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Ordine professionale traduttori e interpreti
Thread poster: carlonesler (X)
María José Iglesias
María José Iglesias  Identity Verified
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Perché questa professione non è come le altre Oct 25, 2007

Chiara Santorello wrote:
Comunque è interessante notare come, in generale, chi non abbia una formazione di base linguistica sia contrario all'istituzione di un albo.

Perché ti sembra così interessante? Io non ne vedo affatto il nesso e spero tu non voglia escludere questi dalla professione perché la cosa farebbe quantomeno sorridere.
Anch'io sono d'accordo con quanto espresso da Carlo (benvenuto, Carlo!) e da altri bravi colleghi che hanno espresso il loro parere contrario all'istituzione di un albo, molti dei quali traducevano molto prima che esistessero le prime università di traduzione.

Domandi perché questa professione non è come le altre che hai citato?
In primo luogo perché non si svolge a livello locale, come le altre.
Poi perché i traduttori esistono da secoli. La professione non è quindi esclusiva dei laureati in traduzione ma appartiene a chi lavora con successo e con qualità.
Anzi, posso dire che molti di quei vecchi professionisti che hanno sempre lavorato pur non avendo quel pezzo di carta specifico sono diventati più tardi insegnanti in quelle università.
Creare un albo con traduttori dalla formazione esclusivamente linguistica, restringe e rimpicciolisce la professione.

La professione del traduttore non è mai stata regolamentata e pure esiste da secoli. I traduttori capaci e competenti si distinguono subito per il lavoro che svolgono dal resto; i cattivi traduttori al primo lavoro sono scoperti.
Il buon traduttore (o il cattivo) non ha bisogno di essere giudicato da un albo (composto non si sa bene da chi), ma sono i clienti che in tutto il mondo giudicano l'operato del professionista giorno dopo giorno. E quelli che dimostrano di non essere in grado di tradurre, restano fuori per selezione naturale (una volta può capitare, ma alla seguente non lo si chiama più).

Non condivido quindi la presunzione di chi crede di personificare la professione per il solo fatto di appartenere a un albo o di essere in possesso di una laurea in traduzione. Sono idee che anche a me sanno di marcio, di superato.
Come hanno detto i colleghi, nei tempi attuali la nostra professione si svolge nel mondo. E nel mondo non c'è albo locale che possa subentrare. E coloro che lo vogliono, a mio avviso si autoescludono.

Saluti.

María José


 
Giulia TAPPI
Giulia TAPPI  Identity Verified
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E allora non lamentiamoci Oct 25, 2007

Dato che la nostra professione è diversa da tutte le altre (si, perché anche per fare il panettiere, l'idraulico o il muratore ci vuole una formazione, ma a quanto pare per i traduttori no), dato che siamo in un mercato globale e questo a molti piace (io però non lavoro con l'India o la Cina, perché se non mi pagano cosa faccio? Mi faccio un bel viaggio che mi costa il triplo dei soldi che mi devono?), dato che, a quanto pare, le agenzie controllano tutte le traduzioni che ricevono (a me non... See more
Dato che la nostra professione è diversa da tutte le altre (si, perché anche per fare il panettiere, l'idraulico o il muratore ci vuole una formazione, ma a quanto pare per i traduttori no), dato che siamo in un mercato globale e questo a molti piace (io però non lavoro con l'India o la Cina, perché se non mi pagano cosa faccio? Mi faccio un bel viaggio che mi costa il triplo dei soldi che mi devono?), dato che, a quanto pare, le agenzie controllano tutte le traduzioni che ricevono (a me non è mai successo, sarà perché in 20 anni non ho mai fatto un errore? non sono così presuntuosa!), andiamo avanti così e non lamentiamoci : ci sono proposte a 0,02 € a parola, ma perché indignarsi?
L'Albo forse non risolve i problemi, ma neanche essere l'unica professione senza vincoli non li risolve.
Chi non si rispetta e non si tutela non potrà mai farsi rispettare dagli altri.
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transparx
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parole vuote Oct 25, 2007

Chiara Santoriello wrote:

Il traduttore deve fare il suo lavoro in modo impeccabile, ...


"impeccabile" è un termine che ha un senso ma non un referente --nel senso di Frege.


 
Luisa Fiorini
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indignarsi Oct 25, 2007

Giulia TAPPI wrote:
ci sono proposte a 0,02 € a parola, ma perché indignarsi?



quelli che si indignano sono poi quelli che corrono a biddare...


