laurea in lingue e scuole di traduzione e interpretariato che non gli avevano fornito affatto gli strumenti per tradurre in modo adeguato alla realtà del mercato. Senza naturalmente tenere conto delle predisposizioni personali, che non potranno mai essere acquisite, ma che dovrebbero preesistere alla formazione, qualunque essa sia, m questo è un altro discorso.

Ciao

Giuseppe


Per concordare in pieno anche se la formazione ce l'ho prettamente linguistica, (non da traduttore ma da laurea in lingue).
In ogni caso non avrei potuto dirlo meglio, la formazione si fa sul campo e non si deve assolutamente sottovalutare il talento nel saper scrivere, che nessuna scuola è in grado di fornirti.

[Edited at 2015-03-12 13:50 GMT]


 
Giuseppe C.
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???? Mar 11, 2015

Chiara Santoriello wrote:

Giuseppe C. wrote:

Chiara Santoriello wrote:

Se non hai una formazione come traduttore ti invito a lasciar perdere anche dall'italiano all'inglese. Affrontare un testo da tradurre è molto diverso da conoscere una lingua perché la si usa tutti i giorni o si vive nel paese dove tale lingua viene parlata.
Tradurre è una tecnica e come tale va appresa.


Che cosa intendi per "formazione come traduttore"? Se intendi la classica laurea in lingue o in traduzione e interpretariato et similia, non sono per nulla d'accordo.

Se invece intendi una formazione sul campo, acquisita confrontandosi anche con persone più esperte, perlomeno in ambito tecnico, allora posso in parte essere d'accordo.

Lavoro da 20 anni in questo settore e in vari suoi ambiti e non ho mai acquisito una formazione come traduttore nel senso classico più diffuso del termine e anzi ho avuto io necessità di "formare come traduttore" sul campo vari traduttori provenienti da corsi di laurea in lingue e scuole di traduzione e interpretariato che non gli avevano fornito affatto gli strumenti per tradurre in modo adeguato alla realtà del mercato. Senza naturalmente tenere conto delle predisposizioni personali, che non potranno mai essere acquisite, ma che dovrebbero preesistere alla formazione, qualunque essa sia, m questo è un altro discorso.

Ciao

Giuseppe


[Edited at 2015-03-11 17:13 GMT]


[Modificato alle 2015-03-11 17:29 GMT]

Ti sei mai chiesto perché esistono le Scuole Superiori per Traduttori e Interpreti?
Chi esce dalla Scuola Interpreti o dalle Facoltà di Lingue che lavoro dovrebbe fare secondo te?


[Modificato alle 2015-03-11 17:33 GMT]


Non ho capito assolutamente il senso della domanda, ma ti rispondo ugualmente.

Chi si laurea in lingue può svolgere una marea di attività, tra cui anche quella di traduttore o inteprete. Chi esce da una scuola di traduzione e intepretariato si presuppone intenda fare il traduttore e/o l'interprete, ma può cambiare idea.
Ma se sei convinta che tutti i bravi traduttori provengano da questi curriculum scolastici, ti sbagli di grosso. Te ne potrei presentare almeno 1, che con le traduzioni ci è diventato ricco, che non ha nemmeno il diploma quinquennale, ma soltanto un attestato triennale di istituto IPSIA e le cui traduzioni sono ancora un esempio da far leggere a chiunque.


 
Fiona Grace Peterson
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Appunto.... Mar 11, 2015

Giuseppe C. wrote:

Ma se sei convinta che tutti i bravi traduttori provengano da questi curriculum scolastici, ti sbagli di grosso. Te ne potrei presentare almeno 1, che con le traduzioni ci è diventato ricco, che non ha nemmeno il diploma quinquennale, ma soltanto un attestato triennale di istituto IPSIA e le cui traduzioni sono ancora un esempio da far leggere a chiunque.



Let's not make the mistake of believing these qualifications are necessary simply because they exist... Or saying everyone who graduates with these qualifications necessarily has to become a translator. That's like saying everyone who has a medical degree has to become a doctor.


