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Tradurre per amore o per soldi?
Thread poster: gianfranco
gianfranco
gianfranco  Identity Verified
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Mar 5, 2008

Trovo in una rivista (NON di traduzione) una serie di dieci domande che, opportunamente rivoltate, sono adattabili al nostro lavoro.


  • 1. Amate tanto tradurre da volerlo fare tutti i giorni, tutto il giorno (e anche qualche notte)?
    Per i traduttori freelance non ci sono, ripeto "non ci sono" vacanze pagate e non esistono le otto ore lavorative al giorno.

  • 2. Potete vivere con la paga di un operaio non qualificato?
    Un traduttore sp... See more
  • Trovo in una rivista (NON di traduzione) una serie di dieci domande che, opportunamente rivoltate, sono adattabili al nostro lavoro.


  • 1. Amate tanto tradurre da volerlo fare tutti i giorni, tutto il giorno (e anche qualche notte)?
    Per i traduttori freelance non ci sono, ripeto "non ci sono" vacanze pagate e non esistono le otto ore lavorative al giorno.

  • 2. Potete vivere con la paga di un operaio non qualificato?
    Un traduttore spesso guadagna poco più di un bidello, e certamente meno di un bravo ruspista.

  • 3. Quanto odiate lavorare per un padrone?
    Una delle grandi attrattive del lavoro autonomo è la gioia indescrivibile di lavorare senza la presenza incombente di un capo che vi controlla. Ma la scelta del lavoro autonomo non è un passo di poca importanza...

  • 4. Quando odierete lavorare per voi stessi?
    Un imprenditore di successo è un vero tiranno verso se stesso. Invece di stare a dormire un po' più a lungo, vi dovrete buttare giù dal letto con la sola forza di volontà per iniziare una lunga giornata al computer, oppure concentrarvi su un documento noiosissimo invece di guardare in TV la partita più importante dell'anno.

  • 5. Siete ben organizzati, ma riuscite a fare tre cose contemporaneamente?
    Pensate di poter fare quel lavoro importantissimo, cercando di non scordare di chiamare quel cliente che ha lasciato un messaggio urgente e avete ancora dei termini che vi sfuggono, da cercare o ricordare, per consegnare un altro lavoro "quasi finito" ma non ancora consegnato?

  • 6. Quanto vi piace lavorare da soli?
    Siete sicuri di voler trascorrere tanto tempo da soli senza contatti sociali? Le possibilità di avere colleghi o dipendenti sono minime, e non pensate neppure lontanamente a lavorare con vostra moglie/marito/partner. Ricordate (punto 4) che siete un tiranno...

  • 7. Potete permettervi di vivere per un periodo iniziale con cash-flow negativo?
    Domanda molto importante soprattutto per chi ha famiglia e figli. I primi tempi probabilmente non saranno facili dal punto di vista finanziario. Il massimo in cui si può sperare è sopravvivere e sperare che arrivino tempi migliori.

  • 8. Possedete gli strumenti di lavoro?
    Per fare una traduzione bastano una penna e un foglio di carta, ma per un servizio professionale servono tante cose. Occorre averle o pianificare il loro acquisto per tempo. Includere anche il tempo necessario per fare pratica e saper usare tutto con sicurezza, hardware e software, per essere pronti a rispondere al cliente.

  • 9. Quali sono le vostre strategie per trovare clienti?
    Sapete come trovare clienti locali o in zone geografiche distanti, o anche all'estero? Soprattutto, siete certi che esista un mercato per le competenze che possedete?

  • 10. Credete che tradurre per soldi sia una forma di prostituzione?
    Introdurre il concetto di attività commerciale nel mondo incantato della letteratura e della cultura potrebbe sembrare a molti quasi una volgarità. Sapendo che i soldi corrompono, riuscirete a mantenere la gioia che ricavate dalla traduzione anche facendolo per terzi?


    Tenete le risposte per voi, ma non barate!


    ciao
    Gianfranco


    PS: se avete altre domande di questo tipo, proponetele!
    Potrebbe diventare una raccolta interessante di riflessioni.