 
Maurizio Spagnuolo
Maurizio Spagnuolo  Identity Verified
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Risposte Oct 25, 2007

Giulia TAPPI wrote:
Dato che la nostra professione è diversa da tutte le altre (si, perché anche per fare il panettiere, l'idraulico o il muratore ci vuole una formazione, ma a quanto pare per i traduttori no),


Credo che nessun collega abbia mai messo in dubbio l'importanza della formazione, anzi. A me (laurea in lingue e master biennale in traduzione) la professione l'ha insegnata un ingegnere con 30 anni di USA sulle spalle.


dato che siamo in un mercato globale e questo a molti piace (io però non lavoro con l'India o la Cina, perché se non mi pagano cosa faccio?


Il mercato globale è una realtà, qui nessuno ha detto che sia bello. Ci sono anche i nostri connazionali che offrono 2 cent. e poi non pagano.
C'è un thread di qualche settimana fa molto istruttivo in proposito.


dato che, a quanto pare, le agenzie controllano tutte le traduzioni che ricevono (a me non è mai successo, sarà perché in 20 anni non ho mai fatto un errore? non sono così presuntuosa!), andiamo avanti così e non lamentiamoci :


Sembrerà strano ma lo fanno. E guarda caso sono proprio i clienti migliori.

ci sono proposte a 0,02 € a parola, ma perché indignarsi?


Se la traduzione è il tuo lavoro molto semplicemente non puoi accettare queste tariffe. Devi cercare altrove. E secondo me, è anche inutile indignarsi.

L'Albo forse non risolve i problemi, ma neanche essere l'unica professione senza vincoli non li risolve.
Chi non si rispetta e non si tutela non potrà mai farsi rispettare dagli altri.


Non è che non risolve i problemi, è proprio un passo indietro.
Secondo quanto scritto in un post precedente, l'albo porterà alla scomparsa delle società commerciali in favore di società professionali.

Secondo me, c'è un profilo di incostituzionalità.

A mio avviso, il miglior modo per tutelarsi e farsi rispettare è lavorare bene, giorno dopo giorno.

PS. non c'entra con l'albo dei tradutttori ma forse sì:

http://technology.timesonline.co.uk/tol/news/tech_and_web/the_web/article2732802.ece





[Edited at 2007-10-25 19:29]


 
gianfranco
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Vecchio intervento su Langit - Ci sono strade alternative Oct 25, 2007

Riporto qui un mio vecchio intervento su Langit (scusate se cito me stesso) ma serve a dimostrare che ci sono proposte alternative.
Confermo quello che ho detto 22 mesi fa, parola per parola.



Da: [email protected]
Inviato: lunedì 30 gennaio 2006 12.27
Oggetto: Soluzioni alternative all'ordine



Cari colleghi,

credo che sia chiaro a tutti che i firmatari in sostegno della proposta di legge Napoli condividano una caratteristica: non vedono alternative e non vedono i problemi.
Dei problemi di una tale riforma se ne parla da sempre, sono tanti e sono gravi, ma cosi' facendo diamo l'impressione di avere la tendenza a distruggere, piuttosto che a creare.

Per avviare un discorso positivo, creare qualcosa invece di criticare, penso che si dovrebbe parlare molto di piu' delle strade alternative.
Incomincio con una lista brevissima e telegrafica, ma spero che a questa si aggiungano altre proposte pratiche, da parte di tutti i colleghi interessati.

==========================================================

1. Associazionismo:
con piu' associazioni che non siano in concorrenza feroce ma che formino fronte comune su alcuni problemi, pur offrendo una gamma di scelte per tutti i gusti

2. Aggiornamento professionale:
organizzato da privati, associazioni professionali e associazioni culturali

3. Miglioramento dei corsi di formazione:
corsi in grado di formare professionisti veramente preparati al mondo del lavoro

4. Informazioni:
diffusione di informazione tra colleghi, esperti e novizi

5. Certificazione:
volontaria, a cura delle associazioni o altri enti certificanti

6. Riforma della categoria dei "periti linguistici"
con certificazione seria, a garanzia del cittadino, per i traduttori che desiderano lavorare nel settore pubblico

==========================================================

Le strade e le soluzioni alternative esistono, basta avere l'onesta' intellettuale di vederle.

