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Proposta albo professionale: requisiti per farne parte
Thread poster: paolamonaco
paolamonaco
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Mar 9, 2005

Se non ho capito male, questi sono i requisiti per accedere all'albo:


TRADUTTORI

1) il diploma di laurea in traduzione conseguito presso una universita` italiana o straniera purche´ equipollente, e un’esperienza professionale di almeno un anno comprovata dall’esecuzione di almeno 500 cartelle dattiloscritte;

2) altro diploma di laurea conseguito presso una universita` italiana o straniera purche´ equipollente, ovvero diploma di traduttore o interprete conseguito alla fine di un corso triennale presso una universita` o presso scuole superiori per
traduttori e interpreti
due anni di esperienza professionale comprovata dall’esecuzione di almeno 1000 cartelle dattiloscritte;

3) il diploma di traduttore interprete corrispondente in lingue estere conseguito presso una universita` italiana o straniera purche´ equipollente, ovvero diploma di traduttore o interprete conseguito alla fine di un corso biennale universitario o presso scuole superiori per traduttori e interpreti [...] e tre
anni di esperienza professionale comprovata dall’esecuzione di almeno 1500 cartelle dattiloscritte;

4) il diploma di maturita` o equiparato e sei anni di esperienza professionale comprovata dall’esecuzione di 3000 cartelle dattiloscritte;
[/quote]

INTERPRETAZIONE DI CONFERENZA:

1) il diploma di laurea in interpretazione conseguito presso una universita` italiana o straniera purche´ equipollente, e una esperienza professionale di due anni comprovata dall’effettuazione di 150 giornate di interpretazione di conferenza;

2) altro diploma di laurea conseguito presso una universita` italiana o straniera purche´ equipollente, ovvero diploma
di interprete conseguito alla fine di un corso triennale presso una universita` o presso scuole superiori per traduttori e
interpreti
re anni di esperienza professionale comprovata dalla effettuazione di 200 giornate di interpretazione
di conferenza;

3) il diploma di maturita` o equiparato e sei anni di esperienza professionale comprovata dalla effettuazione di 400 giornate di interpretazione di conferenza;
[/quote]

INTERPRETI DI TRATTATIVA:

1) il diploma di traduttore interprete corrispondente in lingue estere conseguito presso una universita` italiana o straniera purche´ equipollente, o rilasciato da scuole superiori per interpreti e traduttori
ero diploma di laurea in discipline diverse rilasciato da universita` italiane o straniere, e due anni di esperienza professionale comprovata dall’effettuazione di almeno 150 giornate di interpretazione di trattativa;

2) il diploma di maturita` o equiparato e quattro anni di esperienza professionale comprovata dalla effettuazione
[/quote]


Personalmente non ho le idee chiare su questi parametri. So che sono quelli stabiliti dalle associazioni di categoria. Siete tutti d'accordo? Qualcuno ha delle proposte alternative?

E poi: dato che riguardo alle cartelle lo standard non è proprio "uniforme" (p. es. 1500, 2000 battute o altro...)cosa si intende per cartella in questo caso?

Grazie





[Edited at 2005-03-10 09:27]


 
Federica D'Alessio
Federica D'Alessio
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La giostra dei requisiti Mar 9, 2005

Paola Monaco wrote:


TRADUTTORI

2) altro diploma di laurea conseguito
presso una universita` italiana o straniera
purche´ equipollente, ovvero diploma
di traduttore o interprete conseguito alla
fine di un corso triennale presso una
universita` o presso scuole superiori per
traduttori e interpreti
due
anni di esperienza professionale comprovata
dall’esecuzione di almeno 1000 cartelle
dattiloscritte;
[/quote]

Io sarei nella categoria di cui sopra. Poniamo il caso che questa legge entrasse in vigore, mettiamo fra un anno.

Se io fra un anno mi trovassi nella condizione di aver fatturato, e quindi di poter dimostrare, ad esempio 900 cartelle dattiloscritte tradotte....come faccio?

Perché per fatturare le 100 che mi mancano per arrivare a mille, dovrei lavorare illegalmente (non avendo i titoli per farlo legalmente, non avendo i requisiti per iscrivermi all'albo), dunque le cartelle lavorate senza i requisiti non sarebbero valide per fare domanda di ammissione.