 
Angie Garbarino
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Yes! Mar 11, 2015

Fiona Peterson wrote:

Let's not make the mistake of believing these qualifications are necessary simply because they exist... Or saying everyone who graduates with these qualifications necessarily has to become a translator. That's like saying everyone who has a medical degree has to become a doctor.


Exactly.


 
Steven Watso (X)
Steven Watso (X)
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grazie Mar 13, 2015

Vorrei ringraziare tutti per il loro intervento, vedo che ci sono pareri che vanno da un estremo ad un altro, tutti sicuramente con un fondo di verità che deriva da un passato lavorativo diverso.
Come in tutti i lavori, anche in questo, e la esperienza che fa la differenza e non l'istruzione che sicuramente aiuta ma, come nel mio lavoro nei ultme 30 anni, non è garanzia di una buona riuscita l'istruzione, ho visto ingegneri con laurea 110 e lode che non sapevano le basi.

Si
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Vorrei ringraziare tutti per il loro intervento, vedo che ci sono pareri che vanno da un estremo ad un altro, tutti sicuramente con un fondo di verità che deriva da un passato lavorativo diverso.
Come in tutti i lavori, anche in questo, e la esperienza che fa la differenza e non l'istruzione che sicuramente aiuta ma, come nel mio lavoro nei ultme 30 anni, non è garanzia di una buona riuscita l'istruzione, ho visto ingegneri con laurea 110 e lode che non sapevano le basi.

Siuramente non ho 30 anni per imparare ed e per questo che ho chiesto il vostro parere. Quando manca il lavoro uno deve valutare tutte le possibilità.

Grazie ancora.
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Luca Ruella
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Assolutamente no Mar 17, 2015



Finalmente! (sarete pensando) la domanda è “cè possibilità secondo vuoi e vale la pena provare per uno che no ha mai studiato per questo tipo di lavoro?”

Scusate la miei dilungare e vi ringrazio in anticipo.


Probabilmente non è la risposta che vorresti sentire ma mi dispiace: questo è un lavoro che richiede anni di specializzazione e di formazione. Non si improvvisa.

Buona fortuna

[Edited at 2015-03-17 14:59 GMT]


 
Luca Ruella
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Tutti scienziati Mar 17, 2015


ho visto ingegneri con laurea 110 e lode che non sapevano le basi.


In qualsiasi lavoro ci sono cattivi professionisti. Cattivi ingegneri, cattivi dottori, cattivi avvocati, cattivi pizzaioli, cattivi traduttori.

Questo non vuol dire che il primo che passa possa mettersi a fare l'ingegnere, l'avvocato o il dottore (che è pure un crimine).

Sono anni che leggo questo genere di discussioni e ogni volta c'è sempre qualcuno che salta fuori dicendo che lui o un suo amico sono diventati ottimi traduttori senza aver mai ricevuto alcuna preparazione.

Mi fa piacere che esistano persone con la scienza infusa. Io mi rivolgo ancora agli esseri umani normali che non possono materialmente esercitare una professione tanto complessa senza una adeguata formazione e un corrispondente tirocinio presso un professionista esperto.

Questo è un vizio italiano, tutti si credono esperti di tutto senza aver svolto i necessari studi. Tutti nutrizionisti, tutti esperti di staminali, tutti dottori ricercatori.

Basti guardare il tipico numero di candidature a un'offerta di lavoro su Proz:

Italian to English: 29
English to German: 34
English to French: 38
Italian to German: 10
English to Italian: 86

Pare che gli italiani siano particolarmente portati per le lingue straniere. Non si direbbe sentendoli parlare in giro per il mondo. Forse più semplicemente la nostra professione ha poca dignità in Italia perché molti credono di poter fare un lavoro senza averne i requisiti.

[Edited at 2015-03-17 15:26 GMT]


 
Giuseppe C.
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Non leggi bene Mar 17, 2015

Luca Ruella wrote:


Sono anni che leggo questo genere di discussioni e ogni volta c'è sempre qualcuno che salta fuori dicendo che lui o un suo amico sono diventati ottimi traduttori senza aver mai ricevuto alcuna preparazione.