Buon lavoro a tutti
Gianfranco Manca
English-Italian Technical Translator



Ripeto, le soluzioni alternative esistono, basta pensarci un po' e non accettare passivamente o sostenere una proposta di legge orrenda "tanto per fare qualcosa", vecchio cavallo di battaglia di chi promuove la proposta di legge dell'On. Napoli.

ciao
Gianfranco

(PS: ho apportato lievi modifiche all'originale per migliorarne la leggibilità, i concetti sono rimasti invariati)



[Edited at 2007-10-26 04:26]


 
Mario Cerutti
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Scuole di traduzione anacronistiche Oct 26, 2007

Chiara Santoriello wrote:
...ecco perché mi arrivano testi da rivedere che devono essere interamente rifatti, perché se molti ragionano come te e, soprattutto lavorano nel modo da te descritto, poveri noi...

Proprio sicura che questi testi interamente da rifare non siano stati scritti da laureati in lingue o in traduzione? Non basta forse vedere come si scrive nei forum o quali richieste d'aiuto si fanno per capire che la generalizzazione laureato-non laureato in lingue non ha senso?

Le scuole/università di traduzione sono anacronistiche e come tali destinate a scomparire nonostante la comprensibile resistenza dei docenti. Il mondo è cambiato e le risorse per apprendere le lingue, ma soprattutto per aumentare la propria cultura generale ma anche, perché no sebbene entro certi limiti, quella specialistica, sono ora vastissime e potenzialmente alla portata di tutti.

Un tempo erano pochi a potersi permettere di viaggiare per impararle e quindi non c'era altro mezzo che affidarsi alle scuole locali. Chi ha successo ora è solo chi conosce bene la lingua sorgente, sa scrivere adeguatamente bene nella propria lingua, trova motivazione nel lavoro che fa e sa usare bene le immense risorse a propria disposizione. Il talento non è mai nato dietro i banchi di scuola e anche i traduttori non fanno eccezione a questa verità.

Francamente nessuno è ancora riuscito a convincermi che per divenire buoni traduttori sia necessario frequentare una scuola specializzata. Ma sono sempre disponibile a ricredermi di fronte ad argomentazioni valide.

Mario Cerutti


 
Chiara Santoriello
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La mia risposta Oct 26, 2007

Mario Cerutti wrote:



Francamente nessuno è ancora riuscito a convincermi che per divenire buoni traduttori sia necessario frequentare una scuola specializzata. Ma sono sempre disponibile a ricredermi di fronte ad argomentazioni valide.

Mario Cerutti


Come per qualsiasi altra professione che richiede studi specialistici è così anche per la traduzione. Nulla si improvvisa e la mera conoscenza della lingua per tradurre non basta, ci vuole altro.


 
transparx
transparx  Identity Verified
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was talking in jest... Oct 26, 2007

Giulia TAPPI wrote:

2) grazie di mettere in evidenza UN errore di battitura nel mio post; io in genere, quando leggo i post degli altri, non correggo tutti gli errori di battitura (e neanche quelli di italiano, che pure ci sono...). Mi sembrava chiaro che volevo dire "scusate"!


Chi mi conosce sa bene che non correggo mai gli errori degli altri --non in pubblico; anzi mi sono sempre battuto, e continuerò a farlo, perché questa pratica --purtroppo cara ad alcuni-- possa fare la fine che merita. Il tuo non è un errore 'possibile', è chiaro. Ed è chiaro che è un errore di battitura. Proprio per questo mi sono permesso di metterlo in evidenza.

Come molti altri, sono contrario all'albo e mi sembra evidente che le argomentazioni di chi ne sostiene invece la necessità siano piuttosto deboli. Condivido quanto è stato detto dagli altri finora, ma vorrei anche aggiungere che, in un paese come l'Italia, un albo non può che lasciare il tempo che trova. Saremo tutti 'cani e porci' --espressione a te cara e che sembra poi aver arricchito il vocabolario di Chiara-- ma esistono cani e porci ricchi e cani e porci poveri; quelli ricchi riuscirebbero senza dubbio a entrare a far parte dell'albo senza grossi problemi.

Mi sorprende -e mi rattrista- però notare che (chissà perché...) quelli che si sono detti a favore dell'albo hanno usato toni sgarbati, se non offensivi. Ritengo che non sia importante soltanto ciò che si dice, ma come si dice.

La mia è stata una semplice reazione.

ah sì, dimenticavo... io non sapevo cosa fosse una cartella fino a due anni fa, quando ho aderito a Proz.com...