E per avere partita IVA in qualità di traduttrice...dovrei anche essere iscritta all'albo?

C'è qualcosa che io non ho capito o il meccanismo è davvero perverso come sembra a me?

Scusate se sono un po' di coccio,
mi interessa capire se questo fantomatico Albo trancerà le gambe a me e ai tanti come me...come temo....oppure no.

Buona giornata,

Federica


 
Claudia Sarasin
Claudia Sarasin
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Pesci piccoli e pesci grandi Mar 9, 2005


Se io fra un anno mi trovassi nella condizione di aver fatturato, e quindi di poter dimostrare, ad esempio 900 cartelle dattiloscritte tradotte....come faccio?

Perché per fatturare le 100 che mi mancano per arrivare a mille, dovrei lavorare illegalmente (non avendo i titoli per farlo legalmente, non avendo i requisiti per iscrivermi all'albo), dunque le cartelle lavorate senza i requisiti non sarebbero valide per fare domanda di ammissione.

E per avere partita IVA in qualità di traduttrice...dovrei anche essere iscritta all'albo?

C'è qualcosa che io non ho capito o il meccanismo è davvero perverso come sembra a me?

Scusate se sono un po' di coccio,
mi interessa capire se questo fantomatico Albo trancerà le gambe a me e ai tanti come me...come temo....oppure no.

Buona giornata,

Federica




Infatti Federica, una buona domanda la tua. Vado per ordine:
1) forse si protrebbe istituire una sorta di "candidatura - praticantato" di iscrizione per chi, ancora non ha accumulato il numero di cartelle necessarie per essere "iscritto" a tutti gli effetti. Ovvero, chi, come dici tu, è giunto a quota 900, si "candida" diventa "iscritto praticante", per così dire e continua a svolgere il proprio lavoro. Il vero problema è quello che questa scelta comporterebbe e qui arrivo al punto 2.
2) La distinzione tra "iscritti" e "praticanti" si risolverebbe in un grandissimo vantaggio per gli "iscritti" e in un grande svantaggio per i "praticanti". Forse dovremmo davvero definire che cosa deve fare un "praticante": che tariffe potrebbe proporre? Le stesse di un "iscritto" con, magari, 10 anni di lavoro alle spalle? Spero non vorrete proporre che il "praticante" dovrebbe invece diventare lo "sfacchinatore" dell'"iscritto"... Qualcuno potrebbe ribattere che gli avvocati praticano questo sistema da anni annorum e nessuno ha mai avuto nulla da ridire, è anche vero, tuttavia, che, per quanto mi riguarda, non ho mai trovato giusto che un poveretto debba lavorare gratis per due anni per poi finalmente, forse, potersi costruire una propria clientela (senza contare che i guadagni di un avvocato ripagano lo sforzo gratuito, quelli di un traduttore, difficilmente). D'altro canto, altrettanto ingiusto, me ne rendo conto, sarebbe equiparare il traduttore con 20 anni di esperienza a quello con 1 anno o giù di lì. Come impedire, allora, che l'albo protegga i pesci grandi e faccia fuori quelli piccoli? Ahimé, vorrei avere la risposta, ma, almeno per il momento, non mi viene in mente nulla di degno. Si potrebbe forse fare in modo che la distinzione tra "iscritti" e "praticanti" rimanesse qualcosa di, come dire, interno, non passibile quindi di avere un impatto esterno, del resto, è abbastanza ovvio, che chi ha più esperienza trarrebbe naturalmente vantaggio dalla stessa e, una volta uniformate le tariffe (almeno questo è un punto positivo) non dovrebbero esserci fenomeni di dumping impuniti...
Buona giornata a voi tutti.
Claudia






[Edited at 2005-03-10 09:30]


 
tr. (X)
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il praticantato è già previsto, i dettagli saranno da regolamentare dopo Mar 9, 2005

dal testo della proposta di legge che trovate linkato dal sito di Antonella www.altrinit.org

Pagina 2:

L’articolo 9 della proposta di legge subordina l’iscrizione nei diversi elenchi dell’albo al possesso di alcuni requisiti (cittadinanza, diritti civili, residenza in Italia) oltre al superamento dell’esame di abilitazione e al compimento di un periodo di praticantato.



