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DOVE STA LA FREGATURA?
Thread poster: fionainrome
Anna Lanave
Anna Lanave  Identity Verified
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Trattativa Dec 13, 2007

Dopo che ti sarai informata bene da tutte le fonti possibili (colleghi, commercialisti, agenzia delle entrate, ecc.), dopo che avrai accumulato le informazioni che ti servono e che avrai ben chiaro quanto devi chiedere al tuo committente, avendo stabilito con certezza qual è il minimo al di sotto del quale non puoi andare, dovrai iniziare la trattativa.

Non è facile trattare, soprattutto all'inizio, ma ti devi abituare, perché sarà una parte fondamentale del tuo lavoro autonomo.
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Dopo che ti sarai informata bene da tutte le fonti possibili (colleghi, commercialisti, agenzia delle entrate, ecc.), dopo che avrai accumulato le informazioni che ti servono e che avrai ben chiaro quanto devi chiedere al tuo committente, avendo stabilito con certezza qual è il minimo al di sotto del quale non puoi andare, dovrai iniziare la trattativa.

Non è facile trattare, soprattutto all'inizio, ma ti devi abituare, perché sarà una parte fondamentale del tuo lavoro autonomo.

Forza e coraggio e in bocca al lupo.

Anna
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Mariella Bonelli
Mariella Bonelli  Identity Verified
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Si tratta di libera professione Dec 13, 2007

fionainrome wrote:
Ma alla fine sta partita IVA non conviene proprio... o sbaglio!?


Non ne farei una questione di convenienza. Il fatto è che non si può lavorare in modo continuativo in ritenuta d'acconto. E se ti conviene o no dipende solo da quanto fatturi rispetto alle spese che hai. E poi nei tuoi interventi, scusami, ma continui a ragionare come una lavoratrice dipendente. Non dipendi da questo cliente. Tu stai per diventare una libera professionista e potrai lavorare anche, o solo, per altri committenti. Non è oculato far dipendere la tua vita professionale da un solo cliente. Se un giorno lui ti sparisce che fai? Prova a pensare in termini più ampi. Ti interessa intraprendere la strada della libera professione, con tutto ciò che essa comporta in fatto di ricerche di nuovi clientil, oscillazioni del mercato, tasse, ecc. o è un posto fisso che preferiresti trovare?


 
Laura Gentili
Laura Gentili  Identity Verified
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partita IVA Dec 13, 2007

fionainrome wrote:

Ma c'è qualcuno di voi che si è trovato in una situazione simile? Cioè ad avere un contratto a progetto o di collaborazione occasionale con un cliente con il quale lavorava come un lavoro part time ( 2-3 giorni a settimana) che poi ha chiesto di passare alla partita Iva



Posso dirti che conosco varie insegnanti di inglese che sono state costrette, dopo aver lavorato come co.co.co per anni, ad aprire la P.IVA. Sono partite iva ovviamente fittizie, nel senso che lavorano per un unico committente, in orari e luoghi stabiliti dal medesimo, ecc.
A me risulta che si siano tutte trovate in tasca meno soldi di prima, in particolare come co.co.co il datore di lavoro era costretto a pagare una quota superiore di INPS, mentre con la P. IVA la quota INPS pagata dal datore di lavoro è scesa al 4%.

In ogni caso se apri la P.IVA con regime agevolato per i primi 3 anni pagherai una IRPEF forfettaria del 10% (se non superi i 40.000 euro lordi all'anno), quindi nel tuo caso verresti a pagare:
10% di IRPEF
20% circa di INPS (che è attualmente quasi al 24% ma il tuo datore di lavoro paga il 4%)
2-3% di IRAP (dipende dalla regione)
??? di commercialista (a meno di non avvalerti di un tutor messo a disposizione dalla sede dell'Agenzia delle Entrate del luogo di residenza, tutor che dovrebbe aiutarti a compilare la dichiarazione dei redditi ecc.)

