https://www.proz.com/forum/italian/171845-dubbio_promozione.html

dubbio: promozione
Thread poster: Michela Malaccari
Michela Malaccari
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May 26, 2010

Salve a tutti,

mi è sorto un dubbio: legalmente affinchè un'attività venga considerata collaborazione occasionale (nel caso specifico collaborazione come traduttrice freelance) non è possibile pubblicare annunci o farsi promozione? sia a livello autonomo che come gruppo di traduttori autonomi? e se un poveretto ancora non ha abbastanza clienti e quindi non ha convenienza ad aprirsi una partita iva, i clienti come se li trova???? mumble mumble...


 
Grazia-M
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May 26, 2010

Ciao, io sono iscritta al sito tempo fa ma lo frequento da poco perché ho desico da poco di intraprendere seriamente l'attività di traduttrice.
É lo stesso dubbio che ho anche io, perché all'inizio lo scoglio più groso è farsi un giro di clienti per poter poi aprire la P.I.
So che c' è molto materiale nel forum, ma un consiglio in più ci fa solo bene!
Grazie e ciao!!!!

[Modificato alle 2010-05-26 12:59 GMT]


 
Manuela Dal Castello
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puoi farlo May 26, 2010

certo che puoi promuoverti.... che male c'è?
Se tu fai un lavoro in modo occasionale ma vorresti farlo in modo continuativo dovrai pur farti conoscere in qualche modo.
Se la guardi in modo troppo restrittivo, anche compilare il tuo profilo qui su Proz è un'attività pubblicitaria, ma non mi sembra che sia né illegale né vietato né altro.
Manuela


 
Michela Malaccari
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è quello che penso anch'io May 26, 2010

infatti, è quello che penso anch'io. ma ti copio per esempio quello che ho trovato su un forum dei tanti:

"kirkif ha scritto:

Sono un web designer e mi piacerebbe iniziare a fare qualcosa di concreto.. so che all'inizio è difficile e aprendo un'attività sarebbero più le spese che i guadagni, quindi fintanto che non ho un grosso giro di clienti ho pensato di fare fatture come prestazioni occasionali.

Ora, i miei dubbi sono:

1 - In queste con
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infatti, è quello che penso anch'io. ma ti copio per esempio quello che ho trovato su un forum dei tanti:

"kirkif ha scritto:

Sono un web designer e mi piacerebbe iniziare a fare qualcosa di concreto.. so che all'inizio è difficile e aprendo un'attività sarebbero più le spese che i guadagni, quindi fintanto che non ho un grosso giro di clienti ho pensato di fare fatture come prestazioni occasionali.

Ora, i miei dubbi sono:

1 - In queste condizioni, posso farmi un sito e biglietti da visita con un nome X come se fosse un'attività e sponsorizzarlo o è illegale?
Esempio: X = "web studio design".

Risposta:
No. Se non è un impresa non può essere presentata come tale. E' un illecito specifico che ora non ricordo a memoria ma è presente nell'ordinamento italiano.

Inoltre fare promozione (biglietti da visita, sito web, brochurina...) rientra certamente nelle attività dell'impresa. E quando si fa attività di impresa non si fa un'attività occasionale perciò si dovrebbe aprire una P.Iva.

Bisogna dire che nella pratica questa seconda cosa succede spesso in Italia. Ma da un punto di vista formale non sarebbe possibile. Ovviamente, poi, ogni caso e a sé e solo una sentenza potrebbe dare la certezza sul caso singolo."

questo invece parla dei lavori occasionali in generale facendo l'esempio dei fotografi:


"a) NON è occasionale nessun lavoro fotografico prima del quale sia stata fatta una qualsiasi forma di pubblicità: un volantino, un semplice biglietto da visita con la dicitura "fotografo" o similari, un cartellino affisso nei negozi di bomboniere, l'indirizzo e la dicitura "fotografo" nell'album fotografico realizzato "per caso", eccetera.

In questa situazione, infatti, non è sostenibile in nessun modo il carattere occasionale della prestazione, nel senso che si è analizzato prima; indipendentemente dal fatto che i lavori possano essere anche pochi, l'averli cercati attivamente mediante una forma qualsiasi di pubblicità è cosa tipica e sintomatica di attività abituale e quindi professionale.

È invece ammissibile la firma delle foto pubblicate su una rivista o similari, dato che il firmare le immagini significa solo attribuirsene la paternità, e non farsi promozione. Anche la sola firma al termine di un album di matrimonio è accettabile; quello che si è indicato come da evitarsi è l'indicare il recapito (indirizzo o telefono), evidentemente finalizzato ad essere contattato da altri, o il definirsi "fotografo" accanto alla firma, lasciando così presupporre la disponibilità professionale a realizzare altri lavori."

uff...




