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Capita anche a voi di sentirvi vittime dei revisori?
Thread poster: Teresa Sassani
gianfranco
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Ottima idea: norme del revisore Jun 10, 2006

Teresa Sassani wrote:
...
qualche tempo fa un'agenzia (anch'essa UK) mi commissionò una revisione, aggiungendo alle istruzioni questa aggraziata richiesta: "...could I please ask you to highlight (in a colour of your choice) any of your amendments which were NOT applied for reasons of personal style."
...


Questo è simile al metodo che uso spesso, per me stesso, quando faccio un lavoro di revisione, soprattutto se oltre alla revisione di un testo mi viene richiesto anche di esprimere un giudizio o scrivere un report sul lavoro del traduttore.

* Attivo la funzione "Tieni traccia delle revisioni", e lavoro normalmene sul documento

* Al termine, riesamino le mie correzioni evidenziando in giallo o magenta, a seconda della gravità dell'errore. A volte segno anche in verde o celeste eventuali soluzioni brillanti, che mi colpiscono per la loro qualità.
(ricordo che sono sempre segni fatti a mio uso e consumo)

* Nel report per il committente indico solo gli errori obiettivi
(quelli segnati in magenta)

* Eventualmente cito rapidamente, solo se necessario, in una noterella minore, gli altri errori, per esempio solo se sono tanto numerosi da non essere più trascurabili, altrimenti sorvolo, per motivi pratici e perché gli errori minori, se occasionali, non meritano dettagliata menzione.



Teresa Sassani wrote:
Questo sistema di differenziare gli errori rispetto alle modifiche 'per motivi di stile personale', (in modo che anche chi non conosce la lingua possa farsi un'idea del valore dei due lavori) mi sembra possa andare a costituire uno dei primi articoli del 'decalogo del revisore'.


Mi piace molto l'idea di scrivere collettivamente un documento da usare come "Norme per la revisione", che tuttavia non chiamerei decalogo. Possiamo mettere insieme suggerimenti, metodi, consigli ed esperienze, e poi, se qualcuno vuole, potrebbe riepilogare il tutto in un riepilogo finale, pronto da copiare e usare quando necessario.

Non che non esistano già documenti simili, ma possiamo farne comunque uno nuovo qui in questo forum, fresco e originale, mentre riflettiamo su questo aspetto del nostro lavoro, che siamo noi i revisori o che sia il nostro turno di essere sottoposti all'esame di una revisione.


ciao
Gianfranco



[Edited at 2006-06-12 09:56]


 
Angie Garbarino
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esatto! Jun 10, 2006

Mario Cerutti wrote:
Purtroppo - e purtroppo non ho ancora avuto esperienze che mi dimostrino il contrario - spesso i "colleghi" revisori non ci pensano due volte a pugnalare alle spalle il collega sconosciuto.

Certamente non saranno tutti così, ma io non ne ho ancora conosciuti.

Mario Cerutti


Sono assolutamente d'accordo Mario

Saluti al Giappone!!!


[Edited at 2006-06-10 18:34]


 
Teresa Sassani
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TOPIC STARTER
tecniche di revisione + come sopravvivere Jun 10, 2006

Gianfranco Manca wrote:

Mi piace molto l'idea di scrivere collettivamente un documento da usare come "Norme per la revisione", che tuttavia non chiamerei decalogo. Possiamo mettere insieme suggerimenti, metodi, consigli ed esperienze, e poi, se qualcuno vuole, potrebbe riepilogare il tutto in un riepilogo finale, pronto da copiare e usare quando necessario.

Non che non esistano già documenti simili, ma possiamo farne comunque uno nuovo qui in questo forum, fresco e originale, mentre riflettiamo su questo aspetto del nostro lavoro, che siamo noi i revisori o che sia il nostro turno di essere sottoposti all'esame di una revisione.