Testo di legge vero e proprio - pagina 9:

ART.9. (Iscrizione all’albo). 1. L’iscrizione all’albo avviene a seguito di istanza rivolta alla sezione competente del Consiglio dell’ordine. (...) requisiti:
(...)
e) aver compiuto un periodo di pratica professionale, conformemente al regolamento di cui all’articolo 10 e alle norme deontologiche approvate dal Consiglio dell’ordine.

ART. 10. (Esame di Stato). 1. I programmi e le modalita`di ammissione all’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio rispettivamente dell’attivita` di traduttore, di interprete di conferenza e di interprete di trattativa sono adottati con regolamento emanato, ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, dal Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro dell’istruzione, dell’universita` e della ricerca, sentite le competenti sezioni del Consiglio dell’ordine, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge.







[Edited at 2005-03-09 18:13]


 
paolamonaco
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ma come funziona? Mar 9, 2005

Federica D'Alessio wrote:

Se io fra un anno mi trovassi nella condizione di aver fatturato, e quindi di poter dimostrare, ad esempio 900 cartelle dattiloscritte tradotte....come faccio?

Perché per fatturare le 100 che mi mancano per arrivare a mille, dovrei lavorare illegalmente (non avendo i titoli per farlo legalmente, non avendo i requisiti per iscrivermi all'albo), dunque le cartelle lavorate senza i requisiti non sarebbero valide per fare domanda di ammissione.

Federica


Ho chiesto proprio per questo.
Quello che vorrei sapere è :
1.queste norme sono transitorie o sono quelle definitive?

Suppongo che appena creato l'albo vi siano delle norme transitorie. Qualcuno sa come funziona?

2.Le cartelle per entrare nell'albo sono composte da quante battute?

3. Spesso gli interpreti lavorano anche come traduttori. Devono fare domanda per fare traduzioni, devono iscriversi ad entrambi gli albi?


 
Federica D'Alessio
Federica D'Alessio
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La mia idea del praticantato Mar 10, 2005

Non so come si stia pensando al periodo di pratica professionale...
dovrebbe essere un periodo di lavoro in agenzia giusto? A mio parere sarebbe ottimo se lo si potesse svolgere anche in un ente pubblico o in un qualsiasi ruolo di traduttore interno ad un'azienda, che abbia la possibilità di certificare lo svolgimento del praticantato.

Tuttavia, più di ogni altra cosa preferirei che il praticantato si calcolasse anch'esso in termini di quantità piuttosto che di tempo, e c
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Non so come si stia pensando al periodo di pratica professionale...
dovrebbe essere un periodo di lavoro in agenzia giusto? A mio parere sarebbe ottimo se lo si potesse svolgere anche in un ente pubblico o in un qualsiasi ruolo di traduttore interno ad un'azienda, che abbia la possibilità di certificare lo svolgimento del praticantato.

Tuttavia, più di ogni altra cosa preferirei che il praticantato si calcolasse anch'esso in termini di quantità piuttosto che di tempo, e che ci fosse una modalità "freelance" per praticare.

Per accedere all'esame bisognerebbe avere già tradotto in qualità di praticante, mettiamo 1000 cartelle (finalmente definendo una volta per tutte che cos'è una cartella!).

Agenzie e clienti vari potrebbero/dovrebbero proporre una parte dei loro lavori di traduzione a praticanti,sottoponendoli poi a revisione da parte dei professionisti, pagandoli il prezzo della tariffa da professionista meno la percentuale per la revisione.

Si creerebbe una sorta di "separazione dei mercati", quello praticante e quello professionista, il che mi sembrerebbe giusto per gli uni e per gli altri. Se ci sono agenzie o clienti che preferiscono pagare un pochino di meno a traduzione, visto che già dispongono di editor e proofreader interni, lo potranno fare restituendo in cambio formazione, avanzamento professionale ecc., e soprattutto, lo dovranno fare esplicitamente.

Queste sono le mie idee iniziali, non so se plausibili o totalmente folli...spero che il filone continui perchè mi interessa molto capire.

