Articolo determinativo davanti ad acronimi -medical English
Thread poster: Anna V
Anna V
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Jan 27, 2010

Sto traducendo un testo estremamente tecnico e vorrei sapere se vale la regola del "mai mettere il the" davanti alle sigle tipo EGFR TKIs,CoRs, HER.



Mille grazie per il vostro aiuto


 
Fran Cesca
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No? Jan 27, 2010

Io di solito non lo metto

 
Anna V
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C'è una regola? Jan 27, 2010

Grazie Fran Cesca: infatti non lo metto neanche io, ma volevo sapere se esiste una regola generale in merito

 
Gaetano Silvestri Campagnano
Gaetano Silvestri Campagnano  Identity Verified
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Traduzioni verso la lingua "passiva" Jan 27, 2010

Scusami Anna, ma vorrei cercare di comprendere meglio alcuni aspetti del tuo messaggio.

Dici di chiedere consiglio sull'uso dell'articolo "the" davanti agli acronimi inglesi del campo medico, per cui si desume che tu stia effettuando una traduzione dall'italiano all'inglese.

Ora, nel tuo profilo è scritto che sei madrelingua italiana, mentre, d'altro canto, hai indicato come coppia linguistica esclusivamente "italiano>inglese", quindi la coppia inversa rispetto alla tu
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Scusami Anna, ma vorrei cercare di comprendere meglio alcuni aspetti del tuo messaggio.

Dici di chiedere consiglio sull'uso dell'articolo "the" davanti agli acronimi inglesi del campo medico, per cui si desume che tu stia effettuando una traduzione dall'italiano all'inglese.

Ora, nel tuo profilo è scritto che sei madrelingua italiana, mentre, d'altro canto, hai indicato come coppia linguistica esclusivamente "italiano>inglese", quindi la coppia inversa rispetto alla tua lingua madre. La cosa sembra perciò, almeno apparentemente, piuttosto contraddittoria.

Infatti, saprai sicuramente che la prima regola della traduzione professionale è tradurre esclusivamente verso la propria lingua madre e non l'inverso, cioè dalla lingua madre, cioè la lingua "attiva", verso una lingua straniera appresa con un percorso di studi, vale a dire una lingua "passiva".

Esistono certamente delle eccezioni, nelle quali mi auguro che rientri anche tu, come i traduttori bilingui o plurilingui (ma in tal caso avresti dovuto indicarlo nel profilo di ProZ), o quelli che io chiamo i "madrelingua di fatto", cioè dei colleghi divenuti effettivamente bilingui dopo una lunghissima residenza ed esperienza diretta in un altro paese. Infine, situazione ancora più rara, esistono anche i veri e propri "geni" linguistico-traduttivi, davanti ai quali non resta che fare tanto di cappello.

Se poi si tratta di traduzioni "inverse" effettuate in circostanze rare e molto particolari, è sempre auspicabile far revisionare il testo tradotto a un madrelingua della lingua di destinazione, come mi auguro abbia in programma di fare anche tu, se il tuo caso non fa parte delle "eccezioni" appena citate. Infatti, sempre fatte salve tali eccezioni, solo quando si fa revisionare una traduzione "inversa" a un madrelingua ci si rende conto di quanti errori insospettabili si sono commessi. E potresti verificare la stessa cosa anche tu se un collega non madrelingua italiana, e che non sia un genio o un bilingue, ti facesse esaminare una sua traduzione in italiano.

Ciao,

Gaetano


[Modificato alle 2010-01-27 15:09 GMT]
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Fran Cesca
Fran Cesca
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Regole? Jan 27, 2010

http://forum.wordreference.com/showthread.php?t=713568

Ora sto un attimino incartatella per spulciarlo io....ma forse questo forum può esserci d'aiuto?


 
Anna V
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Per Gaetano Jan 27, 2010

Caro Gaetano,

sono -fortunatamente- oberata di lavoro, perciò credo mi perdonerai il fatto di poterti dedicare solo una risposta sintetica.
In effetti, non sto effettuando una traduzione, ma la revisione di un testo scritto in inglese al 70% : il restante 30% circa riporta, appunto, le parti che mi hanno spinto a richiedere suggerimenti, visto che l'autore non riusciva a "venirne fuori" indenne.