 
Giulia TAPPI
Giulia TAPPI  Identity Verified
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ancora su cani e porci Oct 26, 2007

Certo, l'espressione è volgare, ma l'ho usata proprio perché certe volte fa bene sfogarsi.
E se mi sono scusata, era proprio perché non intendevo offendere nessuno.
In compenso, sono stupita di vedere che alcuni di voi l'hanno presa per sé stessi...

Vorrei anche precisare che, non vivendo in Italia, sono intervenuta su questo argomento più per sottolineare l'esigenza di una tutela della nostra profesione, che per appoggiare in modo specifico la proposta di legge ita
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Certo, l'espressione è volgare, ma l'ho usata proprio perché certe volte fa bene sfogarsi.
E se mi sono scusata, era proprio perché non intendevo offendere nessuno.
In compenso, sono stupita di vedere che alcuni di voi l'hanno presa per sé stessi...

Vorrei anche precisare che, non vivendo in Italia, sono intervenuta su questo argomento più per sottolineare l'esigenza di una tutela della nostra profesione, che per appoggiare in modo specifico la proposta di legge italiana a cui si faceva riferimento.

Per finire, vorrei dire a Mario che tra poco, qui a Parigi, festeggeremo i 50 anni della nostra scuola, l'ESIT, a cui auguro lunga vita e che secondo me non è per niente destinata a scomparire.

Se i criteri di ammissione all'ESIT (laurea, preferibilmente non solo in lingue, ma anche in economia, legge, o materie scientifiche + concorso di ammissione molto selettivo, basato su prove pratiche di traduzione) fossero generalizzati, forse tanti problemi sarebbero risolti.

E come mai molte agenzie francesi, quando cercano dei traduttori, usano gli annuari o dell'ESIT o della SFT, il nostro sindacato?

Un saluto a tutti.

Giulia
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Mario Cerutti
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Internet e la legge del mercato Oct 26, 2007

Giulia TAPPI wrote:
Se i criteri di ammissione all'ESIT (laurea, preferibilmente non solo in lingue, ma anche in economia, legge, o materie scientifiche + concorso di ammissione molto selettivo, basato su prove pratiche di traduzione) fossero generalizzati, forse tanti problemi sarebbero risolti.

E come mai molte agenzie francesi, quando cercano dei traduttori, usano gli annuari o dell'ESIT o della SFT, il nostro sindacato?

Se i criteri di ammissione all'ESIT sono così severi - e da questo deduco che molti laureati in traduzione falliranno con loro grande meraviglia - il numero di quelli "qualificati" rimarrà contenuto. Forse saranno troppo pochi per soddisfare la domanda del mercato e di conseguenza applicheranno tariffe più alte proprio secondo la legge del mercato. Ecco quindi che molte agenzie si rivolgeranno altrove per rimanere competitive a dispetto del sindacato che, pur forte che sia, non riuscirà mai a impedire questa migrazione. Soluzione: abolire Internet. Soluzione impossibile.

Mario Cerutti
P.S.: non vivo in Italia, non sono laureato in traduzione né in lingue ma i molti clienti che ho continuano a fidarsi di me.


 
Emanuela Galdelli
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Vi racconto il mio punto di vista Oct 26, 2007

Non ce la prendiamo... In fondo stiamo parlando di un argomento interessantissimo!

Ma il confronto è sempre produttivo, a tutti i livelli.

Vi dico la mia. Sicuramente è già stato detto da molti, ma io non leggo sempre i fora, mi sarà sfuggito.

Tempo fa appare su un mio PO la dicitura "Lei attesta con la presente di aver sottoscritto presso una compagnia assicurativa una polizza che gara
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Non ce la prendiamo... In fondo stiamo parlando di un argomento interessantissimo!

Ma il confronto è sempre produttivo, a tutti i livelli.

Vi dico la mia. Sicuramente è già stato detto da molti, ma io non leggo sempre i fora, mi sarà sfuggito.

Tempo fa appare su un mio PO la dicitura "Lei attesta con la presente di aver sottoscritto presso una compagnia assicurativa una polizza che garantisca tutte le conseguenze pecuniarie della sua responsabilità civile professionale".

Ora questo "tutte" mi ha lasciato perplessa e un po' preoccupata.

Non siamo medici, ma immaginiamo di tradurre istruzioni per l'uso di un macchinario delicato che potrebbe creare ferimenti, danni fisici ecc. e di aver dimenticato un "non" in una frase o di averlo messo ove non va messo... Es.: "Assicurarsi di aver chiuso lo sportello della macchina prima di utilizzarla" invece di "Assicurarsi di non aver chiuso lo sportello della macchina prima di utilizzarla". L'esempio è un po' futile, ma rende l'idea.