    [Edited at 2008-03-05 22:07] ▲ Collapse


  •  
    Anna Lanave
    Anna Lanave  Identity Verified
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    + ...
    Ne aggiungo una Mar 5, 2008

    11. Le persone che vivono intorno al traduttore sono in grado di capire quanto sopra elencato?
    Se il contesto familiare in cui il traduttore vive, e in molti casi lavora, non è in grado di comprendere che il traduttore globale ha uno stile di vita diverso da quello standard, la vita del traduttore risulterà parecchio complicata. Infatti, oltre a dover gestire quanto sopra elencato, dovrà dedicarsi anche a farlo capire al suo entourage.


     
    Rita Bilancio
    Rita Bilancio  Identity Verified
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    + ...
    eh sì.... Apr 27, 2008

    lanave wrote:

    11. Le persone che vivono intorno al traduttore sono in grado di capire quanto sopra elencato?
    Se il contesto familiare in cui il traduttore vive, e in molti casi lavora, non è in grado di comprendere che il traduttore globale ha uno stile di vita diverso da quello standard, la vita del traduttore risulterà parecchio complicata. Infatti, oltre a dover gestire quanto sopra elencato, dovrà dedicarsi anche a farlo capire al suo entourage.


    Non posso fare a meno di essere d'accordo con te, non ci resta che sperare che si "aprano la mente"...


     
    Aspirazioni Apr 27, 2008

  • 12. Pensi che un livello medio all'interno del mercato della traduzione sia un punto di arrivo?

    Ovvero, pensi che raggiungere un livello medio di qualità, di conoscenza e di risorse sia il massimo al quale puoi aspirare? O credi che il tuo vero obiettivo sia quello di diventare il traduttore migliore in assoluto? Più ami il mestiere e più bravo diventerai - e più bravo diventerai e più sarà alto il tuo valore anche in termini di soldi. Che ti piacciano o meno.
    ... See more
  • 12. Pensi che un livello medio all'interno del mercato della traduzione sia un punto di arrivo?

    Ovvero, pensi che raggiungere un livello medio di qualità, di conoscenza e di risorse sia il massimo al quale puoi aspirare? O credi che il tuo vero obiettivo sia quello di diventare il traduttore migliore in assoluto? Più ami il mestiere e più bravo diventerai - e più bravo diventerai e più sarà alto il tuo valore anche in termini di soldi. Che ti piacciano o meno.

    s

    [Edited at 2008-04-27 17:30] ▲ Collapse


  •  
    Giuseppina Gatta, MA (Hons)
    Giuseppina Gatta, MA (Hons)
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    + ...
    Hobby Apr 27, 2008

    13. Pensate che il lavoro di traduzione possa anche essere un hobby, da svolgere nei ritagli di tempo o per rimpolpare lo stipendio del lavoro a part-time, per "sopravvivere", per "avere qualche soldo in più in tasca" (come mi sono sentita dire varie volte), oppure debba essere svolto a tempo pieno, come una qualsiasi altra professione?

    [Edited at 2008-04-27 21:26]


     
    Angie Garbarino
    Angie Garbarino  Identity Verified
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    + ...
    Voglio rispondere alla 10 May 12, 2008

    gianfranco wrote:

  • 10. Credete che tradurre per soldi sia una forma di prostituzione?
    Introdurre il concetto di attività commerciale nel mondo incantato della letteratura e della cultura potrebbe sembrare a molti quasi una volgarità. Sapendo che i soldi corrompono, riuscirete a mantenere la gioia che ricavate dalla traduzione anche facendolo per terzi?


    [Edited at 2008-03-05 22:07]


  • Io credo fermamente che si debba tradurre per soldi, e mi ritengo fortunata di riuscire a fare "per soldi" il lavoro che amo.


    Credo che si lavori per soldi ma che sia una grossa fortuna riuscire a fare un lavoro che piace.

    Bye bye all


     
    Ina Glörfeld Salzano
    Ina Glörfeld Salzano
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    Ne ho una anch'io May 13, 2008

    12. Credete, che i NON- TRADUTTORI, possano mai capire quanto sia complesso e impegnativo questo lavoro?
    Tanta gente non capisce, che anche lavorando a casa si hanno degli orari e impegni da rispettare. Anzi, magari fanno un sorrisetto, come volessero dire: e che sarà mai il tuo lavoro!!!
    Vi è mai capitato?


