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Ma come fate a campare?
Thread poster: Stephanie Donatantonio
Barbara Micheletto
Barbara Micheletto
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situazione generale Nov 24, 2006

Secondo me anche la ns. professione risente della situazione economica generale creatasi nel ns. paese, in particolar modo della disoccupazione. Come persone abbiamo bisogno di lavorare, non soltanto per le necessità primarie ben illustrate da Maria Gabriela, ma anche per la nostra realizzazione personale, per non deprimerci, per non sentirci "pesi morti" o peggio... dei disoccupati. Abbiamo bisogno di lavorare e sappiamo fare bene una cosa: tradurre. Poiché lo facciamo bene, il lavoro non ci ... See more
Secondo me anche la ns. professione risente della situazione economica generale creatasi nel ns. paese, in particolar modo della disoccupazione. Come persone abbiamo bisogno di lavorare, non soltanto per le necessità primarie ben illustrate da Maria Gabriela, ma anche per la nostra realizzazione personale, per non deprimerci, per non sentirci "pesi morti" o peggio... dei disoccupati. Abbiamo bisogno di lavorare e sappiamo fare bene una cosa: tradurre. Poiché lo facciamo bene, il lavoro non ci manca. Ed ecco che secondo me sorge il problema: se anche mi accorgo che la remunerazione è troppo poca e se non sono in grado di aumentare le mie tariffe con le mie capacità, come faccio a lasciare qualcosa che comunque ho e a cambiare, sapendo che non ho molte alternative? Se il traduttore volta le spalle al lavoro mal remunerato, ha la certezza di trovarne uno remunerato meglio, o comunque uno diverso, considerata la disoccupazione che c'è in giro? (mascherata magari da contratto a tempo determinato... forse perché ho le figlie in età universitaria mi sto proprio rendendo conto di come ci sia poco da scherzare...). Per questo il traduttore è "ricattabile" e questo ricatto si traduce nelle basse tariffe. Senz'altro gioverebbe sviluppare fin dall'inizio una mentalità maggiormente imprenditoriale e credo che la strada futura della ns. professione sia proprio quella, per questo ben vengano i vari calcoli del reddito annuo necessario, ecc., che quanto meno aiutano a "spostare" un po' la mentalità da un atteggiamento passivo ad un atteggiamento maggiormente fattivo. Pessimisticamente, non vedo i tempi attuali propizi ad un miglioramento del trattamento economico della ns. professione (né, a dire il vero, del trattamento economico delle altre)...
B.
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Jordane Boury
Jordane Boury  Identity Verified
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Mantenere il livello delle proprie tariffe Nov 24, 2006

Barbara M wrote:

Ed ecco che secondo me sorge il problema: se anche mi accorgo che la remunerazione è troppo poca e se non sono in grado di aumentare le mie tariffe con le mie capacità, come faccio a lasciare qualcosa che comunque ho e a cambiare, sapendo che non ho molte alternative? Se il traduttore volta le spalle al lavoro mal remunerato, ha la certezza di trovarne uno remunerato meglio, o comunque uno diverso, considerata la disoccupazione che c'è in giro?

B.


Ciao Barbara,

quello che scrivi mi ricorda un articolo di Sylver su cui credo valga la pena meditare.

http://www.proz.com/translation-articles/articles/531/1/Prices,-Service-and-Marketing

... come vale la pena insistere quando un cliente prova a farti abbassare la tua tariffa.

Io mi attengo sempre al mio "minimo", cercando di sottolineare l'aspetto qualitativo - e funziona più spesso di quanto si possa pensare.
Mi è anche capitato di proporre a una agenzia di accettare la "mia" tariffa, con la possibilità di abbassarla a quella inizialmente pretesa da loro, se mai non rimanessero soddisfatti - e ha funzionato.
Inoltre, sono sempre aperta a collaborazioni con nuove agenzie (a patto che abbiamo voti buoni sul Blue Board!) - un buon modo di ottenere tariffe più alte, mentre con i "vecchi" clienti la faccenda si fa molto più delicata...

Certo, il fatto di tradurre anche dall'inglese aumenta le mie alternative, mi permette di rifiutare alcune proposte con più serenità visto che, in un modo o l'altro, c'è sempre lavoro.

Per concludere, credo che noi per primi dobbiamo essere convinti del nostro valore.

Buona giornata,

J.