A fronte di questo potresti però scaricare delle spese e un po' di IVA. Per es. se paghi un commercialista 1000 euro all'anno + IVA, quindi 1200 euro, puoi recuperare questi 200 euro.


Diciamo quindi che per i primi 3 anni pagheresti un 35% fra tutto.

Laura


 
Daniele Martoglio
Daniele Martoglio  Identity Verified
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Alcuni dati utili... Dec 13, 2007

fionainrome wrote:

Il fatto è che quando ho fatto questo colloquio facevo ancora l'insegnante di inglese e non ero un lavoratore autonomo, quindi non sapevo ancora neanche se mi avrebbero fatto un contratto a progetto o una collaborazione occasionale e loro mi hanno detto solo mesi dopo che mi sarei dovuta fare la partita IVA. Comunque, sono stati loro a parlare di NETTO. Deduco quindi che loro ora con la P.I. mi devono il lordo (visto che io ci devo pagare sopra le tasse ecc) e che questo è un mio "diritto" .... almeno lo spero con tutto il cuore


Fiona, hai messo le virgolette attorno alla parola "diritto", e spero che tu abbia inteso questa parola appunto "tra virgolette", in senso moooooolto largo..

Giustamente tu provieni dal lavoro praticamente dipendente e ti sei trovata catapultata nel lavoro autonomo praticamente non per tua scelta.

Rifletti: perchè non ti assumono? E qui proverò ad aggiungere alcune riflessioni che ti fanno capire cosa sono davvero i "costi" per quella azienda.

Finora, praticamente, hai lavorato come dipendente part-time a 16 ore a settimana (hai detto circa due giorni a settimana) seppur senza una formale assunzione, producendo per loro circa 9 minuti di sottotitolato l'ora. Come praticamente dipendente questo corrispondeva a 18 euro l'ora che ti ritrovavi in tasca.

Già guardando alla tua retribuzione oraria si vede che è qualcosa di intermedio tra una retribuzione di un dipendente e quella di un freelance. Sicuramente è troppo bassa per un freelance, indipendentemente dal settore.

Un dipendente che prende in mano 1200 euro, costa all'azienda (imposte, inps e varie) quasi il doppio. Ossia quasi 2400 euro. E inoltre c'è un'altro costo: la difficoltà a licenziarti, che per l'azienda ha comunque un peso. Non solo a licenziarti perchè ne hanno abbastanza di te, ma per esempio quando ci sono i momenti morti, ti devono pagare ugualmente! Invece un freelance lo paghi quando ne hai bisogno, e se ne hai bisogno vuol dire che stai vendendo e che quindi lui ti PRODUCE SOLDI!

Tu però non eri propriamente dipendente, ma lavorando a ritenuta d'acconto costavi al tuo datore di lavoro 1500 euro. Infatti 1500 -20% = 300 euro di ritenuta d'acconto che lui versava allo stato come acconto sulle TUE tasse (irpef).

Tuttavia questo modo di lavorare, funziona appunto per situazioni temporanee, occasionali. Non hai nessuna copertura pensionistica per esempio. Leggendo sui forum vedo che il limite in Italia è di 5000 euro (io vivo all'estero).

fionainrome wrote:
...anche che i miei"datori" di lavoro non penseranno mai che io potrò accettare di trovarmi con la metà dei soldi di prima dopo 10 mesi che lavoro regolarmente per loro.


Spero che i signori dell'agenzia delle entrate non leggano i tuoi post, perchè 1200 x 10 a occhio e croce è un pochettino più di 5000

Molte persone qui hanno posto e risposto alla domanda: quanto del fatturato ti rimane in mano. Sono stati date diverse percentuali. Un'errore che leggo spesso è dire 23% di INPS + TOT% di IRPEF...

Non è che le due percentuali si sommano!!!