Buon giovedì,

Federica
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paolamonaco
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purtroppo c'è già Mar 10, 2005

Una forma di praticantato esiste già.

Con le nuove lauree triennali in traduzione e nuovi accordi tra università e imprese, i laurandi vengono mandati a fare praticantato in agenzie di traduzione. Il tutto passa sotto il nome di "stage".

Quello che viene preso in considerazione non è tanto il numero delle cartelle tradotte dallo stagista, quanto il periodo di durata dello stage.

Credo che però, con un albo, le cose cambieranno. Se non sbaglio, nel caso
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Una forma di praticantato esiste già.

Con le nuove lauree triennali in traduzione e nuovi accordi tra università e imprese, i laurandi vengono mandati a fare praticantato in agenzie di traduzione. Il tutto passa sotto il nome di "stage".

Quello che viene preso in considerazione non è tanto il numero delle cartelle tradotte dallo stagista, quanto il periodo di durata dello stage.

Credo che però, con un albo, le cose cambieranno. Se non sbaglio, nel caso di praticanti avvocati, quello che viene preso in considerazione è il numero di cause a cui hanno preso parte nell'arco di tempo stabilito dall'albo.
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Jean-Marie Le Ray
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Allora non potrò essere "traduttore", "traditore" semmai... Mar 11, 2005

Paola Monaco quoted:


TRADUTTORI

1) il diploma di laurea in traduzione conseguito presso una universita` italiana o straniera purche´ equipollente, e un’esperienza professionale di almeno un anno comprovata dall’esecuzione di almeno 500 cartelle dattiloscritte;

2) altro diploma di laurea conseguito presso una universita` italiana o straniera purche´ equipollente, ovvero diploma di traduttore o interprete conseguito alla fine di un corso triennale presso una universita` o presso scuole superiori per
traduttori e interpreti
due anni di esperienza professionale comprovata dall’esecuzione di almeno 1000 cartelle dattiloscritte;

3) il diploma di traduttore interprete corrispondente in lingue estere conseguito presso una universita` italiana o straniera purche´ equipollente, ovvero diploma di traduttore o interprete conseguito alla fine di un corso biennale universitario o presso scuole superiori per traduttori e interpreti [...] e tre
anni di esperienza professionale comprovata dall’esecuzione di almeno 1500 cartelle dattiloscritte;

4) il diploma di maturita` o equiparato e sei anni di esperienza professionale comprovata dall’esecuzione di 3000 cartelle dattiloscritte;

[/quote]

Salve a tutti,

Così come è previsto, io non farò mai parte della categoria perché non ho neanche la maturità.
Quindi aggiungerei un punto 5 che reciterebbe così :

5) senza titolo di studio ma con più di xxx anni di esperienza professionale , ... "comprovata o meno dall’esecuzione di xxx cartelle dattiloscritte" secondo me non fa testo.

Sarebbe meglio dire "di esperienza professionale esercitata come attività principale" : primo, è un requisito del fisco per tante cose, quindi potrebbe pure andare bene; secondo se fai l'attività a titolo principale, vuol dire che se non fai cartelle non mangi. Per cui se lavori da più di xxx anni nel campo, vorrà dire che qualcosa avrai fatto oppure no? Visto che non sono ancora morto di fame (oppure come farei a scrivere questo post).
Ciao, Jean-Marie


 
gianfranco
gianfranco  Identity Verified
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Prenditi il diploma di maturità come privatista Mar 11, 2005

victorhugo wrote:
Così come è previsto, io non farò mai parte della categoria perché non ho neanche la maturità.
Quindi aggiungerei un punto 5 che reciterebbe così :

5) senza titolo di studio ma con più di xxx anni di esperienza professionale , ... "comprovata o meno dall’esecuzione di xxx cartelle dattiloscritte" secondo me non fa testo.


L'ostacolo non è grandissimo. Ti presenti a un esame di maturita, in Italia o in Francia, come privatista, e ti prendi il titolo di studio minimo previsto.
Considerando la tua cultura passi di sicuro e rientri nella formulazione attuale della legge, che mi sembra più semplice che non abbassare la soglia minima del titolo di studio per tutti.