 
Gabi Ancarol (X)
Gabi Ancarol (X)
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grazie sincere Nov 24, 2006

a chi ha saputo capire il mio messaggio.

sono la prima a volere delle tariffe decenti, sono la prima a offrirle alle agenzie, ai clienti.

sono la prima ad appoggiare (nel caso fosse possibile, nel caso si faccia) un'azione o iniziativa di più traduttori per mettere una base alle tariffe... purtroppo il mercato non è regolato, ma se la possibilità ci fosse, non trovereste problemi a contare su di me.

in primis, anchio, quando sono contattata da un possibi
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a chi ha saputo capire il mio messaggio.

sono la prima a volere delle tariffe decenti, sono la prima a offrirle alle agenzie, ai clienti.

sono la prima ad appoggiare (nel caso fosse possibile, nel caso si faccia) un'azione o iniziativa di più traduttori per mettere una base alle tariffe... purtroppo il mercato non è regolato, ma se la possibilità ci fosse, non trovereste problemi a contare su di me.

in primis, anchio, quando sono contattata da un possibile cliente cerco di farmi pagare "il dovuto".. a volte ci riesco.

non è la mia intenzione rovinare il mercato o volere delle tariffe assurde. i centesimi in più fanno la differenza anche a me!

ci mancherebbe altro.

Un saluto a tutti quegli che mi hanno mandato dei saluti sinceri via e-mail. A volte certe parole nel momento giusto ti danno la forza che di solito ti manca

Buona giornata a tutti, e tanti auguri di traduzioni ben pagate!!!
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Lakshmi Iyer
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Spero che non sto andando off-topic.... Nov 24, 2006

Jordane Boury wrote:
quello che scrivi mi ricorda un articolo di Sylver su cui credo valga la pena meditare.

http://www.proz.com/translation-articles/articles/531/1/Prices,-Service-and-Marketing


Conosco l'articolo di Sylver di cui parla Jordane et sto sperimentando il suo metodo proprio in questo momento.

Un po' di tempo fa ho fatto un'eccezione alla regola che mi ero stabilita - cioe' niente lavoro a meno di 0.08 euro minimo - e ho accettato una proposta di lavoro a 0.05 euro la parola perche' c'era un volume garantito di lavoro al mese. Ecco una trappola molto comune! Mi ci e' voluto del tempo per rendermi conto che tutto questo volume di lavoro a 0.05 euro mi portava via del tempo per fare del marketing e trovarmi dei clienti migliori. E non solo: avevo delle vere difficolta' per equilibrare questo lavoro - di cui effettivamente ce n'era un bel malloppo - con altri lavori pagati alla mia tariffa abituale di 0.10 euro.

Risultato: sto 'divorziando' da questo cliente perche' ho finalmente capito (oca che non sono altro!) una cosa fondamentale: posso guadagnare quel che mi paga lui impiegando la meta' del tempo se lavoro esclusivamente con clienti che pagano la mia tariffa normale. Mi sono fatta un torto da sola accettando di lavorare a meta' prezzo.

E perche' ci avviciniamo al momento delle buone risoluzioni: nel 2007 fatturero' i soliti 0.10 euro ai clienti esistenti (nel 2007: poi si vedra'). Intanto ho appena accettato una proposta di lavoro di un nuovo cliente - a 0.12 euro la parola sorgente. La teoria di Sylver, insomma.

La mia intenzione non e' di vantare i miei prezzi o di provocare dell'antipatia ("questa qui crede di essere chissa' cosa"), ma di mettere in guardia contro qualcosa che ho potuto sperimentare sulla mia pelle: meglio lavorare meno per piu' soldi che troppo per pochi - per quanto sia possibile, ovviamente.

Nel frattempo, ci sono due ragioni per le quali ho deciso di rinnovare il mio "membership" di Proz.com:

Perche' e' grazie ai tanti articoli come quello di Sylver e agli interventi nei forum che ho imparato e capito un sacco di cose;

E perche' questo sito possa continuare a esistere per aiutare tutte le persone che vorrebbero lavorare seriamente con le lingue e che si sentono, come mi sono sentita io all'inizio, un po' persi.

Buon fine settimana a tutti.


 
María José Iglesias
María José Iglesias  Identity Verified
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Altre riflessioni su agenzie, freelance e tariffe Nov 24, 2006

Francesca Pesce wrote:
Quando sul mercato un traduttore (o molti traduttori) chiedono al cliente finale 4-5, ma anche 6-7 centesimi a parola, come pensate che una piccola agenzia - magari non particolarmente specializzata - possa chiedere con successo 12-14 centesimi?