Nessuno ha mai parlato di assenza di formazione o tirocinio. Qui si è parlato di necessità o meno di laurea in lingue e di scuole di traduzione e intepretariato.

Non sono necessari. E chiunque abbia lavorato in una buona agenzia di traduzioni e abbia potuto verificare le capacità di un grande numero di traduttori, ben prima che esistesse Internet per tutti e computer a go go, sa benissimo che è così.

Esistoni eccellenti traduttori con formazione accademica linguistica e altrettanti, se non di più, traduttori con altra formazione di base, accompagnata naturalmente da un ottimo apprendimento della lingua sorgente e da un'ottima preparazione da parte di chi svolge questa professione da più tempo e conosce le esigenze della clientela, come pure, in ambito tecnico, dall'esperienza lavorativa in determinati campi, come per esempio quello medico, in cui il testo prodotto da un traduttore non potrà non essere rivisto da un medico prima di essere consegnato al cliente finale.

Basta citare Cesare Pavese, che traduceva letteratura inglese con una laurea in letteratura italiana, ma questo non vuol dire che non avesse acquisito una conoscenza approfondita della lingua inglese, accompagnata ovviamente dalla sua altissima predisposizione per la scrittura e la poesia e dalla sua estrema sensibilità che gli consentiva di trasferire un testo letterario anglosassone in un corrispondente testo letterario italiano.

Un medico, un ingegnere, un laureato in chimica, ecc. possono occuparsi di traduzioni, e perfino di letteratura, come il Buon Primo Levi, ci ha dimostrato, mentre non è affatto vero il contrario.

E' un fatto, e mi pare che per gli addetti ai lavori più esperti non possano esservi dubbi di nessuna natura.

Che poi l'accesso a questo settore sia ormai alla portata di tutti, e questo vale anche per le numerose agenzie totalmente improvvisate o ridicole in giro per il mondo, è un altro paio di maniche, che non cozza affatto con il resto.

La traduzione è un mondo lavorativo sui generis. Richiede preparazione, tirocinio, curiosità, conoscenze tecniche, predisposizione al trasferimento dei concetti da una lingua a un'altra e tante, ma tante competenze, che non potranno mai essere riunite in nessuna particolare preparazione di base, così come avviene per i giornalisti, quelli bravi ovviamente, che non hanno mai avuto necessità in passato di una "scuola di giornalismo".


 
Luca Ruella
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Tempi attuali. Mar 18, 2015

Giuseppe C. wrote:

Nessuno ha mai parlato di assenza di formazione o tirocinio. Qui si è parlato di necessità o meno di laurea in lingue e di scuole di traduzione e intepretariato.



Si parla di "uno che non ha mai studiato per questo tipo di lavoro". A me sinceramente sembra di aver letto bene.


Basta citare Cesare Pavese, che traduceva letteratura inglese con una laurea in letteratura italiana, ma questo non vuol dire che non avesse acquisito una conoscenza approfondita della lingua inglese,

Un medico, un ingegnere, un laureato in chimica, ecc. possono occuparsi di traduzioni, e perfino di letteratura, come il Buon Primo Levi, ci ha dimostrato, mentre non è affatto vero il contrario.


Non paragonerei il mondo delle traduzioni letterarie anni '40-'50 alla moderna industria della traduzione tecnica.

Pavese e Levi sono l'eccezione, non la regola. Non penso che nessuno in questo forum disponga di capacità paragonabili a questi due autori.


 
Giuseppe C.
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Citavo i morti per non parlare dei vivi :-) Mar 18, 2015

Luca Ruella wrote:

Giuseppe C. wrote:

Nessuno ha mai parlato di assenza di formazione o tirocinio. Qui si è parlato di necessità o meno di laurea in lingue e di scuole di traduzione e intepretariato.



Si parla di "uno che non ha mai studiato per questo tipo di lavoro". A me sinceramente sembra di aver letto bene.


Basta citare Cesare Pavese, che traduceva letteratura inglese con una laurea in letteratura italiana, ma questo non vuol dire che non avesse acquisito una conoscenza approfondita della lingua inglese,

Un medico, un ingegnere, un laureato in chimica, ecc. possono occuparsi di traduzioni, e perfino di letteratura, come il Buon Primo Levi, ci ha dimostrato, mentre non è affatto vero il contrario.


