Traduttore come unico lavoro? Thread poster: Thomas Monda (X)
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Thomas Monda (X) English to Italian + ...
Ciao a tutti, volevo aprire questo topic per chiedere una cosa che mi assilla da parecchio tempo. Io ancora sto facendo l'Università di Mediazione Linguistica per cui non sono ancora laureato...mi mancano pochi esami per cui intanto mi vorrei informare meglio.La domanda che mi assilla è questa:io so per certo che una volta laureato vorrei diventare (o almeno spero di POTER DIVENTARE) traduttore...l'unica cosa che mi "turba" è se quello del traduttore è un mestiere che si può svolgere ... See more Ciao a tutti, volevo aprire questo topic per chiedere una cosa che mi assilla da parecchio tempo. Io ancora sto facendo l'Università di Mediazione Linguistica per cui non sono ancora laureato...mi mancano pochi esami per cui intanto mi vorrei informare meglio.La domanda che mi assilla è questa:io so per certo che una volta laureato vorrei diventare (o almeno spero di POTER DIVENTARE) traduttore...l'unica cosa che mi "turba" è se quello del traduttore è un mestiere che si può svolgere come "unico lavoro" oppure se deve essere "per forza" affiancato da un altro lavoro (magari part-time)...su internet leggendo nei vari forum ho letto molte persone che dicono che chi fa il traduttore guadagna pochissimo per cui per poter arrivare alla fine del mese devono fare altri lavori,oppure c'è chi fa questo stupendo lavoro come unico mestiere...vorrei sentire la vostra opinione,c'è tra di voi chi fa SOLO il traduttore?Vi ringrazio in anticipo per le risposte! ▲ Collapse | | |
Unico e solo lavoro!!!! | Apr 7, 2010 |
E con molto piacere. Lo svolgo come libera professionista dal 1998 e non lo cambiarei. Ti dirò di più: per alcuni anni ho avuto un contratto con l'Università di Napoli l'Orientale per insegnare traduzione commerciale olandese-italiano, ad anni alterni l'esperienza si è ripetuta ben quattro volte.... l'anno scorso ho avuto il coraggio di rifiutare: l'ambiente universitario, per quanto mi riguarda, è troppo poco meritocratico e basato solo su contatti e rapporti un po' ipocriti e molto intere... See more E con molto piacere. Lo svolgo come libera professionista dal 1998 e non lo cambiarei. Ti dirò di più: per alcuni anni ho avuto un contratto con l'Università di Napoli l'Orientale per insegnare traduzione commerciale olandese-italiano, ad anni alterni l'esperienza si è ripetuta ben quattro volte.... l'anno scorso ho avuto il coraggio di rifiutare: l'ambiente universitario, per quanto mi riguarda, è troppo poco meritocratico e basato solo su contatti e rapporti un po' ipocriti e molto interessati. Del lavoro del traduttore, amo anche l'aspetto imprenditoriale, la necessaria autostima per farsi valere come professionista in un mondo che (come dimostra la tua domanda) non sa ancora che il nostro è un lavoro di tutto rispetto. Un'ultima cosa: in periodi di crisi lavorativa di mio marito, sono riesciuta a sostenere un intero nucleo famialiare (ho due figli). E mi permetto di educare personalmente i figli rinunciando alla baby sitter. Che dici, può bastare? In bocca al lupo, Chiara ▲ Collapse | | |
gogarty Local time: 22:27 English to Italian + ... diversifica gli interessi | Apr 7, 2010 |
lavoro come freelance dal 1987 e diversamente da Chiara, che sicuramente ha una combinazione di lingue molto forti (vedo che traduce dall'olandese, e pertanto una lingua non studiata da tutti come l'inglese o lo spagnolo), ti consiglierei di verificare quanto è inflazionata la tua combinazione di lingue e decidere sul da farsi. Personalmene ti consiglierei di diversificare. La professione è mal pagata qui in Italia e gode di scarsa considerazione, anche ai massimi livelli editoriali, mentre a ... See more lavoro come freelance dal 1987 e diversamente da Chiara, che sicuramente ha una combinazione di lingue molto forti (vedo che traduce dall'olandese, e pertanto una lingua non studiata da tutti come l'inglese o lo spagnolo), ti consiglierei di verificare quanto è inflazionata la tua combinazione di lingue e decidere sul da farsi. Personalmene ti consiglierei di diversificare. La professione è mal pagata qui in Italia e gode di scarsa considerazione, anche ai massimi livelli editoriali, mentre a livello tecnico-informatico stanno entrando multinazionali che stanno facendo di tutto per stritolare e ulteriormente frammentare il mercato. Io di mio non cambierei lavoro, ma sinceramente non mi sento proprio di consigliarlo, soprattutto visto il chiaro di luna che si vede ultimamente ▲ Collapse | | |
Certo che si può lavorare a tempo pieno e guadagnare decentemente | Apr 7, 2010 |
Thomas Mondaini wrote: l'unica cosa che mi "turba" è se quello del traduttore è un mestiere che si può svolgere come "unico lavoro" oppure se deve essere "per forza" affiancato da un altro lavoro (magari part-time)...su internet leggendo nei vari forum ho letto molte persone che dicono che chi fa il traduttore guadagna pochissimo per cui per poter arrivare alla fine del mese devono fare altri lavori 1) Salvo combinazioni linguistiche oggettivamente rare ove la domanda sia veramente scarsa, chi fa il traduttore deve poterlo fare a tempo pieno guadagnando abbastanza da vivere decentemente, comprare casa, mettere su famiglia, ecc. 2) Troppi "colleghi" questo non l'hanno capito, grazie sia alla mancanza assoluta di insegnamento nelle università riguardo a cosa comporti gestire un'attività commerciale, sia alla poca voglia da parte dei singoli di impararlo. 3) La conseguenza del punto 2) è che troppi sono pronti a svendersi per due soldi. E, per favore, non diamo tutta la colpa alle agenzie cattive e ingorde: se ieri ho ricevuto da un'aspirante traduttrice un messaggio (senza richiederlo) nella quale la collega si offriva per 5 centesimi (di dollaro) a parola e dieci dollari all'ora (se fate la conversione in euro, la tariffa a cui questa traduttrice si offriva è di 3,5 centesimi a parola - meno di 8 euro a cartella - e quella oraria di 6,9 euro all'ora), la colpa non è mia (non sto assumendo traduttori, e non ho mandato in giro job offer chiedendo "your best rate"): è di chi parte offrendosi a tariffe ridicole. Se ci si offre a 5 centesimi, è facile che si finisca per accettarne anche meno. 4) Chi lavora a certe tariffe, per far quadrare il bilancio, dovrà per forza ottenere soldi da qualche altra parte: coniuge con un buono stipendio, genitori disposti a finanziare i pargoli fin oltre i quarant'anni, o, in mancanza di questo, un altro lavoro. 5) Però, chi si fa finanziare da altri, secondo me, non è un traduttore professionista: è qualcuno che ha il pallino delle lingue e ha deciso di fare traduzione come hobby. | |
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