Sono lieta che ti sembri una buona idea, mi auguro che i colleghi la trovino altrettanto interessante e che collaborino ancora a costruire queste 'Norme' (.... decalogo era un modo un po' ironico per parlare di quello che vedo più che altro come un HOW TO).
E che ne dite (visto che più o meno siamo tutti soggetto e oggetto) se inseriamo consigli anche di 'sopravvivenza' per il traduttore 'revisionato'?
Qualcuno è già stato espresso qui - vedi la tecnica dello specchio suggerita da Alfredo.
Teresa


 
gianfranco
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Proposta Jun 10, 2006

Potremo cominciare con il Manuale del buon revisore e proseguire, forse meglio solo al termine
del primo manuale, con un secondo Manuale per sopravvivere a un revisore

In alternativa, potremo lavorare a entrambi in parallelo, ma potrebbe essere meglio farlo in due filoni separati, e separato da questo, indicando all'inizio lo scopo
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Potremo cominciare con il Manuale del buon revisore e proseguire, forse meglio solo al termine
del primo manuale, con un secondo Manuale per sopravvivere a un revisore

In alternativa, potremo lavorare a entrambi in parallelo, ma potrebbe essere meglio farlo in due filoni separati, e separato da questo, indicando all'inizio lo scopo della discussione e impostare le modalità per i contributi.


Teresa, perchè non incominci tu, aprendo uno dei due filoni, o anche entrambi, e definendo le modalità per contribuire

Ad esempio:
- Indicare in un paragrafo un aspetto da tenere in conto, fornire un enunciato e poi sviluppare, se necessario, con esempi concreti.

ecc...

Questo metodo, o quanto altro vorrai indicare, renderebbe l'intera discussione utilizzabile così come viene, oppure facilitare un lavoro finale di raccolta e rifinitura.
Lavorare collettivamente non è semplice, si rischia sempre di perdere il filo.


Teresa, ci vuoi provare? te ne sarei molto grato, le due iniziative che hai proposto sono eccellenti.


ciao
Gianfranco



[Edited at 2006-06-10 16:47]
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Teresa Sassani
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intendi..?.. Jun 10, 2006

Gianfranco Manca wrote:

Teresa, perchè non incominci tu, aprendo uno dei due filoni, o anche entrambi, e definendo le modalità per contribuire

Ad esempio:
- Indicare in un paragrafo un aspetto da tenere in conto, fornire un enunciato e poi sviluppare, se necessario, con esempi concreti.



intendi utilizzando sempre questo stesso thread? Non so se ho capito!
Se mi dai qualche altra 'dritta' domani posso dedicarmici un po'...
Ciao
T


 
gianfranco
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Forse è meglio avviare il lavoro in un altro filone Jun 10, 2006

Teresa Sassani wrote:
intendi utilizzando sempre questo stesso thread? Non so se ho capito!
Se mi dai qualche altra 'dritta' domani posso dedicarmici un po'...
Ciao
T


Direi che forse è meglio continuare qui con una discussione normale, come abbiamo fatto finora, e avviare invece i contenuti del manuale (o di due) scritto collettivamente in un filone separato (o in due) che potresti avviare tu, in tempi successivi, o anche in parallelo, se ti va...

Suggerivo inoltre di definire, fin dall'inizio, la struttura dei conributi, con una introduzione per il "lancio" del progettino, e di farlo a modo tuo, visto che hai esperienza di lavoro come revisore e che sei l'originatrice dell'idea.


ciao
Gianfranco



[Edited at 2006-06-10 17:20]


 
Mario Cerutti
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Come si sceglie un revisore? Jun 11, 2006

Forse vado un po' fuori tema rispetto al contenuto del primo messaggio di questa discussione che tra l'altro, questo è vero, a parte le prime reazioni che anche da parte mia sono state un po' spigolose, merita senz'altro di continuare.

Mi pare che tutti concordino sull'utilità del revisore laddove questo si limiti alla correzione degli errori reali. Tuttavia io mi pongo queste domande:

1) Quali sono normalmente i criteri di selezione di un revisore?
2) Chi è il
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Forse vado un po' fuori tema rispetto al contenuto del primo messaggio di questa discussione che tra l'altro, questo è vero, a parte le prime reazioni che anche da parte mia sono state un po' spigolose, merita senz'altro di continuare.

Mi pare che tutti concordino sull'utilità del revisore laddove questo si limiti alla correzione degli errori reali. Tuttavia io mi pongo queste domande:

1) Quali sono normalmente i criteri di selezione di un revisore?
2) Chi è il giudice finale di una traduzione?

Per il momento mi rispondo da solo:

1) Per quella che è la mia esperienza diretta, quando un'agenzia (particolarmente quelle non esperte nella lingua di destinazione) necessita di un revisore *in genere* non fa altro che rivolgersi a un altro traduttore, senza disporre di elementi per stabilire chi tra i due sia il più autorevole. Questo sarà forse un caso estremo, ma temo che sia il più rappresentativo.

