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Off topic: Le modifiche delle lingue.....
Thread poster: Tom in London
Tom in London
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Yes Dec 8, 2008

Raffaella Panigada wrote:

... the kind of shop where you expect to find good bargains and are willing to dig through piles of junk in order to find your pearl


Yes, like every shop I've ever been into.


 
Francesca Roiatti
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the Italian way! Dec 12, 2008

Tom in London wrote:

Qui in Inghilterra gli inglesi hanno deciso che un caffélatte è un "latté" (sì, con l'accento) e un panino è un "panini"; se se ne compra 2, allora sono "2 paninis".

Altri esempi?

[Edited at 2008-12-07 19:16 GMT]



Ciao a tutti,

confermo per l’inglese, anche io trovavo spesso in Australia questi paninis, expressos e tante altre cose che il mio cervello si è sempre rifiutato di ricordare e di strafalcioni ne ho sentiti parecchi

Per il tedesco vi consiglio il capitolo di “Der Dativ ist dem Genitv sein Tod” dove si parla delle modifiche dei termini italiani in Tedesco… io ho tutti e 3 i volumi, come vorrei che ci fosse un libro che analizza sarcasticamente anche la nostra lingua!

Comunque ora mi trovo presso una grande organizzazione a Vienna…fermo restando che a pranzo non oso nemmeno avvicinare il “Pasta Corner”, se non proprio per un sorriso “FUSSILI ALL’ARABBIATTA” e PENNE WITH GONGORZOLLA SAUCE…

Infatti oggi sushi! Che fame!

francesca


 
dropinka (X)
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stupendo! Dec 12, 2008

Frank Roiatti wrote:
Per il tedesco vi consiglio il capitolo di “Der Dativ ist dem Genitv sein Tod” dove si parla delle modifiche dei termini italiani in Tedesco… io ho tutti e 3 i volumi, come vorrei che ci fosse un libro che analizza sarcasticamente anche la nostra lingua!

Io ne ho solo uno, ma lo trovo geniale!

Claudia


 
Lorenzo Lilli
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gongorzola Dec 12, 2008

Frank Roiatti wrote:

PENNE WITH GONGORZOLLA SAUCE…



Purtroppo ci sono anche parecchi italiani che dicono (e scrivono) gongorzola, ma almeno con una L sola


 
Agnès Levillayer
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la pagliuzza nell'occhio del vicino Dec 12, 2008

Mi risulta che anche in Italia si è molto bravi a prendere in prestito le parole senza rispettarne la grafia originale o le regole di genere (in tanti casi non si riesce a capire se la parola inglese usata è plurale oppure no visto che viene ignorato)

la purée -> il purè
un dépliant/des dépliants -> i depliant
brioche -> briosce (sempre meglio, forse, che sentire parlare di briokess!) ma che qui in Italia viene usato molto spesso per il cornetto (croissant)
q
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Mi risulta che anche in Italia si è molto bravi a prendere in prestito le parole senza rispettarne la grafia originale o le regole di genere (in tanti casi non si riesce a capire se la parola inglese usata è plurale oppure no visto che viene ignorato)

la purée -> il purè
un dépliant/des dépliants -> i depliant
brioche -> briosce (sempre meglio, forse, che sentire parlare di briokess!) ma che qui in Italia viene usato molto spesso per il cornetto (croissant)
qualche coaffeur devo averlo visto poi in giro...

Per la cronaca, in Francia, dove si dice che traduciamo tutto, il panino (anche quello "vrai de vrai" baguette jambon/beurre!) si chiama "sandwich" mentre il "panino" è il sandwich caldo (potere dell'Autogrill immagino...)

Insomma, la contaminazione linguistica è proprio universale, credo, ed è l'uso comune che trasforma la lingua, spesso contro i puristi.
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Tom in London
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Grrrrr ! Dec 12, 2008

Agnès Levillayer wrote:

Insomma, la contaminazione linguistica è proprio universale


sì, guardavo un film francese l'autre soir e ad un certo punto, nella hall (pronuncia: ol) di un albergo la receptionist [sic] ha detto "Le monsieur X est au fitness".

Quello che mi fa bollire il sangue è quando io, straniero, devo correggere gli italiani che dicono e scrivono "aereoplano" ed "aereoporto".