Non paragonerei il mondo delle traduzioni letterarie anni '40-'50 alla moderna industria della traduzione tecnica.

Pavese e Levi sono l'eccezione, non la regola. Non penso che nessuno in questo forum disponga di capacità paragonabili a questi due autori.



Io ho citato persone note al grande pubblico, ma potrei citarti traduttori attualmente al lavoro che non hanno studiato espressamente per fare questo lavoro, ma l'hanno avviato, imparato e hanno acquisito esperienza pratica tale da lavorare a ottimi livelli.
Ti basta chiedere in questo sito chi svolge con discreto successo questa mansione senza alcun curriculum di studio pregresso espressamente preparatorio a questo lavoro.

Te ne cito solo uno non degli anni 30 o 40, ma attualissimo, laureato in lettere, ormai passato dalla libera professione alla proprietà di una agenzia di traduzioni a Torino da vari anni, che ha anche collaborato per il dizionario Ragazzini sui "falsi amici": Gianni Davico. Te ne potrei citare altri, ma non è bene fare nomi altrui senza il loro permesso.

Credimi: di traduttori affermati che non si erano preparati per fare il traduttore ce ne sono parecchi. Ovviamente hanno imparato a farlo sul campo, aiutati anche da colleghi più esperti e faticando in proprio, esattamente come hanno fatto e fanno moltissimi giornalisti. I due mestieri, a mio personale parere, hanno molto in comune. Possono essere svolti da chiunque sia capace di farsi le ossa sul campo e infatti l'AITI per l'iscrizione chiede come minimo esclusivamente un diploma di scuola superiore, accompagnato da un certo numero di anni di esperienza o anche una laurea qualsiasi accompagnata da meno anni di esperienza, perché i suoi membri conoscono benissimo la realtà del settore a livelli seri.
Comunque, sei libero di pensarla diversamente.
L'apposita preparazione a mio parere è molto più necessaria per fare interpretariato, ma qui si parlava di traduzioni e di realtà del mercato, quello serio ovviamente.


 
Luca Ruella
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Eccezioni Mar 18, 2015

Giuseppe C. wrote:

Credimi: di traduttori affermati che non si erano preparati per fare il traduttore ce ne sono parecchi.


Ti credo, so bene che ci sono e saranno sicuramente bravissimi. La mia opinione è che rimangono fortunate eccezioni e casi particolari.

Ho questa strana idea che se uno vuole fare un mestiere, deve aver studiato e imparato da persone più esperte come svolgere correttamente quel lavoro.

Per questo motivo, se arriva l'utente X dicendo di non avere nessuna esperienza in campo di traduzione, gli dico che il traduttore non lo può fare.


 
Flora Iacoponi, MCIL
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Questi poveri laureati in lettere chiamati in causa Mar 18, 2015

Luca Ruella wrote:

Giuseppe C. wrote:

Credimi: di traduttori affermati che non si erano preparati per fare il traduttore ce ne sono parecchi.


Ho questa strana idea che se uno vuole fare un mestiere, deve aver studiato e imparato da persone più esperte come svolgere correttamente quel lavoro.



So che mi pentirò di essermi introdotta in questa discussione ma non riesco a trattenermi visto che mi sento quasi chiamata in causa (infatti ho una laurea in letteratura italiana pur non essendo certo Pavese).
Mi sembra che Luca estragga delle frasi isolate dagli interventi di Giuseppe per poter ribadire in fondo in fondo che solo i laureati in traduzione possono fare i traduttori. In realtà non mi pare che Giuseppe nel complesso volesse dire che chiunque si può improvvisare traduttore, bensì che ci si può formare, "imparando da persone più esperte" anche dopo altri corsi di studi. Io per esempio ho fatto un corso e conseguito un diploma di traduzione dopo una laurea in lettere. Lo stesso anno che mi sono laureata ho conseguito il proficiency in inglese. In seguito ho aggiunto varie altre competenze di informatica, web, ecc. So usare una miriade di strumenti cat.
Ho lavorato per tanti anni nel settore della localizzazione come dipendente. Lavoro come traduttore tecnico freelance da 3 anni, con un discreto successo (fingers crossed!). Insomma, sono laureata in lettere e non in traduzione ma faccio lo stesso questo mestiere, che piaccia o no.
L'unico argomento di Luca che mi trova d'accordo è che in qualche modo bisogna formarsi e che per questo ci vuole tempo e solide basi linguistiche, culturali, tecniche, ecc. Non ci si improvvisa, questo lo sottoscrivo in pieno come risposta alla domanda di Steven.