2) In teoria, il giudizio del lavoro finito dovrebbe spettare al committente della traduzione, cioè a chi la paga, mentre l'agenzia - se in assenza di accordi specifici e soprattutto quando non conosce la lingua di destinazione - secondo me dovrebbe limitarsi alla correzione degli errori reali o delle espressioni evidentemente inadatte. Se è generalmente vero che dieci traduttori diversi producono dieci traduzioni diverse - e probabilmente tutte valide - secondo quale criterio si stabilisce che le correzioni di stile del revisore debbano prevalere sullo stile del traduttore originale? Non potrebbe infatti accadere che il cliente finale preferisca la versione non revisionata se solo avesse l'opportunità di vederla?

Quindi, sempre secondo me, laddove il cliente finale non disponga di un proprio revisore di fiducia selezionato in base a criteri ben precisi e del quale si fiderà quasi ciecamente (mi riferisco, in particolare, alle traduzioni editoriali), non sarebbe più opportuno lasciare al cliente finale stesso qualsiasi giudizio sullo stile? Se la traduzione consegnata non gli piacerà, la seconda volta si rivolgerà a un'altra agenzia.

Se però restringiamo il discorso alle traduzioni più generiche, oppure a quelle tecniche o specialistiche ove lo stile, seppur ancora importante, passa in secondo piano, allora c'è d'aver paura di molti revisori che, per mettere se stessi in primo piano, non esitano a danneggiare i "concorrenti".

Chissà, forse sarà tutto molto più facile quando diverremo più o meno tutti revisori di traduzioni automatiche. Allora sì che ci si potrà sbizzarrire senza danneggiare i concorrenti.

Mario Cerutti
http://www.aliseo.com







[Edited at 2006-06-11 01:34]

[Edited at 2006-06-11 02:46]

[Edited at 2006-06-11 02:59]
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María José Iglesias
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Correzione ortotipografica e revisione di stile Jun 11, 2006

Il fatto è che qualche volta si rende necessario correggere anche lo stile per rendere il testo più scorrevole. E proprio il cliente si aspetta da te proprio quel lavoro. Questo non vuol dire voler danneggiare il primo traduttore o metterlo in cattiva luce, è fare il lavoro secondo la propria coscienza.

E' sempre meglio chiarire prima di una revisione che cosa intende il cliente (o agenzia) per revisione: migliorare il testo in base al proprio criterio (suppongendo che l'agenzia
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Il fatto è che qualche volta si rende necessario correggere anche lo stile per rendere il testo più scorrevole. E proprio il cliente si aspetta da te proprio quel lavoro. Questo non vuol dire voler danneggiare il primo traduttore o metterlo in cattiva luce, è fare il lavoro secondo la propria coscienza.

E' sempre meglio chiarire prima di una revisione che cosa intende il cliente (o agenzia) per revisione: migliorare il testo in base al proprio criterio (suppongendo che l'agenzia sappia dapprima come lavora quel revisore) oppure limitarsi a rilevare e modificare i soli eventuali errori tipografici ed ortografici. Sono semplicemente due tipi di lavoro diversi.

Resta però sempre valido quello che dice Mario: quando un'agenzia affida una revisione ad un altro traduttore per verificarne la correttezza, non è detto che le correzioni valgano più della traduzione originale. A volte si rischia di andare a peggiorare... L'ideale sarebbe avere sempre un confronto e un feedback perché non resti il dubbio su quale sia la scelta migliore, ma purtroppo questo non è sempre possibile.


In teoria, il giudizio del lavoro finito dovrebbe spettare al committente della traduzione, cioè a chi la paga, mentre l'agenzia - se in assenza di accordi specifici e soprattutto quando non conosce la lingua di destinazione - secondo me dovrebbe limitarsi alla correzione degli errori reali o delle espressioni evidentemente inadatte
.

Beh, se l'agenzia non conosce la lingua di destinazione la cosa migliore è che tenga le mani ben lontane dal testo e che sottoponga la revisione a un altro madrelingua.

Per quanto riguarda il giudizio del lavoro finito, il cliente che ordina una traduzione ad un'agenzia o a un traduttore il più delle volte non è in grado di discernere tra questioni di sfumature o addirittura stilistiche. Si rivolge appunto a un professionista perché non lo sa fare da sé.

Il brutto è quando, all'interno di certe agenzie, persone non madrelingua e senza un pieno dominio della lingua di destinazione si mettono a revisionare e correggere traduzioni eseguite da un madrelingua pensando di migliorarle, introducendo addirittura modifiche stilistiche... senza nemmeno consultare.