Grrrrr !

[Edited at 2008-12-12 14:21 GMT]


 
Maria Rosa Fontana
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Il dépliant, questo sconosciuto Dec 12, 2008

Agnès Levillayer wrote:

un dépliant/des dépliants -> i depliant


... pronunciato spesso e volentieri, sia al singolare sia al plurale, con l'accento sulla prima sillaba...

Ciao


 
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per non parlare Dec 12, 2008

... per non parlare degli stage (mai "stages").

Ho messo degli anni a capire che diavolo sia uno "stage" (la pronuncia è quella inglese) per un italiano.

Ma il premio in assoluto va ad un mio amico medico fiorentino il quale mi ha detto una volta "perché non vieni in studio, che ti faccio un cie'happe?"

[Edited at 2008-12-12 16:04 GMT]


 
2GT
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All good Dec 12, 2008

Agnès Levillayer ha scritto:
Per la cronaca, in Francia, dove si dice che traduciamo tutto

Non solo si dice, ma è stabilito per legge (vedi legge Toubon, oppure Allgood come la chiamano gli inglesi

Vedere http://fr.wikipedia.org/wiki/Loi_Toubon

oppure (meno parziale) http://en.wikipedia.org/wiki/Toubon_Law

Insomma, la contaminazione linguistica è proprio universale, credo, ed è l'uso comune che trasforma la lingua, spesso contro i puristi.


E forse non è proprio un male.

Ciao!
Gianni


 
Tom in London
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Gli amici plurilingue Dec 12, 2008

Io ho molti amici con i quali parlo indifferentement in italiano e inglese, spesso cambiando lingua nel corso di una medesima frase o coniando delle parole inventati sul momento.

Esempio "Facciamo un jump to see the exhibition la prossima settimana".

Oppure, perfino, una volta quando ho chiesto ad una amica come doveva fare un tale a venire a cena, ma che non aveva l'automobile per arrivare: "He can arrange himself".

[Edited at 2008-12-12 16:25 GMT]


 
Chiara Santoriello
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Mi permetto di commentare... Dec 14, 2008

Agnès Levillayer wrote:

Mi risulta che anche in Italia si è molto bravi a prendere in prestito le parole senza rispettarne la grafia originale o le regole di genere (in tanti casi non si riesce a capire se la parola inglese usata è plurale oppure no visto che viene ignorato)

la purée -> il purè
un dépliant/des dépliants -> i depliant
brioche -> briosce (sempre meglio, forse, che sentire parlare di briokess!) ma che qui in Italia viene usato molto spesso per il cornetto (croissant)
qualche coaffeur devo averlo visto poi in giro...

Per la cronaca, in Francia, dove si dice che traduciamo tutto, il panino (anche quello "vrai de vrai" baguette jambon/beurre!) si chiama "sandwich" mentre il "panino" è il sandwich caldo (potere dell'Autogrill immagino...)

Insomma, la contaminazione linguistica è proprio universale, credo, ed è l'uso comune che trasforma la lingua, spesso contro i puristi.



D'accordo con quello che dici, per dépliant però sappi che in italiano esiste una regola per la quale non si aggiunge la "s" del plurale ai nomi stranieri, questo vale per l'inglese e per il francese, quindi i dépliant non è giusto, ma giustissimo.


 
co.libri (X)
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Fra il dire e il fare, c'è di mezzo il mare Dec 14, 2008

2G Translations wrote:

Agnès Levillayer ha scritto:
Per la cronaca, in Francia, dove si dice che traduciamo tutto

Non solo si dice, ma è stabilito per legge (vedi legge Toubon, oppure Allgood come la chiamano gli inglesi

Vedere http://fr.wikipedia.org/wiki/Loi_Toubon

oppure (meno parziale) http://en.wikipedia.org/wiki/Toubon_Law

Insomma, la contaminazione linguistica è proprio universale, credo, ed è l'uso comune che trasforma la lingua, spesso contro i puristi.


E forse non è proprio un male.

Ciao!
Gianni


se esiste questa legge, non si puo dire che venga rispettata nell'uso quotidiano!
Per "panino/panini", i francesi fanno proprio come gli anglofoni e chiedono "un panini, almeno a Parigi, forse di meno nelle zone più vicine all'Italia (Savoie, Alpes-maritimes).