Se le istruzioni fossero seguite alla lettera da un utente poco attento (cosa poco probabile, ma succede), immaginate le conseguenze di un ferimento o esagerando di un decesso?

Quali conseguenze pecuniarie ci sarebbero in tal caso? Quanti mila euro? Se non ho l'assicurazione chi paga il leso?

Non mi sono informata su casi simili, ma l'errore di un interrpete o di un traduttore può creare un incidente diplomatico quindi siamo a rischio da questo punto di vista. E poiché a volte siamo stanchi, se commettessimo un errore e ciò sfuggisse all'eventuale proofreader o il proofreader non ci fosse proprio che succederebbe?

Ho chiamato almeno 4 compagnie assicurative.

La polizza per responsabilità civile professionale esiste, ma per gli avvocati, i medici, ecc.

Noi traduttori non siamo "classificati".

Il mio assicuratore non ha potuto prepararla in tempi brevi e mi ha detto "sai non sappiamo come classificarti, poiché non esiste un albo professionale".

La risposta è stata simile per tutte e 4 le compagnie.

Ci sarà sicuramente il modo di contrarre una simile polizza, ma l'albo in questo caso avrebbe accelerato i tempi.

Alla fine ho rinunciato al lavoro ed alla polizza, anche se non costa molto (intorno ai 200 -250 euro annui), troppo complicato.

Che ne pensate? Voi la avete?

Per queste cose desidererei poter iscrivermi ad un albo, quanto all'esame di ammissione, beh... ne facciamo tutti i giorni, non è un problema.

Direi che per questa ragione sarebbe utile.

Vi auguro una splendida giornata e vi regalo un sorriso per il "non classificato"!



Emanuela

P.S.: se mi cogliete a fare un errore di battitura, perdonatemi, ho dormito 4 ore, come avviene molto spesso ultimamente
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Giulia TAPPI
Giulia TAPPI  Identity Verified
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non mi stupisce per niente che i clienti abbiano fiducia in te Oct 26, 2007

Mario Cerutti wrote:

Giulia TAPPI wrote:
Se i criteri di ammissione all'ESIT (laurea, preferibilmente non solo in lingue, ma anche in economia, legge, o materie scientifiche + concorso di ammissione molto selettivo, basato su prove pratiche di traduzione) fossero generalizzati, forse tanti problemi sarebbero risolti.

E come mai molte agenzie francesi, quando cercano dei traduttori, usano gli annuari o dell'ESIT o della SFT, il nostro sindacato?

Se i criteri di ammissione all'ESIT sono così severi - e da questo deduco che molti laureati in traduzione falliranno con loro grande meraviglia - il numero di quelli "qualificati" rimarrà contenuto. Forse saranno troppo pochi per soddisfare la domanda del mercato e di conseguenza applicheranno tariffe più alte proprio secondo la legge del mercato. Ecco quindi che molte agenzie si rivolgeranno altrove per rimanere competitive a dispetto del sindacato che, pur forte che sia, non riuscirà mai a impedire questa migrazione. Soluzione: abolire Internet. Soluzione impossibile.

Mario Cerutti
P.S.: non vivo in Italia, non sono laureato in traduzione né in lingue ma i molti clienti che ho continuano a fidarsi di me.


dato il tuo curriculum!

Ripeto ancora una volta che non ho mai detto che persone altamente qualificate in settori specialistici non siano atti a fare i traduttori.
Ho detto (e continuo a pensarlo) che sul mercato ci sono troppe persone non qualificate, che fanno il traduttore perché possono, mentre non possono fare altro : il medico, l'avvocato, il commercialista...

Quanto alla tua analisi del mercato, è proprio così.
Le agenzie cercano prima chi è qualificato; se il prezzo è troppo alto, prendono chi lo è di meno, e pazienza per il cliente, che, lui, paga il prezzo pieno!

E se invece di abolire Internet facessimo a meno delle agenzie?

Non è poi così difficile creare una rete di colleghi che fanno diverse lingue, per offrire il servizio ai propri clienti (diretti).

Ma in questo caso bisogna:
1) essere sicuri che il collega è qualificato
2) essere solidali sui prezzi

Finché non sarà così, il mercato rimarrà qual'è adesso.