     
    Lorenzo Lilli
    Lorenzo Lilli  Identity Verified
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    una risposta May 14, 2008

    gianfranco wrote:

  • 10. Credete che tradurre per soldi sia una forma di prostituzione?
    Introdurre il concetto di attività commerciale nel mondo incantato della letteratura e della cultura potrebbe sembrare a molti quasi una volgarità. Sapendo che i soldi corrompono, riuscirete a mantenere la gioia che ricavate dalla traduzione anche facendolo per terzi?



  • A volte sì, ho l'impressione di prostituirmi, ma in un caso diverso: quando mi trovo a dovere convincere il lettore a comprare prodotti che io non comprerei neanche se avessi soldi da buttare (per intenderci parlo di oggetti degni della rubrica "Mai più senza" di Cuore). D'altra parte è un lavoro sporco, ma qualcuno deve pur farlo


     
    gianfranco
    gianfranco  Identity Verified
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    Ma il nostro è un servizio come tutti gli altri... May 14, 2008

    Lorenzo Lilli wrote:
    A volte sì, ho l'impressione di prostituirmi, ma in un caso diverso: quando mi trovo a dovere convincere il lettore a comprare prodotti che io non comprerei neanche se avessi soldi da buttare (per intenderci parlo di oggetti degni della rubrica "Mai più senza" di Cuore). D'altra parte è un lavoro sporco, ma qualcuno deve pur farlo


    Non sono molto d'accordo su questo punto, o almeno bisogna fare delle distinzioni tra varie categorie di argomenti.

    Supponiamo che si tratti di tradurre un manuale, come ipotesi, di uno di quei prodotti per dimagrire che funzionano applicando elettrodi alla pancia o alle cosce, così che il grasso viene solleticato e sparisce (magari mentre guardiamo la TV e ci ingozziamo di cioccolatini e bigné ).
    Supponiamo che io non creda nella sua efficacia, ma mi danno da tradurre le istruzioni o del materiale per il marketing. Onestamente, io lo traduco e non mi pongo scrupoli, come non se li pone chi produce gli imballaggi, o chi trasporta la merce ai punti vendita o chi fornisce ogni altro servizio impiegato nella catena commerciale.
    Anche il nostro lavoro, in fondo, è un servizio normale come tutti gli altri. Voglio dire, il fatto che ci leggiamo il testo, e lo elaboriamo in altra lingua, non significa che dobbiamo necessariamente crederci o condividerlo

    Diverso il caso, beninteso, di traduzioni che hanno a toccare seri problemi etici contro cui possiamo avere forti obiezioni, anche a costo di rinunciare a un lavoro redditizio e rimetterci finanziariamente, ma almeno resta tranquillo con la propria coscienza. E qui ognuno fa le sue scelte personali.


    ciao
    Gianfranco



    [Edited at 2008-05-14 16:01]


     
    Gianni Pastore
    Gianni Pastore  Identity Verified
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    Qui ci vedo una contraddizione May 15, 2008

    gianfranco wrote:

    Supponiamo che si tratti di tradurre un manuale, come ipotesi, di uno di quei prodotti per dimagrire che funzionano applicando elettrodi alla pancia o alle cosce, così che il grasso viene solleticato e sparisce (magari mentre guardiamo la TV e ci ingozziamo di cioccolatini e bigné ).
    Supponiamo che io non creda nella sua efficacia, ma mi danno da tradurre le istruzioni o del materiale per il marketing. Onestamente, io lo traduco e non mi pongo scrupoli, come non se li pone chi produce gli imballaggi, o chi trasporta la merce ai punti vendita o chi fornisce ogni altro servizio impiegato nella catena commerciale.

    Diverso il caso, beninteso, di traduzioni che hanno a toccare seri problemi etici contro cui possiamo avere forti obiezioni, anche a costo di rinunciare a un lavoro redditizio e rimetterci finanziariamente, ma almeno resta tranquillo con la propria coscienza. E qui ognuno fa le sue scelte personali.



    Se non credi a quello che offre il prodotto perchè sai che non può funzionare, non ti stai rendendo complice di un inganno? Io in questo caso il problema di etica lo vedo, eccome. Cioè, se mi offrissero di tradurre la ricetta della pozione magica di Asterix, potrei farlo a cuor leggero, sapendo che parecchie migliaia di gonzi ci perderanno un sacco di soldi? Francamente, no.
    Gianni

    [Edited at 2008-05-15 13:26]


     
    María José Iglesias
    María José Iglesias  Identity Verified
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    Italian to Spanish
    + ...
    Non vedo perché occorra credere a tutto quello che si traduce May 15, 2008

    Gianni Pastore wrote:
    Se non credi a quello che offre il prodotto perchè sai che non può funzionare, non ti stai rendendo complice di un inganno?