Gianfranco


 
Daniele Martoglio
Daniele Martoglio  Identity Verified
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Caro Jean-Marie, non ti preoccupare.. Mar 11, 2005

victorhugo wrote:

Così come è previsto, io non farò mai parte della categoria perché non ho neanche la maturità.

Ciao, Jean-Marie


Tanto l'albo non si farà ma se vogliamo ragionare sull'assurdo,
ci penso io a te. Fai cosi: apri una bella ditta di traduzioni in Polonia. Vieni qui in un paio di giorni ti faccio fare tutte le pratiche. Ti registri come NON-RESIDENTE, perche' non è assolutamente necessario essere residente, per essere il titolare di una ditta individuale (l'equivalente della partita IVA). Io sono qui residente ma non è necessario.

Poi continui a lavorare con gli italiani, in quanto tu sei una ditta polacca che non è soggetta alla legge italiana. Le agenzie e i clienti diretti italiani possono comprare traduzioni dall'estero senza sottostare a nessuna regolamentazione di un fantomatico albo, e tu puoi legalmente abitare dove ti pare ed essere titolare di una ditta polacca (ti serve solo un commercialista in Polonia per tenerti la contabilità).

Evviva l'EUROPA!

Daniele

PS: il prossimo post che scrivero' avra' il titolo: "come sfuggire dall'attacco dei Dinosauri Blu del terzo satellite di Giove, che si nutrono solo di traduttori"...

[Edited at 2005-03-11 13:12]


 
Jean-Marie Le Ray
Jean-Marie Le Ray  Identity Verified
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(S)parlando di maturità... Mar 11, 2005

Gianfranco Manca wrote:

L'ostacolo non è grandissimo. Ti presenti a un esame di maturita, in Italia o in Francia, come privatista, e ti prendi il titolo di studio minimo previsto.
Considerando la tua cultura passi di sicuro e rientri nella formulazione attuale della legge, che mi sembra più semplice che non abbassare la soglia minima del titolo di studio per tutti.



Inanzitutto grazie a Daniele per il suo post, che mi ha fatto fare due risate. Ci vogliono, da questi tempi...

Adesso, più seriamente, Gianfranco, quando dici "abbassare la soglia minima del titolo di studio per tutti", non credo che cambi proprio niente rispetto al testo attuale, in quanto la tua interpretazione non prende in considerazione il "ma" :

5) senza titolo di studio "ma" con più di xxx anni di esperienza professionale esercitata come attività principale.

Non credo di essere l'unico nel mio caso, e soprattutto non vedo con quale legittimità chiunque - anche se questo chiunque fosse il legislatore - potrebbe venire a dirmi dopo 20 anni di mestiere : "da domani non sei più traduttore, lo dice la legge". Farebbe ridere i polli.

Poi, per quanto riguarda la maturità, ci ho provato, tipo vent'anni fa, con il CNED, cioè l'istituto statale francese che prevede la formazione a distanza per tutti gli espatriati. Ti dico come è andato a finire.

Premesso che in Francia i voti si danno su 20 e non su 10, al mio primo compito scritto d'italiano ho avuto ... 2!!!
2 su 20, cioè 1 su 10.
Fai conto che stavo già in Italia da quattro anni e che lo parlavo già benissimo. Di certo non come oggi, ma da lì a prendere 2...
Per cui non c'è mai stato un secondo compito e non ho mai dato l'esame (visto che l'italiano era sensato essere la mia materia migliore....).
Non ti dico poi la lettera che ho mandato al professore, correggendo per iscritto tutti gli errori che aveva commesso. Ho ancora il compito a casa, per ricordo, forse qualche giorno lo farò incorniciare.

Ora però, sto per compiere 48 anni entro fine mese, e a questo punto, la maturità, la lascio ai ventenni. Lo dico senza disprezzo né per la maturità né per quelli che ce l'hanno (o l'avranno), ma personalmente ho altro da fare!

Ciao, Jean-Marie


 
Annamaria Leone
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Con Jean-marie Mar 13, 2005

victorhugo wrote:
Così come è previsto, io non farò mai parte della categoria perché non ho neanche la maturità.