Dopo ventisei anni di lavoro in questo settore, l'aver trascorso
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Caro Gaetano,

sono -fortunatamente- oberata di lavoro, perciò credo mi perdonerai il fatto di poterti dedicare solo una risposta sintetica.
In effetti, non sto effettuando una traduzione, ma la revisione di un testo scritto in inglese al 70% : il restante 30% circa riporta, appunto, le parti che mi hanno spinto a richiedere suggerimenti, visto che l'autore non riusciva a "venirne fuori" indenne.

Dopo ventisei anni di lavoro in questo settore, l'aver trascorso lunghi periodi nel Regno Unito e aver lavorato per diciotto anni per una multinazionale statunitense, penso di ricadere di diritto nella definizione di "madrelingua di fatto".

Che io abbia indicato su ProZ come mia coppia di lingue solo "italiano-inglese" per brevità credo non costituisca un problema, almeno non per me: non utilizzo ProZ come veicolo di pubblicità o mezzo per procacciarmi clientela (che ribadisco, per quel che mi riguarda, abbonda), ma solo per consultazioni or just for fun. Non pensavo che la cosa interessasse a qualcuno al punto di spingerlo a consultare il mio profilo!

Detto questo, hai suggerimenti sul topic di cui si discute? Se sì, mille grazie, se no, per cortesia, risparmiaci un'ulteriore lezione sulle metodologie della traduzione.
Non credo che chi consulta ProZ ne abbia un fortissimo bisogno.
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Anna V
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per Fran Cresca Jan 27, 2010

Ti ringrazio,


ma nel link che suggerisci si parla di come tradurre gli articoli dall'inglese all'italiano, per dire se va tradotto il IUS", o "lo IUS"?, mentre il mio dubbio ( o meglio, dell'autore del testo che sto rivedendo) è se - quando - perché vada messo "The" davanti alle sigle.

Grazie comunque!


 
Gaetano Silvestri Campagnano
Gaetano Silvestri Campagnano  Identity Verified
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Moderare il tono Jan 27, 2010

Anna V wrote:

Caro Gaetano,

sono -fortunatamente- oberata di lavoro, perciò credo mi perdonerai il fatto di poterti dedicare solo una risposta sintetica.
In effetti, non sto effettuando una traduzione, ma la revisione di un testo scritto in inglese al 70% : il restante 30% circa riporta, appunto, le parti che mi hanno spinto a richiedere suggerimenti, visto che l'autore non riusciva a "venirne fuori" indenne.

Dopo ventisei anni di lavoro in questo settore, l'aver trascorso lunghi periodi nel Regno Unito e aver lavorato per diciotto anni per una multinazionale statunitense, penso di ricadere di diritto nella definizione di "madrelingua di fatto".

Che io abbia indicato su ProZ come mia coppia di lingue solo "italiano-inglese" per brevità credo non costituisca un problema, almeno non per me: non utilizzo ProZ come veicolo di pubblicità o mezzo per procacciarmi clientela (che ribadisco, per quel che mi riguarda, abbonda), ma solo per consultazioni or just for fun. Non pensavo che la cosa interessasse a qualcuno al punto di spingerlo a consultare il mio profilo!

Detto questo, hai suggerimenti sul topic di cui si discute? Se sì, mille grazie, se no, per cortesia, risparmiaci un'ulteriore lezione sulle metodologie della traduzione.
Non credo che chi consulta ProZ ne abbia un fortissimo bisogno.



Cara Anna,

Scusa il gioco di parole, ma ti inviterei a "moderare" il tono del tuoi interventi nei miei confronti, altrimenti qui saranno costretti a intervenire i "moderatori".

Non è mia abitudine dare lezioni a nessuno, ma qui ho semplicemente ricordato delle regole di base e dei principi minimi della traduzione, che dovrebbero essere elementari e ovvi per tutti, ma evidentemente, purtroppo così non è.

Non posso affermare se tu sia più o meno esperta nelle traduzioni effettuate in una coppia linguistica inversa (anche se risulta ancor più singolare che tu effettui persino le revisioni dall'italiano all'inglese, cosa che a maggior ragione dovrebbe essere svolta da un madrelingua), ma ad ogni modo, come ti dicevo prima, la capacità di ogni traduttore di lavorare in una coppia inversa si rileva semplicemente sottoponendo il testo tradotto a un madrelingua della lingua di arrivo. Quindi non sarò certo io a esprimere questa valutazione nei tuoi confronti, ma qualsiasi madrelingua dovesse leggere i tuoi testi.