    Assolutamente no. Io non devo per forza CREDERE a tutti i prodotti che traduco, né credo alle parti implicate in una causa, né ritengo sia il mio compito giudicare se sia morale o meno la causa di divorzio che mi viene chiesta da tradurre (per fare un esempio); né penso debba credere per forza alla validità di certe lauree che traduco (conseguite magari su Internet dietro pagamento), né all'efficacia del cosmetico... Questi non sono affatto problemi miei e non vedo perché ci debbano essere implicazioni morali o etiche. Io mi limito a fare il mio lavoro con diligenza, indipendemente dall'argomento e dal mio credo personale. Anzi, credo che sia importante per un traduttore prendere la giusta distanza per conservare il massimo della obiettività quando deve tradurre.
    Personalmente non mi sento affatto complice né coinvolta in strani problemi morali che non mi riguardano.
    Ci possono essere casi molto particolari e molto rari o argomenti che possono andare chiaramente contro la mia morale personale. Ma sono casi estremi e gravi che non capitano tutti i giorni nella nostra professione. Tutto dipende dal coinvolgimento emozionale. Non necessariamente ci si deve sentire solidari con tutto quello che traduciamo. Almeno nel mio caso, traducendo o meno, il mio concetto delle cose e la mia visione del mondo e delle cose non cambia.

    María José

    [Modificato alle 2008-05-15 15:36]


     
    Mariella Bonelli
    Mariella Bonelli  Identity Verified
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    Member
    English to Italian
    + ...
    Non credo basti prendere sempre distanza dai testi che si traducono May 15, 2008

    La questione può essere a volte più sottile e implicare comunque un nostro coinvolgimento in questioni che magari non condividiamo. Visto che mi sembra l'argomento si stia un po' spostando, vi invito a dare un'occhiata a questa vecchia discussione,... See more
    La questione può essere a volte più sottile e implicare comunque un nostro coinvolgimento in questioni che magari non condividiamo. Visto che mi sembra l'argomento si stia un po' spostando, vi invito a dare un'occhiata a questa vecchia discussione, da me recentemente riesumata.

    http://www.proz.com/forum/italian/29270-una_domanda:_ci_sono_cose_che_non_traducete_per_motivi_etici.html?start=0
    Collapse


     
    Gianni Pastore
    Gianni Pastore  Identity Verified
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    "Credere" e "sapere" cose su un prodotto sono due cose ben differenti May 15, 2008

    María José Iglesias wrote:

    Assolutamente no. Io non devo per forza CREDERE a tutti i prodotti che traduco, né credo alle parti implicate in una causa, né ritengo sia il mio compito giudicare se sia morale o meno la causa di divorzio che mi viene chiesta da tradurre (per fare un esempio); né penso debba credere per forza alla validità di certe lauree che traduco (conseguite magari su Internet dietro pagamento), né all'efficacia del cosmetico... Questi non sono affatto problemi miei e non vedo perché ci debbano essere implicazioni morali o etiche. Io mi limito a fare il mio lavoro con diligenza, indipendemente dall'argomento e dal mio credo personale. Anzi, credo che sia importante per un traduttore prendere la giusta distanza per conservare il massimo della obiettività quando deve tradurre.
    Personalmente non mi sento affatto complice né coinvolta in strani problemi morali che non mi riguardano.
    Ci possono essere casi molto particolari e molto rari o argomenti che possono andare chiaramente contro la mia morale personale. Ma sono casi estremi e gravi che non capitano tutti i giorni nella nostra professione. Tutto dipende dal coinvolgimento emozionale. Non necessariamente ci si deve sentire solidari con tutto quello che traduciamo. Almeno nel mio caso, traducendo o meno, il mio concetto delle cose e la mia visione del mondo e delle cose non cambia.