Qui tocchi un tasto importante, Francesca. Il fatto è che il ruolo di molte agenzie italiane (per non dire molte) consiste soltanto nel ricevere la richiesta dal cliente e proporre un prezzo finale.
Molte agenzie italiane, nonostante affiliate a "serissime" associazioni di centri di traduzione - che si vantano di aderire alle norme europee sulla qualità, ecc., ecc., ecc. - ricadono spesso nel passacartismo più assoluto (di nuovo il neologismo, Giusi); molte non prevedono nei loro preventivi nemmeno un tot per la revisione (le agenzie italiane per la maggior parte piccole o medie strutture, non hanno in house un traduttore madrelingua per ogni lingua che trattano), così come non mi risulta che contino sempre sulla collaborazione di revisori esterni per ogni progetto.

Cosa succede? Succede che l'agenzia cerca di risparmiare e spesso esce al mercato del cliente diretto a tariffe più basse di quanto dovrebbe, paga tariffe basse al traduttore e si propone essa stessa a dei prezzi al di sotto di quella soglia di sopravvivenza di cui parlava giustamente Gianfranco.

Questo atteggiamento, lo ripeto ancora una volta, lo ritengo concorrenza sleale, perché il professionista, magari specializzato, viene "costretto" ad abbassare le tariffe per poter lavorare.
A quel punto, i traduttori che nel tempo hanno imparato a conferire un valore alla loro preparazione, decidono fare a meno di quella fetta di mercato e vanno in cerca del cliente diretto alla stessa tariffa dell'agenzia o a una tariffa talvolta superiore.
Oppure decidono di "provare fortuna" altrove, in altri Paesi.
L'agenzia resta con quelli che lavorano a tariffe impossibili, che normalmente non sono professionisti, perché se questo fossero avrebbero capito - come dal titolo di questo thread- , che per starci dentro con tasse e tutto il resto, le tariffe devono essere ben altre. E questo lo dico come costatazione e senza voler offendere nessuno. Io stessa (anch'io come tutti voglio guadagnare) vedo quando sia difficile a volte trovare un traduttore preparato o specializzato a tariffe più contenute. Preferisco mille volte, come diceva anche Francesca, quello che mi offre più garanzie pur più caro del resto.

E' triste che il mercato italiano si impoverisca così (e il mercato non è un alieno, né qualcosa di astratto, anche noi siamo dentro!), e questo grazie a chi propone e accetta di lavorare a tariffe basse... per fare la spesa. C'è chi potrebbe parlarmi di traduttori che vengono da altri Paesi, che hanno tutto un altro livello di vita, ecc. ma il problema è che a volte ad applicare tariffe basse, come stiamo vedendo, ci sono traduttori del posto e magari anche bravi a tradurre.

Ci sono evidentemente altri tipi di agenzie, ma di queste parlerò un'altra volta

Cari colleghi, a mio avviso quel valore aggiunto di cui qualcuno ha parlato, potrebbe essere offerto dallo stesso traduttore freelance, basterebbe che uscisse più spesso dal proprio guscio e si "associasse" o collaborasse più strettamente con altri colleghi, magari della stessa specializzazione, in revisioni reciproche, scambio di lavori, ecc. La qualità aumenterebbe sicuramente e i prezzi potrebbero essere consoni a tale qualità. Il traduttore freelance finirebbe per essere alla fin fine più stimato, più considerato, più ricercato dai clienti diretti.
La qualità di quello che si vede in giro, migliorerebbe e il nostro mercato sarebbe senz'altro molto più interessante. Io ho riflettuto parecchio ultimamente su questo aspetto e lo capisco sempre meglio.

Certo, a volte forse è più comodo restare nel vittimismo, continuare a lamentarsi e abbassare le tariffe anziché cercare altre vie per migliorare la propria qualità della vita (propria e della categoria, che è sempre nostra) ...

Ti assicuro, Gabriela, che se le tariffe del traduttore fossero sempre degne e lineari, i soldini per fare la spessa sarebbero certamente molti di più, perché in una professione come la nostra, il cui mercato è enorme, il lavoro effettivamente non manca.
Non arriva buttato dall'alto, questo no, bisogna anche cercarlo, bisogna investire le proprie energie, il proprio tempo, le proprie risorse, ma il lavoro ben pagato c'è. E, devo dire, soprattutto per i madrelingua non italiani che sono in Italia (ovvero per le lingue straniere).