[Modificato alle 2010-05-26 13:49 GMT]

[Modificato alle 2010-05-26 13:51 GMT]
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Manuela Dal Castello
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E' una questione di coerenza May 26, 2010

Michela, da come la vedo io - poi non sono esperta in campo legale e quindi magari sbaglio - si tratta innanzitutto di coerenza:

1) se tu ti fai pubblicità ti proponi come "professionista", anche se sei all'inizio. O scrivi uno slogan tipo "venite da me siore e siori che così inizio a lavorare una buona volta?" Non credo proprio....
Quindi, SE ti proponi come professionista facendoti pubblicità poi presenti una ricevuta di prestazione occasionale (relativa all'attività ch
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Michela, da come la vedo io - poi non sono esperta in campo legale e quindi magari sbaglio - si tratta innanzitutto di coerenza:

1) se tu ti fai pubblicità ti proponi come "professionista", anche se sei all'inizio. O scrivi uno slogan tipo "venite da me siore e siori che così inizio a lavorare una buona volta?" Non credo proprio....
Quindi, SE ti proponi come professionista facendoti pubblicità poi presenti una ricevuta di prestazione occasionale (relativa all'attività che hai pubblicizzato)?
Se capitasse a me, penserei: questo si dà arie, si fa pubblicità come professionista e invece non lo è, fa questa attività per passare il tempo.
E non so se tornerei da te.


2) l'attività è occasionale quando non è continuativa, non quando "la scopri sotto un cavolo", perdona il linguaggio colloquiale: se tu lavori poco perché hai le tue centomila ragioni, nessuno ti obbliga ad aprire una partita IVA. Ma se un lavoro te lo cerchi e poi te lo fai pagare, è una prestazione occasionale nel senso che
- non è un'attività continuativa
- non puoi emettere fattura MA non ti fai pagare in nero.

Tieni conto che la fotografia ha regole particolari perché hanno a che fare - sempre - con diritto d'autore, privacy ecc.ecc., quindi quello che vale per i fotografi free-lance non vale automaticamente per i traduttori free-lance.

Ma se pensi a farti pubblicità (quindi sei disposta ad investire e credi in quello che fai), perché non apri una partita IVA, che è gratuita, tanto per cominciare?

Manuela
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Michela Malaccari
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il motivo è semplice May 26, 2010

perchè con la concorrenza che c'è non ho garanzie per adesso su quanto guadagnerò... se apro la partita iva devo pagarci le tasse..ma se attualmente quello che guadagno è poco... non credo mi convenga...

purtroppo il lavorare senza partita iva (inizialmente ripeto) non è sinonimo di non professionalità, ma solo uno stato di "transizione" non avendo garanzie sul proprio futuro professionale (proprio perchè purtroppo il nostro è forse l'unico paese che non ha un albo professio
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perchè con la concorrenza che c'è non ho garanzie per adesso su quanto guadagnerò... se apro la partita iva devo pagarci le tasse..ma se attualmente quello che guadagno è poco... non credo mi convenga...

purtroppo il lavorare senza partita iva (inizialmente ripeto) non è sinonimo di non professionalità, ma solo uno stato di "transizione" non avendo garanzie sul proprio futuro professionale (proprio perchè purtroppo il nostro è forse l'unico paese che non ha un albo professionale dei traduttori e chiunque può fare questo mestiere.. è brutto dirlo ma la concorrenza è impressionante, soprattutto perchè molti scelgono un prezzo basso piuttosto che una traduzione di qualità)... se poi uno vede che le cose vanno bene bhe, allora il discorso cambia e ci si apre la propria partita iva
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Manuela Dal Castello
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le tasse sono proporzionali al reddito May 26, 2010

Michela-M wrote:

perchè con la concorrenza che c'è non ho garanzie per adesso su quanto guadagnerò... se apro la partita iva devo pagarci le tasse..ma se attualmente quello che guadagno è poco... non credo mi convenga...


Ma se secondo te "deve" diventare l'attività principale... buttati!
O prevedi alternative a breve termine, nel qual caso fai bene ad esitare?
Comunque, partita IVA o no, le tasse sono proporzionali al reddito, no income no taxes.
E anche se hai aperto la partita IVA, il limite oltre cui è obbligatoria l'iscrizione all'INPS sono i famosi 5000 Euro (esattamente come se fossi senza partita IVA).
Manuela


 
Michela Malaccari
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già... May 26, 2010

diciamo che sono ancora impegnata con gli studi (ultimo anno di specialistica) e nel frattempo lavoricchio... quindi ancora non mi butto del tutto grazie comunque per il consiglio

per il resto si, le tasse sono proporzionali al reddito è vero.. ma credo che un minimo fisso da pagare ci sia sempre,no?