Credo anch'io che l'uso comune trasforma la lingua oltre all'effetto moda.

Chiara Santorello wrote:
D'accordo con quello che dici, per dépliant però sappi che in italiano esiste una regola per la quale non si aggiunge la "s" del plurale ai nomi stranieri


Questo vale anche in francese, anzi valeva: ormai si aggiunge una "s" a graffiti, spaghetti, ravioli.
"Dans tous ces cas, l’Office québécois de la langue française recommande de former le pluriel en ajoutant un s comme on le fait normalement en français, même si les graphies de ces mots étrangers, devenues courantes dans notre langue, sont déjà des formes plurielles dans l’autre langue. C’est ainsi qu’on écrira un graffiti, même si graffiti est un pluriel en italien. La formation du pluriel se fera par l’ajout du s à la forme employée au singulier : des graffitis."
http://66.46.185.79/bdl/gabarit_bdl.asp?t1=1&id=1030
Perché sono termini totalmente "digeriti" dalla lingua come sandwich (un uso risalente all'Ottocento)

Il fenomeno più interessante secondo me è quando una parola si diffonde nella lingua perché non esiste il termine corrispondente, tipo "zucchini" per ... "zucchini" in tedesco. V. le nuove tecnologie, ecc.
Quello che fanno i francesi è inventare/creare nuove parole quando la realtà descritta è nuova e non esiste nel paese.
Per quelli interessati: http://franceterme.culture.fr/FranceTerme/index.html
Un bene o un male? Certi termini si diffondono soltanto in un cerchio ristretto come quello dei traduttori per "courriel" al posto di "e-mail". Nelle aziende usano tutti l'e-mail... E si parla di "book" e non di "portfolio" malgrado i consigli delle istituzioni linguistiche.

A me dispiace trovare troppi termini stranieri (oggi inglesi) in italiano o tedesco per esempio (le mie lingue di lavoro). Anche perdo molto tempo quando non so che cosa significa la parola inglese (si, devo proprio rinfrescare il mio inglese) o se devo tradurrla o no!

Il nostro è un lavoro da funamboli... danziamo sulla corda tra regole e uso.

Tutti i vostri esempi citati sono comunque molto divertenti. Se gli italiani usano il "dépliant", di recente ho sentito parlare di "flyer" (qua in Francia) da distribuire!



[Edited at 2008-12-14 10:43 GMT]


 
eva maria bettin
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Modifiche linguistiche Dec 14, 2008

buon giorno.

il volantino di un ristorante di Barcellona:
QUASE PARLA ITALIAN - GUARDA TE STOMACO- RISERVA TE TABULA - JOISCI TES VACANZE - HAMBURGER STEACK - BUONA SUPA - CUCINA CON BURRO - COME TE COCINO A CASA TUA

se non ci credete vi mando la fotocopia! in tedesco- dato he era bilingue- è ancora meglio!

Eva


 
eva maria bettin
eva maria bettin
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MNodifiche inguistiche Dec 14, 2008

ha ragione Tom- a volte si mischiano le lingue. io lo faccio da sempre - a volte chi mischia è vittima delle circostanze. Mio nipotino (2 anni e mezzo al tel): ciao nonna! U aukei-alrait? Io todo bien- vado slapen- (madre spagnola- padre parla italiano- asilo inglese e compagni di gioco olandesi) - che ci vuoi fare?

eva


 
Giovanni Guarnieri MITI, MIL
Giovanni Guarnieri MITI, MIL  Identity Verified
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che ci vuoi fare? Dec 14, 2008

eva maria bettin wrote:

ha ragione Tom- a volte si mischiano le lingue. io lo faccio da sempre - a volte chi mischia è vittima delle circostanze. Mio nipotino (2 anni e mezzo al tel): ciao nonna! U aukei-alrait? Io todo bien- vado slapen- (madre spagnola- padre parla italiano- asilo inglese e compagni di gioco olandesi) - che ci vuoi fare?

eva


niente... speriamo che da grande non voglia fare il traduttore...

[Edited at 2008-12-14 15:37 GMT]


 
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