Putroppo al momento attuale di agenzie italiane preoccupate seriamente allo stabilimento di uno standar di qualità all'interno della propria attività (al di là delle certificazioni...), sono alla fine pochine.
C'è addirittura chi apre un'agenzia in solitario senza sapere nemmeno una lingua...!

Speriamo piuttosto nelle nuove generazioni.

Ora si è più preparati che quando ho iniziato io (all'epoca non esistevano nemmeno le università di traduzione). Diamo quindi un valore maggiore alla nostra formazione, alle nostre capacità e ai mezzi che abbiamo ora per lavorare, sui quali investiamo. Distinguiamoci da chi prova a fare traduzioni per hobby. Questo è il mio invito.
Per lavorare a livelli inferiori, non servono i professionisti.

María José (purtroppo ancora una volta prolissa)


 
gianfranco
gianfranco  Identity Verified
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Gestione di agenzie e di attività individuali Nov 24, 2006

María José Iglesias wrote:
...
C'è addirittura chi apre un'agenzia in solitario senza sapere nemmeno una lingua...!


Scusa María José, ma non sono d'accordo.

Se il titolare di un'agenzia non è un traduttore, e non lo è mai stato, non c'è assolutamente niente di male! Anzi, devo dire che, sarà un caso, ma le migliori agenzie che conosco non sono gestite da traduttori o ex-traduttori.

Per gestire un business, che si tratti di produrre gelati o bulloni, oppure servizi come software o traduzioni, occorrono capacità manageriali, ma non è detto che il manager debba stare alla produzione, o programmare o tradurre.
Se ha esperienza diretta, certo, può essere utile, ma non è indispensabile.
Occorre invece necessariamente saper gestire clienti e fornitori, budget e investimenti, sapere di marketing e capire il settore in cui si opera, ma NON fare con le proprie mani il lavoro degli specialisti, che vengono selezionati, assunti o ingaggiati con contratti esterni.



Per contro, per lavorare come freelance, noi traduttori dobbiamo saperci gestire come un business.
Una piccola azienda, quasi sempre un'attività individuale, ma si tratta sempre di un lavoro autonomo con i suoi problemi, tra cui quello della formazione del prezzo e un minimo di marketing.
Poi, certo, occorre saper tradurre, qui invece per noi non si deroga


ciao
Gianfranco



[Edited at 2006-11-24 16:45]


 
María José Iglesias
María José Iglesias  Identity Verified
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Invece io sono d'accordo con te Nov 24, 2006

gianfranco wrote:

Scusa María José, ma non sono d'accordo.

Per gestire un business, che si tratti di produrre gelati o bulloni, oppure servizi come software o traduzioni, occorrono capacità manageriali, ma non è detto che il manager debba stare alla produzione, o programmare o tradurre.
Se ha esperienza diretta, certo, può essere utile, ma non è indispensabile.
Occorre invece necessariamente saper gestire clienti e fornitori, budget e investimenti, sapere di marketing e capire il settore in cui si opera, ma NON fare con le proprie mani il lavoro degli specialisti, che vengono selezionati, assunti o ingaggiati con contratti esterni.



Per contro, per lavorare come freelance, noi traduttori dobbiamo saperci gestire come un business.
Una piccola azienda, quasi sempre un'attività individuale, ma si tratta sempre di un lavoro autonomo con i suoi problemi, tra cui quello della formazione del prezzo e un minimo di marketing.
Poi, certo, occorre saper tradurre, qui invece per noi non si deroga

ciao
Gianfranco


[Edited at 2006-11-24 16:45]


Invece io mi trovo d'accordo al 100% con questa ultima parte, Gianfranco, e anche con la prima per come l'hai espressa.
Ma quando dicevo che ci sono agenzie che aprono in solitario senza sapere neanche una lingua, mi riferivo al fatto che molto spesso il ruolo di queste persone è semplicemente quello di prendere in mano un lavoro, passarlo tale e quale al traduttore, e una volta ricevuto mollarlo tale e quale al cliente senza magari neanche aprirlo. Lì non c'è alcun valore aggiunto, ma solo lucro.
Invece il traduttore ha un patrimonio in mano e gode dei vantaggi che spesso non valorizziamo nemmeno noi stessi.
A questo mi riferivo.


 
Christel Zipfel
Christel Zipfel  Identity Verified
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Osservazione molto azzeccata! Nov 24, 2006

Francesca Pesce wrote:

Un elemento che mi ha sorpreso di proz, nella pubblicazione delle tariffe nel proprio profilo, è l'assenza di distinzioni tra i prezzi proposti ai clienti diretti e quelli per le agenzie.