[Modificato alle 2010-05-26 14:54 GMT]


 
T F F
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Impresa, professione, attività occasionale... May 26, 2010

Michela-M wrote:
...se un poveretto ancora non ha abbastanza clienti e quindi non ha convenienza ad aprirsi una partita iva, i clienti come se li trova???? mumble mumble...


Ciao Michela, stamattina avevo postato un messaggio in cui provavo a dare una chiave di lettura della cosa che ti perplime...Ahimè il messaggio si è perso tra i server di Proz...ma siccome io sono cocciuto, te lo riposto:

Quello a cui stai pensando tu è una situazione molto molto molto comune, ma comune non significa tipica.
Tipicamente, infatti, l'imprenditore si fissa un obiettivo > studia una strategia > si dota di un capitale > lo investe in una struttura produttiva (la partita Iva si apre a questo punto) > e parte...se arrivano i clienti, bene, se no si fallisce! Ecco perché si chiama "rischio di impresa": perché i clienti - "se" vengono - vengono dopo e non prima.

Se i clienti esistono già, ed è con i loro introiti che si intende finanziare un'attività commerciale, allora non stiamo parlando dell'apertura di un'impresa - cosa per cui è richiesta l'apertura di partita iva - ma dell'ampliamento di un'impresa esistente.

Ora, come avrai certamente già notato, non possono definirsi propriamente "imprese", le attività occasionalmente svolte, anche quando imbellettate da una "finta" insegna ("Bellssime traduzioni") o da un sito Internet ad hoc ("bellissime traduzioni.com")...Sicuramente c'è poca professionalità lì, ma questo è normale visto che c'è (ancora) poca esperienza pratica...Ma anche quando la pratica dovesse aiutare la crescita della professionalità, continuerà a difettare "l'impresa", che è quella cosa - come dice la parola stessa - che incarna ed esprime il rischio: impresa e sicurezza sono un po' come acqua e fuoco...

Posso permettermi un piccolo consiglio? Vendere traduzioni è "un atto commerciale che va svolto con la dovuta professionalità"...Ora, sono certo che con i tuoi studi stai coltivando l'aspetto professionale della faccenda. Mi complimento anche con te per l'attenzione che fin d'ora dai agli aspetti burocratici e fiscali...C'è ancora una cosa però che ti farebbe bene fare fin da ora: guardare a questa "professione" un po' più come ad "un'impresa di servizi", perché - nella pratica - è esattamente di questo che si tratta...Quindi tanto meglio accettare il fatto che le tue scelte un domani dovranno misurarsi con "dinamiche di mercato" e prepararsi il più possibile a "questo" domani!

In bocca al lupo,
RR


 
Michela Malaccari
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grazie May 26, 2010

Grazie per il tuo intervento Renato. Prepararsi al "domani"... è quello che sto cercando di fare, piano piano, a piccoli passi. Purtroppo si sa, il nostro settore è un marasma totale e drestreggiarsi in tutto ciò all'inizio non è per niente facile. Sicuramente offrire traduzioni vuol dire offrire dei servizi... e in un certo senso è come se fosse un'impresa vera e propria. C'è anche da dire però che a sua volta un'impresa è molto diversa da un lavoro autonomo per tanti aspetti. Penso che... See more
Grazie per il tuo intervento Renato. Prepararsi al "domani"... è quello che sto cercando di fare, piano piano, a piccoli passi. Purtroppo si sa, il nostro settore è un marasma totale e drestreggiarsi in tutto ciò all'inizio non è per niente facile. Sicuramente offrire traduzioni vuol dire offrire dei servizi... e in un certo senso è come se fosse un'impresa vera e propria. C'è anche da dire però che a sua volta un'impresa è molto diversa da un lavoro autonomo per tanti aspetti. Penso che il problema vero per chi vuol fare la nostra professione è fondamentalmente il suddetto "marasma generale"... non c'è un albo della professione (cosa che spero si possa risolvere presto), c'è tanta concorrenza (che c'è anche per le imprese è vero... ma per noi è abbastanza sregolata nel senso che qui qualsiasi persona che sa una lingua straniera può improvvisarsi traduttore... cosa sicuramente positiva per loro... un pò meno per chi come me studia per anni, ha un'ottima preparazione eppure rischia di non lavorare o lavorare poco rispetto a chi di traduzione poi, sa ben poco) e insomma un traduttore alle prime armi deve informarsi e gestirsi un pò la cosa da solo.. e farsi strada all'inizio non è facile. Di conseguenza adesso credo non sia ancora giunta l'ora per me di aprire una partita iva. Vorrei prima "farmi un pò le ossa" nel pratico e vedere come vanno le cose (visto che per ora c'è poco). Crepi il lupo comunque! E grazie!Collapse


 


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