Flora


[Edited at 2015-03-18 22:35 GMT]


 
Giuseppe C.
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Esatto Mar 18, 2015

Flora Iacoponi, MCIL wrote:

In realtà non mi pare che Giuseppe nel complesso volesse dire che chiunque si può improvvisare traduttore, bensì che ci si può formare, "imparando da persone più esperte" anche dopo altri corsi di studi.



Vedo che almeno per qualcuno il mio discorso è alquanto chiaro, per quanto dal contenuto ovvio e già ben noto ai più.


L'unico argomento di Luca che mi trova d'accordo è che comunque in qualche modo bisogna formarsi e che per questo ci vuole tempo e solide basi linguistiche, culturali, tecniche, ecc. Non ci si improvvisa, questo lo sottoscrivo in pieno come risposta alla domanda di Steven.


E io mi accodo alla tua sottoscrizione. L'improvvisazione è ciò che danneggia maggiormente la nostra attività, ma soprattutto le nostre tasche, in quanto aumentano i clienti che ritengono che tradurre sia una specie di passatempo che quasi non meriterebbe compenso, un po' come accadeva per le dattilografe con la caviglia slogata sul pedale del registratore, sempre a correre come dannate per raggranellare meno del dovuto a causa della concorrenza improvvisata e della sottovalutazione del loro lavoro.

Ma a questo non c'è rimedio, se non quello di evitare i clienti che non sono in grado di valutare una traduzione oppure fornirli di dosi maggiorate di 4 volte della medesima spazzatura che vendono gli altri, ma servita con un contorno dall'aspetto sfizioso e profumato, anche se non mi va per nulla di servire di questi piatti.

Al discorso di "educare il cliente" non ci credo molto, soprattutto se il cliente è italiano. Lui si è già "educato" per bene con gli esempi televisivi e istituzionali da cui trae spesso spunto.



Flora


[Edited at 2015-03-18 18:05 GMT]


 
Steven Watso (X)
Steven Watso (X)
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Percorso? Mar 19, 2015

Sia chiaro non ho mai detto che sarebbe facile anzi posso dire sicuramente il contrario visto che sono 40 anni mi chiedano "come si dice" è so che non e facile come tanti pensano solo perche sai parlare due o più lingue (da piccolo parlavo 4 lingue, si impara presto mi si dimentica altre tanto presto se non usati).
Il mio discorso era se vale la pena intraprendere questa strada, so benissimo che ci vorrai del impegno e un minimo di studio. Poi un tirocinio da qualche parte per cominciar
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Sia chiaro non ho mai detto che sarebbe facile anzi posso dire sicuramente il contrario visto che sono 40 anni mi chiedano "come si dice" è so che non e facile come tanti pensano solo perche sai parlare due o più lingue (da piccolo parlavo 4 lingue, si impara presto mi si dimentica altre tanto presto se non usati).
Il mio discorso era se vale la pena intraprendere questa strada, so benissimo che ci vorrai del impegno e un minimo di studio. Poi un tirocinio da qualche parte per cominciare a fare esperienza o come dico io "hands on".

Sicuramente in tutto quello che è stato detto c'è del del vero. Ma una cosa so tutti vuoi avete iniziato dal zero e avete imparato il mestiere in un modo o l'altro è che non eravate esperti nati, per cui non vedo perché non lo posso fare io.

Ci sono corsi che si possono fare senza essere laureati in lingue o lettere? Poi la possibilità di fare del tirocinio o simile?

grazie
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