Me lo sono sempre chiesta anch'io. Poi c'era uno thread qualche mese fa (ora non ricordo) nel quale si domandava se le tariffe praticate per le agenzie e i clienti diretti erano diverse. La domanda mi parve singolare. Ma più singolari ancora erano le risposte! Alcuni difatti sostenevano che non facevano nessuna differenza tra cliente diretto ed agenzia.

"Ecco come si rovina il mercato", pensavo io.

C'è poi il fatto della frammentazione esagerata del mercato, non so se solo italiano, ma penso di sì. Un'agenzia subappalta ad un'altra, e quella a sua volta subappalta ancora, finché finalmente si trova un traduttore al quale, poverino, rimangono solo le briciole, e la parte del leone la fanno i diversi intermediari che non hanno fatto altro che far da passacarte, come dice Maria José, e questo è un vero scandalo.

Così si hanno poi dei traduttori (o pseudo-agenzie che siano) che hanno la faccia tosta di offrire un lavoro a 4 centesimi a parola o anche meno (di cui accennavo nel mio precendete post).

Non so bene quanto i clienti clienti italiani pagano all'agenzia, nel senso che i prezzi che ho visto sono molto variegati, ed alcuni (quelli di fascia bassa) mi ispirano veramente poca fiducia. Ma so per esperienza personale che un cliente che si fida di te, cioé sa come lavori, difficilmente si rivolge altrove per spuntare un prezzo più basso, e paga senza battere ciglio tra 25 e 30 Euro a cartella. Sì, d'accordo, forse - anzi, sicuramente - cerca di mercanteggiare un po', come dice Joris, ma alle fine la cifra è quella.

Francesca Pesce wrote:
Chiedo quindi: capisco e accetto il fatto di lamentarsi per le agenzie italiane che pagano poco. Ma capite il controsenso di lamentarvi delle agenzie che vi offrono 5 centesimi e poi magari ne chiedete 7 al cliente finale, quando potreste chiederne 9-10. Sto semplificando, naturalmente, ma siete sicuri che il "nemico" sia sempre l'agenzia e non voi stessi?


Inutile dire che sono d'accordo al 100%!

[Bearbeitet am 2006-11-24 20:47]

[Bearbeitet am 2006-11-24 20:57]


 
Gabi Ancarol (X)
Gabi Ancarol (X)
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devo rispondere? Nov 24, 2006

[quote]María José Iglesias wrote:

[Ti assicuro, Gabriela, che se le tariffe del traduttore fossero sempre degne e lineari, i soldini per fare la spessa sarebbero certamente molti di più, perché in una professione come la nostra, il cui mercato è enorme, il lavoro effettivamente non manca.
Non arriva buttato dall'alto, questo no, bisogna anche cercarlo, bisogna investire le proprie energie, il proprio tempo, le proprie risorse, ma il lavoro ben pagato c'è. E, devo dire, soprattutto per i madrelingua non italiani che sono in Italia (ovvero per le lingue straniere).

....


....[quote]

Non lavoro solo per fare la spessa...

Mi sembra fantastico che ti vanti di essere una professionista.

A volte però, educazione e professione non vanno insieme.
Non mi sembrava fosse il caso di offendere...Comunque:

è un mercato libero da prima della Tatcher...
offerta e domanda... does it ring the bell?
è stato abolito il monopolio...
quando mio nonno lavorava lo si chiamava fare gaveta, fare esperienza...oggi invece offende e mette paura...
insomma...


 
María José Iglesias
María José Iglesias  Identity Verified
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Una breve risposta Nov 25, 2006

Maria Gabriela Ancarola wrote:
Non lavoro solo per fare la spessa...
Mi sembra fantastico che ti vanti di essere una professionista.
A volte però, educazione e professione non vanno insieme.
Non mi sembrava fosse il caso di offendere...Comunque:
è un mercato libero da prima della Tatcher...