Inoltre, appare altrettanto evidente che non conosci bene ProZ, perché non solo ognuno è libero di consultare i profili che crede, essendo ogni pagina accessibile a tutti, ma risulta altrettanto elementare che il profilo debba essere compilato in modo coerente, con almeno una coppia linguistica contenente come lingua di arrivo la lingua madre dell'utente.

Inoltre, prova ancor maggiore che non conosci bene ProZ, è il fatto che tu non sappia che, in questo stesso forum, sono da sempre scoppiate, per un nonnulla, delle querelle e zuffe furibonde sul tema della traduzione verso la lingua "passiva", dalle quali ho sempre cercato di tenermi fuori, perché non amo le polemiche inutili, né gli attacchi gratuiti e personali, che spesso si verificavano in quei casi. Soprattutto non sai che, in tali situazioni, molti utenti intervenuti nel forum, al minimo accenno di una traduzione verso la lingua passiva, sono stati travolti, nel migliore dei casi, da una marea di disapprovazione e di commenti negativi (ed è un miracolo che non sia accaduto in questa occasione). Ben altro, perciò, rispetto al tono del mio primo messaggio, che, come tutti possono notare, era improntato alla massima pacatezza e tranquillità, ed ha semplicemente ricordato una norma basilare della traduzione, come avrebbe potuto e dovuto fare qualsiasi altro collega.

Quindi, come tutti possono constatare, nessuna "lezione", né attacco personale o atteggiamento polemico, che invece, come accennato, potrai trovare in abbondanza se solo consulti le discussioni svoltesi finora nel forum su questo tema...

Ciao,

Gaetano


[Modificato alle 2010-01-27 22:03 GMT]


 
Mariella Bonelli
Mariella Bonelli  Identity Verified
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On topic please Jan 27, 2010

Cari colleghi,

non è questa la sede per discutere sulle lingue attive o passive. A beneficio di tutti, vi ricordo che è sempre possibile aprire una discussione a parte o, meglio, rileggere o riprendere le vecchie discussioni sull'argomento. Chi avesse bisogno di aiuto in questo può contattarmi privatamente.


 
Gaetano Silvestri Campagnano
Gaetano Silvestri Campagnano  Identity Verified
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Forum in lingua inglese Jan 27, 2010

Anna V wrote:

etto questo, hai suggerimenti sul topic di cui si discute? Se sì, mille grazie, se no, per cortesia, risparmiaci un'ulteriore lezione sulle metodologie della traduzione.
Non credo che chi consulta ProZ ne abbia un fortissimo bisogno. [/quote]

In effetti il mio è stato "un suggerimento specifico sul «topic» di cui si discute", anche se ha toccato il tema più generale della traduzione nelle coppie inverse. Però dimenticavo di avere un suggerimento ancora più specifico, che mi è venuto in mente leggendo il post iniziale del di questo thread, e che credo verrebbe naturale a chiunque l'avesse letto: una domanda su un dubbio di traduzione come quello che è oggetto di questo thread andava posta nel forum in lingua inglese, dato che, naturalmente, i più titolati a rispondere a questo tipo di domande sono i traduttori di madrelingua inglese.

Gaetano

[Modificato alle 2010-01-27 22:35 GMT]


 
Luca Tutino
Luca Tutino  Identity Verified
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criterio Jan 28, 2010

Anna V wrote:
risparmiaci un'ulteriore lezione sulle metodologie della traduzione.
Non credo che chi consulta ProZ ne abbia un fortissimo bisogno.


Forse in questo sei troppo ottimista. Effettivamente anche la scelta di presentare questo genere di quesito sotto Non English Forums > Italian sembrava denotare un livello di consapevolezza inferiore rispetto a quello indicato nella tua successiva risposta a Gaetano.

Dopo ventisei anni di lavoro in questo settore, l'aver trascorso lunghi periodi nel Regno Unito e aver lavorato per diciotto anni per una multinazionale statunitense, penso di ricadere di diritto nella definizione di "madrelingua di fatto".