Voi dal lordo fatturato TOGLIETE l'INPS pagato, e quello è l'imponibile. L'INPS è una spesa così come il computer o i vocabolari.. Mi sembra di capire che in Italia l'INPS lo pagate a rate poco frequenti, un paio di volte l'anno, quindi la deducibilità non è immediatamente percepibile, ma comunque la quota di fatturato versata all'INPS non fa parte dell'imponibile.

Qualche giorno fa avevo provato a calcolare esattamente questa famosa "percentuale che resta". I miei calcoli erano una comparazione italiana-polacca. Per ora soprassiedo dal confronto polacco, e riporto qui i risultati.

Con un foglio excel, ho fatto i calcoli per fatturati crescenti a passi di 5000 euro, da 10'000 euro in su. E poi ho fatto i calcoli per diversi valori delle spese detraibili annue. Ho considerato:

- ricavo lordo come differenza tra fatturato e spese
- quota INPS come 23,5% del ricavo lordo
- imponibile come differenza tra ricavo lordo e quota INPS
- imposte IRPEF secondo le aliquote in vigore
- IRAP al 4,25% (so che non in tutte le regioni è uguale)
- guadagno netto come imponibile - IRPEF - IRAP

Poi ho calcolato la percentuale del guadagno netto sul fatturato.

Ecco il risultato: con spese a 5000 euro l'anno.
---------------
10'000 euro di fatturato: resta in mano il 37%
15'000 euro di fatturato: resta in mano il 45%
20'000 euro di fatturato: resta in mano il 47%
25'000 euro di fatturato: resta in mano il 49%
30'000 euro di fatturato: resta in mano il 50%
35'000 euro di fatturato: resta in mano il 50%
40'000 euro di fatturato: resta in mano il 50%
45'000 euro di fatturato: resta in mano il 52%
50'000 euro di fatturato: resta in mano il 51%
55'000 euro di fatturato: resta in mano il 50%
60'000 euro di fatturato: resta in mano il 50%
65'000 euro di fatturato: resta in mano il 49%
70'000 euro di fatturato: resta in mano il 49%
75'000 euro di fatturato: resta in mano il 49%
80'000 euro di fatturato: resta in mano il 47%
---------------

Ecco il risultato: con spese ZERO (un ipotetico traduttore principiante che ha non compra nessuna risorsa hardware e software, nessun vocabolario, internet lo paga mamma, lavora al super-risparmio):
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10'000 euro di fatturato: resta in mano il 67%
15'000 euro di fatturato: resta in mano il 63%
20'000 euro di fatturato: resta in mano il 61%
25'000 euro di fatturato: resta in mano il 60%
30'000 euro di fatturato: resta in mano il 58%
35'000 euro di fatturato: resta in mano il 58%
40'000 euro di fatturato: resta in mano il 57%
45'000 euro di fatturato: resta in mano il 57%
50'000 euro di fatturato: resta in mano il 55%
55'000 euro di fatturato: resta in mano il 54%
60'000 euro di fatturato: resta in mano il 53%
65'000 euro di fatturato: resta in mano il 53%
70'000 euro di fatturato: resta in mano il 52%
75'000 euro di fatturato: resta in mano il 52%
80'000 euro di fatturato: resta in mano il 50%
---------------

Tutto questo riguarda il regime ordinario, chiaramente. Non conosco tutte i dettagli dei vari regimi agevolati.

Se non dovessi usufruire di un regime agevolato, dovresti fatturare almeno 2000 euro/mese in base ai quali ti rimarrebbero in mano 1200 euro (nel caso di spese zero) o anche meno, se hai delle spese per svolgere la tua attività...

Per il tuo cliente si tratterebbe di un'aumento delle spese "teorico" da 1500 a 2000, ma in realtà se lui ti avesse assunta, finora ne avrebbe spesi 2400.. E il fatto che lo stato gli permette di usare una soluzione temporanea - il lavoro a ritenuta d'acconto - è una concessione non un diritto del tuo cliente...