PS Ma perché i laureati in traduzione dovrebbero fallire i test di ammissione all'ESIT?
Allora sono i non-laureati ad avere più possibilità?
E' vero che non conosco il contenuto delle lauree italiane in traduzione, ma non mi sembra giusto presumere che siano di basso livello.
Che ci siano dei laureati ignoranti, è vero di sicuro; ma che chi non ha la minima qualifica sia meglio, mi sembra un presupposto difficile da dimostrare.

[Modifié le 2007-10-26 10:24]


 
Mario Cerutti
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Ordine professionale Oct 26, 2007

Giulia TAPPI wrote:
Ma perché i laureati in traduzione dovrebbero fallire i test di ammissione all'ESIT?

Lo deduco da quanto hai affermato: se l'ESIT richiede almeno la laurea in traduzione significa che al concorso partecipano almeno tutti quelli laureati in traduzione, e se il concorso di ammissione è così selettivo significa che qualcuno rimane fuori, vero? E questo non significa forse che non basta essere laureati in traduzione per essere qualificati alla professione secondo l'ESIT?

E' vero che non conosco il contenuto delle lauree italiane in traduzione, ma non mi sembra giusto presumere che siano di basso livello.

Non ho mai detto questo, anche se mi piacerebbe saperne di più su quello che veramente s'impara nelle università di traduzione rispetto a chi la carriera se l'è costruita in altro modo e con altrettanto successo. Affermo solo, e questo lo devo in gran parte proprio a quello che vedo in Proz.com, che vi sono laureati in traduzione che non dovrebbero pretendere di essere bravi, e per questo farsi pagare più degli altri, solo perché possono sbandierare il pezzo di carta.

Che ci siano dei laureati ignoranti, è vero di sicuro; ma che chi non ha la minima qualifica sia meglio, mi sembra un presupposto difficile da dimostrare.

Non ho mai detto nemmeno questo, né ovviamente lo penso. Occorre però vedere cosa s'intende per qualifica nel settore delle traduzioni. D'altra parte vi sono molti traduttori di successo che l'università di traduzione non l'hanno frequentata. Naturalmente mi riferisco a quelli più bravi di me.

Ma ritornando all'oggetto vero della discussione, non capisco perché si voglia desiderare così fortemente l'albo e in forma così esclusiva. Se fosse per ottenere vantaggi pratici, quale la polizza assicurativa, lo potrei anche capire. Ma se fosse solo per sbarazzarsi in modo sbrigativo della concorrenza cosiddetta poco qualificata mi farebbe solo un po' sorridere, anche perché a questo penserebbe spietatamente la legge del mercato. Se i traduttori che tanto desiderano l'albo si sentono più bravi per antonomasia (e non fanno mai errori quando traducono manuali di macchinari potenzialmente pericolosi), di che si devono preoccupare? Di fronte a tale sicurezza potranno certamente reclamare la fetta più prestigiosa del mercato e clienti sempre soddisfatti e pronti a pagare le tariffe più alte.

Mario Cerutti

[Edited at 2007-10-26 13:01]


 
Chiara Santoriello
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La mia risposta a Mario Oct 26, 2007

Mario Cerutti wrote:



Ma ritornando all'oggetto vero della discussione, non capisco perché si voglia desiderare così fortemente l'albo e in forma così esclusiva. Se fosse per ottenere vantaggi pratici, quale la polizza assicurativa, lo potrei anche capire. Ma se fosse solo per sbarazzarsi in modo conveniente della concorrenza cosiddetta poco qualificata mi farebbe solo un po' sorridere, anche perché a questo penserebbe spietatamente la legge del mercato.

Mario Cerutti


In linea generale non si chiede l'Albo per sbarazzarsi della concorrenza, ma per altri motivi.
Uno di questi è quello che hai citato, avere una cassa pensioni come quella di tanti altri ordini professionali che ci consentirebbe di non versare i soldi alla gestione separata dell'INPS, una delle peggiori, con il rischio di non ritrovarceli, secondariamente, per avere una maggiore visibilità, vale a dire per non essere "cani sciolti" e riuscire ad avere anche quelle poche agevolazioni che, per alcune professioni regolamentate sono la norma, vedi la polizza per responsabilità civile come ha citato Manuela, oppure recarsi da un gestore di telefonia e chiedere se ci sono agevolazioni per i traduttori e gli interpreti e sentirsi dire che ci sono per architetti, ingegneri, questo perché sono attività regolamentate da un Ordine. Vorrei inoltre ricordare che l'Ordine è più forte di qualsiasi associazione in quanto l'iscrizione per chi svolge l'attività è obbligatoria mentre non lo è per l'associazione.


 
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