[CUT]

Sarebbe meglio dire "di esperienza professionale esercitata come attività principale"


Ciao Jean Marie e ciao tutti,

A me sembra che quanto detto da Jean-marie abbia un senso, e non credo che il problema sia solo suo.

Mi sembra inoltre terribile che persone che esercitano una professione da anni debbano prendere un diploma da privatista per essere ammessi. Dovranno comunque passare un esame di stato no?


Complimenti a Daniele per i suoi post (non solo questo ma anche gli altri)))


Buona domenica,

Annamaria


 
Annamaria Leone
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Praticanti Mar 13, 2005

Ciao a Federica e a tutti.

Il problema espresso da Federica è uno dei punti per cui io sono in generale contro gli albi: abilitano allo sfruttamento.
E' senz'altro così per gli avvocati, forse anche per altre categorie.
Credo che i criteri per l'ammissione all'albo (ammesso che si faccia, ma speriamo di no) dovrebbero essere separati:

Un criterio per chi si iscrive ad esempio entro due anni dalla creazione dell'albo (in modo da raccogliere tutti quelli che
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Ciao a Federica e a tutti.

Il problema espresso da Federica è uno dei punti per cui io sono in generale contro gli albi: abilitano allo sfruttamento.
E' senz'altro così per gli avvocati, forse anche per altre categorie.
Credo che i criteri per l'ammissione all'albo (ammesso che si faccia, ma speriamo di no) dovrebbero essere separati:

Un criterio per chi si iscrive ad esempio entro due anni dalla creazione dell'albo (in modo da raccogliere tutti quelli che avevano già cominciato a muovere i primi passi nella professione) ed un criterio per chi si iscrive dopo quei due anni dove l'unico titolo di studio per diventare traduttori dovrebbe essere la laurea in traduzione, al conseguimento della quale (SENZA ALCUN PRATICANTATO), si possa sostenere l'esame di stato. GLi ingegneri e i biologi (credo) non devono fare alcun praticantato per iscriversi all'abo e questo mi sembra sacrosanto in quanto evita lo sfruttamento dei giovani che avviene ad esempio per gli avvocati.

La mia opinione,


Annamaria
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Antonella Andreella (X)
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Aggiornamento Mar 13, 2005

L'articolo completo è disponibile sul Sole24Ore

«Nel tavolo tecnico - spiega Siliquini - sarà possibile svolgere un esame approfondito dei diversi temi giuridici e costruire soluzioni condivise per un unico progetto di legge "ad hoc", così da completare la riforma strutturale del sistema ordinistico. Saranno, dunque, risolti, oltre ai problemi relativi all'organizzazione, alle società, alla deontologia, anche quelli della formazione, del tirocinio adeguatamente ricompensato e d
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L'articolo completo è disponibile sul Sole24Ore

«Nel tavolo tecnico - spiega Siliquini - sarà possibile svolgere un esame approfondito dei diversi temi giuridici e costruire soluzioni condivise per un unico progetto di legge "ad hoc", così da completare la riforma strutturale del sistema ordinistico. Saranno, dunque, risolti, oltre ai problemi relativi all'organizzazione, alle società, alla deontologia, anche quelli della formazione, del tirocinio adeguatamente ricompensato e degli esami di Stato. Tutto ciò, in un contesto completo, organico e partecipato in cui siano compresi quegli importanti contributi che abbiamo più volte condiviso con i rappresentanti degli Ordini e delle Associazioni».

HTH

Antonella
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paolamonaco
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aggiornamento Il Sole 24 ore Mar 13, 2005

Antonella Andreella wrote:

L'articolo completo è disponibile sul Sole24Ore

Antonella


ecco il link all'articolo integrale:
http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&artId=630349&chId=30&artType=Articolo&back=0

Questa parte dell'articolo sembra molto interessante

«L'articolo 33 della Costituzione - afferma il sottosegretario - prevede l'accertamento dell'idoneità all'esercizio della professione intellettuale tramite esame di Stato, a garanzia minima della qualità della prestazione svolta nei confronti del cittadino-utente. Ritengo, dunque, che non potrà essere lasciata a strutture organizzative autonome delle Associazioni professionali la valutazione dei requisiti di accesso alle stesse».

Buona giornata
Paola


 
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