INOLTRE: probabilmente con un regime agevolato potresti chiedere meno di 2000 e ti rimarrebbero in mano i tuoi 1200 euro, ma ti conviene?.

Lui avendo te come fornitore è completamente libero nei tuoi confronti. Non ti deve neanche "mandare via". Tu non sei SUA. Ogni mese, ogni incarico, è una singola decisione di entrambe le parti.

La ditta pincopallino ha sempre comprato i trapani prodotti a Varese. Un bel giorno arriva un cinese e ha prezzi migliori. Ciao ciao. La ditta di Varese non vende più. Al massimo gli dice "scusami". Ma non è neanche tenuto a farlo.

Diritto è il diritto a essere pagati per il servizio che si offre.

Non c'è diritto a ricevere il lavoro.

Terribile? Mostruoso? Un'incertezza continua?

E allora capisci che 2000 euro pagati a te da una ditta che è completamente libera di smettere di usarti e usare qualcun'altro se a loro converrà, non sono PIU' SOLDI di 1200 euro pagati ad una persona alla quale si è vincolati?

Quindi:

1) Il confronto dei COSTI ECONOMICI non indica un'aumento cosi grande tra quello che ti danno adesso e quello che ti dovranno dare.

2) Il fatto che hanno potuto pagarti come hanno fatto finora è una CONCESSIONE dello stato, a tempo limitato.

3) Esistono costi NON DIRETTAMENTE ECONOMICI, per cui pagare un freelance 100 può essere MENO PESANTE che pagare un dipendente 30.

Morale della favola:

Non essere timida. Non gli stai chiedendo la luna.

Daniele

PS: se volete posso pubblicare i risultati delle percentuali che restano in mano per un freelance in Polonia, ma poi ho paura che vi ritrovo tutti qui

[Edited at 2007-12-13 15:23]


 
Laura Gentili
Laura Gentili  Identity Verified
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L'INPS è sul lordo Dec 13, 2007

Daniele,
L'INPS è sul lordo.
Nel regime agevolato paghi l'INPS sul lordo e stop. Nel regime ordinario, a partire dal secondo anno puoi portare l'INPS pagata l'anno precedente in detrazione dall'imponibile.
In pratica Fiona pagherebbe per 4 anni l'INPS al 23,8% (da cui detrarre il 4% a carico del committente).


Laura


 
Daniele Martoglio
Daniele Martoglio  Identity Verified
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Parlo sempre del regime ordinario... Dec 13, 2007

Laura Gentili wrote:

Nel regime ordinario, a partire dal secondo anno puoi portare l'INPS pagata l'anno precedente in detrazione dall'imponibile.
In pratica Fiona pagherebbe per 4 anni l'INPS al 23,8% (da cui detrarre il 4% a carico del committente).
Laura


OK, quindi:

FATTURATO: quello che scrivi sulle fatture, se scrivi 100+IVA è il "100"

SPESE: la somma delle spese detraibili (es.: 10, ho comprato un vocabolario)

RICAVO NETTO: fatturato - spese (es. 100-10= 90)

INPS: 23,5 dei 90 = 21,15 (non parlo del 4% a carico del committente perchè mi sembra pura filosofia, questo vuol dire che la tariffa indicata è il 96% della tariffa locale. Non esiste mica solo l'Italia, a loro interessa quanto COSTA il servizio, la distinzione 4%+19,5% è pura metafisica italiana)

IMPONIBILE: RICAVO NETTO - INPS (90-21,15= 68,85) Capisco che si tratta dell'INPS dell'anno prima, ma immagino una situazione a lungo termine, con un livello di guadagno fisso, quindi detraggo più o meno lo stesso INPS che adesso sto pagando per l'anno in corso.

IRPEF: aliquote calcolate sull'IMPONIBILE! quindi sui 68,85!