Non ho mai detto che tu lavori solo per fare la spesa, Maria Gabriela, fra l'altro ti conosco solo per la tua presenza ultimamente molto frequente nei kdoz e per i tuoi ultimi interventi su ProZ che ho spesso apprezzato. Non è la mia abitudine giudicare nessuno né puntare il dito contro nessuno. E chi mi conosce lo sa.
Non mi sembra in nessun momento di averti offeso né di essere stata maleducata; anzi, mi sembra di essermi espressa in modo molto placcato. Comunque se così ti è sembrato, ti chiedo scusa.
La terza cosa: non mi vanto di essere una professionista. Ma faccio questo lavoro a livello professionale dal 1986, anno in cui mi sono laureata per la prima volta, e ho sempre lavorato tranne che per una pausa di 4 anni per maternità. Non faccio altre cose e non lavoro ad altro. E nonostante gli anni di esperienza, mi faccio revisionare.
Quindi, sí, sono una professionista, ma è un fatto obiettivo, del quale non devo né vantarmi né pentirmi.
Certo, è un libero mercato e per questo non appoggio iniziative per fissare le tariffe del traduttore. E perché siamo in un mercato libero tu o chiunque può accettare 0.04, o 0,02 o quello che vi pare, o lavorare altre volte a tariffe di mercato.
Ma siamo qui per dialogare sui nostri punti di vista che possono anche non coincidere.


 
Leonardo Musumeci
Leonardo Musumeci  Identity Verified
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sono d'accordo Nov 25, 2006

María José Iglesias wrote:

Leonardo Musumeci wrote:
Mi dispiace ma non sono d'accordo: certo chi lavora con partita iva avendo un reddito superiore ai 5000 euro annui potrebbe essere considerato un professionista ma non credo che chi lavori con ritenuta d'acconto (come me ora, visto che il cliente diretto ballerino che ho citato prima, aveva avuto anche il coraggio di propormi di aprire la partita iva, senza darmi garanzie) non possa avere una professionalità equivalente...

Io credo che essere un "professionista" e avere una "professionalità" siano due cose ben diverse.



Certo, molto spesso il professionista e la professionalità non vanno d'accordo, ti potrei fare molti esempi di persone che si reputano professionisti, sulla carta, ma di professionalità nel loro modo di lavorare, nei comportamenti ed anche nelle piccole cose quotidiane non c'è traccia.

Professionalità, secondo me, significa svolgere bene il proprio lavoro, essere corretti, puntuali, precisi sia nel proprio lavoro che in tutto ciò che si fa ed il professionista senza professionalità non è tale

Certo, come è stato detto in un altro thread, chi è professionista, sulla carta, può dare più sicurezza rispetto a chi non lo è: io agenzia, o cliente diretto, vedo che x è professionista, indi sono certo che il suo lavoro sarà professionale. Molto spesso è così ma implicitamente ammetto che chi non è professionista, sulla carta, non è professionale perchè fa il suo lavoro come ripiego, come hobby, perchè non ha niente di meglio da fare, ecc e quindi se scelgo di affidargli un lavoro, posso pagarlo meno e valutarlo meno, perchè tanto il suo livello non è da professionista ma è solo qualcuno che fa questo lavoro temporaneamente o in attesa di far altro....

molte persone e molte agenzie sono certo che ragionino così ...


 
Mariella Bonelli
Mariella Bonelli  Identity Verified
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Sono solo parzialmente d'accordo su questo Nov 25, 2006

Leonardo Musumeci wrote:
Certo, come è stato detto in un altro thread, chi è professionista, sulla carta, può dare più sicurezza rispetto a chi non lo è: io agenzia, o cliente diretto, vedo che x è professionista, indi sono certo che il suo lavoro sarà professionale. Molto spesso è così ma implicitamente ammetto che chi non è professionista, sulla carta, non è professionale perchè fa il suo lavoro come ripiego, come hobby, perchè non ha niente di meglio da fare, ecc e quindi se scelgo di affidargli un lavoro, posso pagarlo meno e valutarlo meno, perchè tanto il suo livello non è da professionista ma è solo qualcuno che fa questo lavoro temporaneamente o in attesa di far altro....

molte persone e molte agenzie sono certo che ragionino così ...


Sono d'accordo sulla differenza tra professionista e professionale ed è sicuramente vero che ci sono molte eccezioni, ma personalmente ritengo che se una persona lavora con ritenuta d'acconto, ovvero fattura meno di 5000 euro l'anno, molto difficilmente avrà una grande esperienza. Con questo non voglio dire che lo scarterei in partenza, anzi, ci sono colleghi che possono confermare di aver collaborato con me anche con la sola ritenuta d'acconto, tuttavia è vero che non danno la stessa sicurezza ed è anche vero che difficilmente riusciranno ad ottenere tariffe molto alte. Ma è un dato di fatto: significa che la situazione non li ha ancora portati ad aprire la partita iva, non sono dentro al mestiere al 100%. Va benissimo che facciano esperienza, posso dirti che raramente mi hanno deluso, ma io sono una di quelle persone che fa una distinzione.


 
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