    María José

    [Modificato alle 2008-05-15 14:15]


    Dico solo che io - per la mia visione dell'etica - trovo sia disgustoso collaborare a qualcosa non esattamente legale (per non dire palesemente disonesto e truffaldino). Se una famosa signora Wanna domani venisse da me e mi offrisse 10.000 euro per tradurre le istruzioni di un rito scaccia-malocchio importato dal Vattelapekistan, io rifiuterei. Come fai a dire che non ti riguarda? Ti riguarda eccome, cara Maria José, perchè lo sai benissimo che si tratta di abuso della credulità popolare (reato penale).

    Gianni

    [Edited at 2008-05-15 14:56]


     
    Lorenzo Lilli
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    + ...
    precisazione May 15, 2008

    Gianni Pastore wrote:

    Se non credi a quello che offre il prodotto perchè sai che non può funzionare, non ti stai rendendo complice di un inganno? Io in questo caso il problema di etica lo vedo, eccome. Cioè, se mi offrissero di tradurre la ricetta della pozione magica di Asterix, potrei farlo a cuor leggero, sapendo che parecchie migliaia di gonzi ci perderanno un sacco di soldi? Francamente, no.



    A scanso di equivoci: per quanto mi riguarda non si tratta di prodotti che non funzionano, da pubblicizzare in modo ingannevole, e neanche di prodotti a cui sono contrario per motivi etici (i casi estremi citati da Gianfranco e Maria José). Per fortuna nessuno mi ha mai proposto di tradurre la ricetta della pozione di Asterix, né le istruzioni di qualche arma di sterminio Mi riferisco semplicemente a quelle cianfrusaglie che fanno dire a molti: "certo che non sanno più cosa inventare" Poi se qualcuno le vuole comprare è liberissimo di farlo, ci mancherebbe.


     
    gianfranco
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    TOPIC STARTER
    E' un questionario-test per chi inizia, o progetta di iniziare, a lavorare come traduttore May 15, 2008

    Mariella Bonelli wrote:

    La questione può essere a volte più sottile e implicare comunque un nostro coinvolgimento in questioni che magari non condividiamo. Visto che mi sembra l'argomento si stia un po' spostando, vi invito a dare un'occhiata a questa vecchia discussione, da me recentemente riesumata.

    http://www.proz.com/forum/italian/29270-una_domanda:_ci_sono_cose_che_non_traducete_per_motivi_etici.html?start=0


    In effetti, stiamo uscendo fuori tema, e questa ultima curva che abbiamo preso ora (molto appassionante) potrebbe continuare benissimo nella vecchia discussione ripescata da Mariella. Grazie per averla ritrovata!

    Le 10 domande iniziali in effetti riguardano l'argomento Sapete a cosa andate incontro scegliendo questa professione e siete pronti ad affrontarla?, che era il motivo di fondo nella rivista in cui ho trovato queste domande, e da cui le ho tradotte e adattate (con lievissime modifiche).
    Le domande sono dirette soprattutto a chi inizia, o pensa di iniziare a lavorare come traduttore, ma anche qualche praticante con anni di esperienza potrebbe trovare qualche punto su cui riflettere...
    Insomma, riguardavano aspetti specifici del nostro business che vengono scoperti solo dopo avere iniziato a lavorare e a cui spesso non si viene preparati dal corso di studi universitario.



    Io farei questi tre raggruppamenti, per rendere più chiaro il tema:


    1. Aspetti personali:
    Domande sul carattere e l'atteggiamento mentale

  • 1. Amate tanto tradurre da volerlo fare tutti i giorni, tutto il giorno (e anche qualche notte)?
  • 3. Quanto odiate lavorare per un padrone?
  • 4. Quando odierete lavorare per voi stessi?
  • 6. Quanto vi piace lavorare da soli?
  • 10. Credete che tradurre per soldi sia una forma di prostituzione?

    2. Aspetti economici:
    Domande sugli aspetti economici, soprattutto iniziali

  • 2. Potete vivere con la paga di un operaio non qualificato?
  • 7. Potete permettervi di vivere per un periodo iniziale con cash-flow negativo?

    3. Aspetti imprenditoriali:
    Domande su organizzazione, attrezzature e marketing

  • 5. Siete ben organizzati, ma riuscite a fare tre cose contemporaneamente?
  • 8. Possedete gli strumenti di lavoro?
  • 9. Quali sono le vostre strategie per trovare clienti?



    ciao
    Gianfranco




    [Edited at 2008-05-15 17:51]

     
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