Quello che volevo sottolineare è che non è che sia l'INPS che l'IRPEF si tolgono dal ricavo lordo! Uno si detrae da quello che è rimasto dopo aver detratto l'altro! Quindi la percentuale di carico impositivo è minore della somma delle percentuali...

Laura Gentili wrote:
Daniele, L'INPS è sul lordo. Nel regime agevolato paghi l'INPS sul lordo e stop.


Ripeto, non conosco le regole dell'agevolato. Ma nel nostro caso, fornitori di servizi con spese molto ridotte, c'è poca differenza. Invece è importante ribadire che non si paga l'IRPEF sui soldi versati all'INPS! Anche se purtroppo in Italia la compensazione avviene a un anno di distanza (in Polonia ogni mese tolgo l'INPS pagato il mese precendente dal ricavo lordo e solo sulla differenza calcolo l'IRPEF...)

Daniele


 
Mariella Bonelli
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Infatti Dec 13, 2007

Daniele Martoglio wrote:
RICAVO NETTO: fatturato - spese (es. 100-10= 90)


È per questo che di fatto il carico fiscale non corrisponde a circa 50% del fatturato, ma a circa 50% del netto. La differenza può non essere irrisoria. Qualcuno mi dice se è corretto?


 
Fabio Scaliti
Fabio Scaliti  Identity Verified
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Daniele ha ragione Dec 13, 2007

Ciao a tutti,

un breve intervento per corroborare i volenterosi calcoli del generoso Daniele: il mio elenco di percentuali e aliquote è fuorviante, perché sembrerebbe che le aliquote vadano a sommarsi così come sono a creare un carico fiscale allucinante (scusa Arturo per il mezzo infarto).

L'applicazione corretta è quella di Daniele. Così risulta anche dalla compilazione dei miei modelli Unico.

Saluti,

Fabio


 
fionainrome
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Crepi Dec 13, 2007

Grazie a tutti. A Daniele volevo dire, sono 10 mesi che lavoro per loro ma non è dall'inizio che guadagno 1.200-1.300 (ANZI), all'inizio lavoravo proprio pochino, quindi a quei famosi 5000 all'anno non ci arrivo ancora. Cmq, speriamo che anche loro capiscano che non gli sto chiedendo la luna!!

Credo che queste persone, lavorando già con gente che ha la partita IVA, si rendano conto che dovranno per forza pagarmi il lordo. Però mi domando, se davvero si rifiutassero a quel punto n
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Grazie a tutti. A Daniele volevo dire, sono 10 mesi che lavoro per loro ma non è dall'inizio che guadagno 1.200-1.300 (ANZI), all'inizio lavoravo proprio pochino, quindi a quei famosi 5000 all'anno non ci arrivo ancora. Cmq, speriamo che anche loro capiscano che non gli sto chiedendo la luna!!

Credo che queste persone, lavorando già con gente che ha la partita IVA, si rendano conto che dovranno per forza pagarmi il lordo. Però mi domando, se davvero si rifiutassero a quel punto non aprirei la partita IVA, quindi come potrei chiedere loro di pagarmi i soldi che mi devono? Collaborazione occasionale? Boh.

Che brutta sorpresa tutta questa storia. Casco dalle nuvole. A chi mi ha chiesto se preferirei un lavoro da dipendente dico "no", perché non so voi, ma io qui in Italia di posti dove si guadagna "tanto" per lavorare due giorni non li ho mai trovati, certo è che se non risolvo la faccenda questo vanataggio non ci sarà più e allora chissà che non mi venga in mente di mettermi, anche se con enorme dispiacere perché questo lavoro mi piace, a cercare un posto fisso che ho sempre ritenuto una sorta di schiavitù.

Comunque, se la cosa andasse in porto e accettassero la mia proposta, prenderei un pò meno, sì, un 15%. Non mi piace, ma meglio del 35-40% in meno che prenderei se dicessero "no".