Come sopra. In base ai miei ricordi di linguistica teorica la tua affermazione mi pare piuttosto discutibile. Dal basso della mia esperienza (solo ventidue anni di eperienza nel settore e solo otto anni di lavoro continuativi all'estero per una multinazionale) direi che ti sbagli. Se non erro neppure Joseph Conrad può essere definito un madrelingua inlgese (ciò non toglie che scrivesse meglio di molti milioni di madrelingua).

Infine direi che la regola generale di cui parli non esiste. Per esempio nella lezione 1 di "Practical English Usage" di M.Swan (Oxford UP, 1980) si trova "Note that the form and pronunciation of the article before an abbreviation depend on the pronunciation of the first letter..."

Tuttavia c'è un criterio valido nella maggior parte dei casi: se l'abbreviazione è un vero acronimo (usata e pronunciata come parola indipendente composta dalle iniziali) si tende ad omettere l'articolo ("NATO", non "the NATO"). Se invece viene pronunciata come una sequenza di lettere, no ("the UN" non "UN").

Ciao e buon lavoro a tutti

[Edited at 2010-01-28 02:05 GMT]


 
Anna V
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grazie Jan 28, 2010

Ringrazio tutti per i suggerimenti, anche sull'utilizzo di ProZ che, ribadisco, per me è solo strumento di consultazione molto, molto sporadico.

Lungi da me il sollevare qualsivoglia polemica: avevo un'unica necessità a cui speravo di dare una risposta adeguata in tempi -come immagino per tutti i colleghi- strettissimi: la revisione la consegno stamani.

Sono d'accordo con Mariella Bonelli sull'opportunità eventuale di aprire - rivedere discussioni su lingue attive o
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Ringrazio tutti per i suggerimenti, anche sull'utilizzo di ProZ che, ribadisco, per me è solo strumento di consultazione molto, molto sporadico.

Lungi da me il sollevare qualsivoglia polemica: avevo un'unica necessità a cui speravo di dare una risposta adeguata in tempi -come immagino per tutti i colleghi- strettissimi: la revisione la consegno stamani.

Sono d'accordo con Mariella Bonelli sull'opportunità eventuale di aprire - rivedere discussioni su lingue attive o passive in altro luogo. Che comunque non mi vedranno protagonista: ho dato un'occhio ad altre discussioni e non ho apprezzato la vis polemica che vi ho trovato, anche perché vi ho letto varie acidità, commenti fuori luogo (che spesso danno l'impressione di avere a che fare con sfaccendati che adorano spaccare il capello in due ....ma hanno tanto tempo da perdere, mi chiedo?), invece di risposte costruttive, come invece trovo in tutto il resto di ProZ, ogniqualvolta mi sia capitato di consultarlo.


Dunque, tornando al tema, che continua a esere la cosa che più mi interessa: mi pare che che la conclusione sia che non esiste una regola certa (scritta, codificata) per l'art. ind. davanti alle sigle.
Continuerò a non metterlo, almeno nei tipi di testi come quello a cui sto lavorando.

Buon lavoro a tutti
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Mariella Bonelli
Mariella Bonelli  Identity Verified
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Sezione Linguistics Jan 28, 2010

Gaetano Silvestri Campagnano wrote:
una domanda su un dubbio di traduzione come quello che è oggetto di questo thread andava posta nel forum in lingua inglese, dato che, naturalmente, i più titolati a rispondere a questo tipo di domande sono i traduttori di madrelingua inglese.


Giustissimo il suggerimento di Gaetano e la sezione più adeguata alla tua domanda, da scrivere in inglese, é questa:

http://www.proz.com/forum/50

[Edited at 2010-01-28 09:17 GMT]


 
Anna V
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Per Mariella: magari in una prossima occasione Jan 28, 2010

Grazie Mariella,

magari in futuro: ho appena inviato la revisione negli States, vi terrò informati sugli esiti (può essere anche in giornata).


 
Anna V
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niente regole ma una conferma Jan 28, 2010

Ho appena ricevuto la notifica dal mio cliente.

L'articolo in questione, in passato rejected per il poor English in cui era stato scritto, è stato ora giudicato ufficialmente dall'Editorial board di una delle maggiori riviste mediche mondiali "suitable for publication", senza riserve.



Dunque, tornando al topic originario, almeno in questo caso, no "the" davanti agli acronimi.


ciao

Anna


 


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