[Editado a las 2006-06-11 12:38]
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Teresa Sassani
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Contribuite al 'Manuale del revisore' Jun 11, 2006

Ciao a tutti,
solo per segnalarvi che, come suggerito da Gianfranco, ho aperto un nuovo topic dove è possibile raccogliere tips & tricks sul... mestiere di revisore.
Teresa


 
Giovanni Guarnieri MITI, MIL
Giovanni Guarnieri MITI, MIL  Identity Verified
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Questione di stile? Jun 12, 2006

Mah, questa non l'ho mai capita. Se correggo lo stile è perché in genere fa pena. Secondo me, la capacità di scrittura è un fattore importante e non condivido il pensiero di chi ritiene che lo stile sia una cosa soggettiva e quindi intoccabile. C'è chi sa scrivere e chi non sa scrivere e c'è chi si arrangia, ma ha sempre bisogno di correzioni 'pesanti'. Se il cliente mi chiede il motivo delle tante correzioni, spiego che per la maggior parte si trattava di una questione di stile, perché l... See more
Mah, questa non l'ho mai capita. Se correggo lo stile è perché in genere fa pena. Secondo me, la capacità di scrittura è un fattore importante e non condivido il pensiero di chi ritiene che lo stile sia una cosa soggettiva e quindi intoccabile. C'è chi sa scrivere e chi non sa scrivere e c'è chi si arrangia, ma ha sempre bisogno di correzioni 'pesanti'. Se il cliente mi chiede il motivo delle tante correzioni, spiego che per la maggior parte si trattava di una questione di stile, perché lo stile era sciatto e andava rivisto (leggi 'riscritto'). E quando il traduttore mi contesta di aver cambiato 'comprare' con 'acquistare', spengo il PC e mi vado a fare una passeggiata lungo il fiume.

Giovanni
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Milad Mokhtari
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Non si finisce mai di imparare. Jun 24, 2006

Questa è la mia "devise". Personalmente, preferisco che il mio lavoro sia revisionato, in tale modo imparo gli errori che non dovrò più fare, e acquisto più esperienza.

 
María José Iglesias
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Concordo con Giovanni Jun 24, 2006

Giovanni Guarnieri MITI, MIL wrote:
Se correggo lo stile è perché in genere fa pena. Secondo me, la capacità di scrittura è un fattore importante e non condivido il pensiero di chi ritiene che lo stile sia una cosa soggettiva e quindi intoccabile. (...) E quando il traduttore mi contesta di aver cambiato 'comprare' con 'acquistare', spengo il PC e mi vado a fare una passeggiata lungo il fiume.
Giovanni


Concordo con te. E' proprio quello che intendevo dire.
Anch'io penso che lo stile non sia sempre soggettivo. A volte è possibile migliorare il testo utilizzando, per esempio, un "registro" migliore. Se il testo non fila per motivi stilistici, mi piangerebbe il cuore se mi viene chiesta una revisione e non lo tocco per il timore di provocare un "danno morale".
La correzione può essere ortografica, tipografica, grammaticale, e anche di stile.

[Modificato alle 2008-01-15 13:39]


 
María José Iglesias
María José Iglesias  Identity Verified
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Concordo anche con te: utile anche se si ha più esperienza Jun 24, 2006

Milad M wrote:
Questa è la mia "devise". Personalmente, preferisco che il mio lavoro sia revisionato, in tale modo imparo gli errori che non dovrò più fare, e acquisto più esperienza.


Concordo anche con te, Milad. Ma aggiungo solo che la revisione è imprescindibile quando si ha poca esperienza ma è anche utilissima quando si ha più esperienza.
A questo riguardo posso dire che personalmente sempre che posso faccio revisionare le mie versioni prima di consegnare, perché può succedere di non vedere un errore o di poter dire un concetto in maniera più chiara. Nonostante abbia cominciato a tradurre nel 1987, per me il parere di un altro collega è molto importante e non credo che nessuno possa dire di avere sempre la verità in mano. Si può essere anche stanchi e talvolta possono sfuggire piccole cose che un'altro occhio attento può invece riscontrare.
Certo, io faccio revisionare le mie cose a una persona che conta sulla mia assoluta fiducia e poi ricontrollo e decido personalmente se le eventuali correzioni servono a migliorare la mia traduzione. Posso dire che poi la gratificazione è superiore e in questo senso non mi sento affatto "vittima".


[Modificato alle 2008-01-15 13:39]


 
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