A Lanave... Crepi il lupo!



[Edited at 2007-12-13 16:51]

[Edited at 2007-12-13 17:00]

[Edited at 2007-12-13 17:12]
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Jo Macdonald
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Stai basso Dec 13, 2007

Se stai basso col fatturato, tipo sulle cifre che hai menzionato, probabilmente le ritenute d'acconto ti copriranno per una buona parte delle tasse da pagare. Potresti anche quasi pareggiare e aver poco da pagare d’anticipi. Se cominci ad avere + entrate ti trovi nella situazione di dover pagare molto di + di tasse. Paghi quelli di quest'anno e quelli dell’anno prox, non ci stai dentro.
Per me l'anno scorso è stato un disastro per via delle tasse. Prendo un anno per vedere come va, e
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Se stai basso col fatturato, tipo sulle cifre che hai menzionato, probabilmente le ritenute d'acconto ti copriranno per una buona parte delle tasse da pagare. Potresti anche quasi pareggiare e aver poco da pagare d’anticipi. Se cominci ad avere + entrate ti trovi nella situazione di dover pagare molto di + di tasse. Paghi quelli di quest'anno e quelli dell’anno prox, non ci stai dentro.
Per me l'anno scorso è stato un disastro per via delle tasse. Prendo un anno per vedere come va, e se va cosi ancora quest'anno chiudo in Italia e vado in Spagna dove la tassazione ti lascia abbastanza soldi per vivere, anche il Portogallo dovrebbe esser su quei livelli. La tassazione e il costo della vita in Italia è fra i + alti in Europa, tariffe per traduttori fra i + bassi.


[Edited at 2007-12-13 18:32]
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fionainrome
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Domani vado dal commercialista Dec 14, 2007

[quote]A_Nespoli wrote:
Cioè...prima di fasciarti la testa...fatti chiarire bene certi aspetti dal tuo commercialista...la legge rispetto a quando lavoravo io a ritenuta d'acconto è cambiata molto, ma io personalmente non ci ho rimesso così tanto nel passaggio.
Ciao

Mi rincuora molto sentirti dire questo. Comunque sono riuscita a prendere un appuntamento per domani con un commercialista e credo proprio che mi servirà perché quando si parla di "aliquota" per me è come parlare turco. Comunque vi farò sapere quello che mi dice.
Nuovamente grazie a tutti, siete stai di SCONFINATO aiuto!


 
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Commercialista dice... Dec 15, 2007

Bene sono andata dal commercialista e gli ho spiegato la mia situazione e in poche parole il succo del suo discorso è stato che se voglio percepire un netto di 2 euro più o meno devo chiedere un lordo di 3 euro al minuto. Dice che al mio cliente la cosa non dovrebbe stupire se lavora già con gente che ha la partita IVA. Mah... cmq penso che posso aprire la P.I. agevolata.
Non è che parlare con lui mi abbia sollevata granché, ora so solo quanto devo chiedere, nulla più....


 
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E QUESTO E' IL RISULTATO! Dec 17, 2007

Oggi in ufficio ho parlato con il titolare, dicendo che il commercialista mi ha detto che per rimanere sul netto di prima, adesso, aprendo la P.I., dovrei percepire un lordo di 3 euro + IVA. Subito vedo sgomento sul suo viso "ma no," mi dice "3 euro è impossibile." Io ribadisco che è ciò che mi è stato detto dal commercialista e che siccome al colloquio iniziale avevamo pattuito 2.06 NETTI al minuto mi sembra giusto continuare a percepire la stessa tariffa (escluse tasse ecc).

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Oggi in ufficio ho parlato con il titolare, dicendo che il commercialista mi ha detto che per rimanere sul netto di prima, adesso, aprendo la P.I., dovrei percepire un lordo di 3 euro + IVA. Subito vedo sgomento sul suo viso "ma no," mi dice "3 euro è impossibile." Io ribadisco che è ciò che mi è stato detto dal commercialista e che siccome al colloquio iniziale avevamo pattuito 2.06 NETTI al minuto mi sembra giusto continuare a percepire la stessa tariffa (escluse tasse ecc).

La persona interessata ha avuto il coraggio di dirmi che quella di prima era una situazione "agevolata, eccezionale" (!!!) e che ora le cose cambiano, che alcune tasse saranno a carico loro (immagino... il 3% dell INPS e basta). Hanno detto che comunque molte cose le potrò scaricare dall'IVA.... non mi risulta che i traduttori possano scaricare chissà che mentre loro hanno parlato di affitto, benzina, computer, viaggi!

Quando gli ho detto che il commercialista mi ha detto che così percepirei un 30% in meno loro hanno detto "il 30% è impossibile" e che ora faranno un fac simile di una mia busta paga per vedere quanto scenderebbe con una P.I. "e se ti sta bene bene, sennò.... pazienza."

La cosa che mi stupisce è che io sono l'unica traduttrice che hanno (le altre persone fanno sottotitoli in italiano dall'italiano) e che una volta, quando ho detto che avevo un problema e non potevo lavorare, hanno addirittura cominciato a sbraitare dicendo che li lasciavo nei casini, che ora dove la trovavano una traduttrice inglese-italiano italiano-inglese all'ultimo minuto (loro hanno SEMPRE commissioni all'ultimo minuto e da ciò che so pagano anche una penale molto alta se non consegnano il lavoro per tempo).

Quando mandai il mio curriculm a questa società ero indecisa se lavorare per loro perché in effetti 2.06 al minuto mi sembrava un pò poco (come anche i 10 euro a cartella delle traduzioni cartacee che ogni tanto capitano) e mi hanno tampinato per convincermi almeno a fare un colloquio. La loro precedente traduttrice se ne era andata e non sapevano dove mettere le mani. Ora mi domando se anche lei non abbia subito lo stesso trattamento. Comunque... come mai ora è cambiata la situazione? Come mai non hanno più tanto bisogno di me? Pensano che non me ne andrò subito perché ho bisogno di soldi e magari intanto cominceranno a guardarsi intorno?

Ora vi chiedo con tutto il cuore un consiglio. Cosa fare? Dovrei lasciarli "nei casini", andandomene senza preavviso visto che comunque è palese che mi hanno presa in giro o che come minimo il loro comportamento è stato scorretto? Oppure dovrei rimanere magari passando ad 800 euro al mese, aprire comunuqe la PI e cercare altri lavori (che comunuque non mi sembra si trovino così facilmente)?
Inoltre la PI la potrei chiudere quando voglio se dovessi trovare un lavoro per cui non serve ( da dipendente)?

Altra domanda: se me ne andassi, potrebbero per caso rifiutarsi di pagarmi i soldi che mi devono (circa 3.000 euro) visto che sostengono che non possono più pagarmi con la ritenuta d'acconto e io a quel punto la P.I. non la aprirei?

Non mi aspettavo davvero questa sorpresa. Non so proprio cosa fare. La cosa che mi stupisce è che per convincermi a lavorare con loro mi dissero addirittura "chi fa le traduzioni da noi guadagna un minimo di 1.100 ad un massimo di 1.500 netti al mese." Sarò stata ingenua io, ma questa persona è stata a dir poco scorretta.

Voi al posto mio cosa fareste?
Vi prego... rispondete... è urgente!
Grazie di cuore.

[Edited at 2007-12-17 14:06]
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Jo Macdonald
Jo Macdonald  Identity Verified
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Ciao Fiona Dec 18, 2007

Personalmente non avrei che fare con uno che vuole che apri la Piva con un’offerta comico tipo 10€/cartella o 1.000€/mese. Apri la Piva se pensi da fare dai 3-5.000/mese.

[Edited at 2007-12-18 16:58]


 
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