Off topic: Il futuro della nostra professione - Ha ragione Darwin?
Thread poster: Andrea Bertocchi
Andrea Bertocchi
Andrea Bertocchi  Identity Verified
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Jun 15, 2011

Cari tutti,

a beneficio di chi non l'avesse già letta, mi permetto di riportare la citazione del giorno dal sito treccani.it

"Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti"

Charles Darwin

A mio avviso in questo momento una riflessione sull'evoluzione della nostra specie (professionale) è imprescindibile, soprattutto per chi, come me, dovrà stare sul mercato almeno un'altra
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Cari tutti,

a beneficio di chi non l'avesse già letta, mi permetto di riportare la citazione del giorno dal sito treccani.it

"Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti"

Charles Darwin

A mio avviso in questo momento una riflessione sull'evoluzione della nostra specie (professionale) è imprescindibile, soprattutto per chi, come me, dovrà stare sul mercato almeno un'altra trentina d'anni e di cambiamenti ne vedrà e vivrà parecchi.

Personalmente trovo l'affermazione di Darwin molto calzante anche per la nostra condizione. Ma basterà reagire? Nell'ottimo seminario di Jean Marie Le Ray (di cui si è già parlato su questo forum), ad esempio, si è accennato alla possibilità (necessità?) di agire affinché le cose avvengano piuttosto che limitarsi ad osservare il cambiamento in atto. Ma fra di noi, a quanto vedo/leggo in giro per la rete e sui forum, c'è anche chi "non vuole vedere".

Voi che dite?

Un caro saluto,

Andrea
(che stamattina non riesce ad appassionarsi all'argomento della traduzione che ha sulla scrivania)
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Tom in London
Tom in London
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Darwin Jun 15, 2011

Andrea Bertocchi wrote:


ù

Ciao Andrea

Bella la citazione da Darwin!

Mi sembra (se non sbaglio) sotteso che per "cambiamento" intendi "cambiamento tecnologico nel campo della traduzione" che io invece non trovo importante quanto i probabili cambiamenti nelle lingue stesse e sopratutto il grande cambiamento economico/globale degli anni a venire, non solo il spostamento ad Oriente del centro del mondo, che sarà anche uno spostamento *culturale*, ma nel periodo più immediato il prossimo fiorire del mondo arabo, a seguito dei sofferti eventi attuali, per non parlare del rinascimento africano.

Ma è nella natura stessa dei cambiamenti che non siamo in grado di prevedere il futuro. Possiamo adottare dei modelli, fare previsioni, essere ottimisti o pessimisti, ma in fondo non sappiamo esattamente come andranno le cose. Bisogna stare al passo e stare svegli !

[Edited at 2011-06-15 09:04 GMT]


 
Andrea Bertocchi
Andrea Bertocchi  Identity Verified
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Cambiamenti Jun 16, 2011

Ciao Tom,

grazie per l'interessante contributo. In realtà mi ero lasciato sul vago anche per capire quali cambiamenti intravedono i colleghi; gli sviluppi tecnologici del mestiere sono un punto di partenza, ma la mia riflessione non voleva affatto limitarsi a quelli.

Anzi, ritengo che gli scenari che prospetti siano strettamente legati...

Non sono ancora del tutto sicuro, tuttavia, che "stare al passo e stare svegli" sia sufficiente: forse è necessario pi
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Ciao Tom,

grazie per l'interessante contributo. In realtà mi ero lasciato sul vago anche per capire quali cambiamenti intravedono i colleghi; gli sviluppi tecnologici del mestiere sono un punto di partenza, ma la mia riflessione non voleva affatto limitarsi a quelli.

Anzi, ritengo che gli scenari che prospetti siano strettamente legati...

Non sono ancora del tutto sicuro, tuttavia, che "stare al passo e stare svegli" sia sufficiente: forse è necessario piuttosto cercare di "stare un passo avanti".

E credo che per noi ciò significhi sviluppare, ampliare e integrare i servizi offerti, profilandosi ad esempio proprio come esperti di quei cambiamenti e di quelle dinamiche che ai nostri committenti potrebbero sfuggire.

Ma magari mi sbaglio e il futuro sarà dei traduttori puri...


Andrea
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Susanna Martoni
Susanna Martoni  Identity Verified
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Cambiamento e resistenze Jun 16, 2011

Ciao Andrea,

grazie per questo ottimo spunto di partenza.

Fornisco volentieri il mio contributo partendo dall'affermazione dello psicologo tedesco Kurt Lewin, che a mio parere è un po' la base di tutto:

se vuoi veramente conoscere un gruppo o un'organizzazione, prova a cambiarla e osserva le resistenze al cambiamento.

In concreto:
cambiamento alla base di sviluppo innovativo e creatività (l’innovazione riguarda quei processi comportam
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Ciao Andrea,

grazie per questo ottimo spunto di partenza.

Fornisco volentieri il mio contributo partendo dall'affermazione dello psicologo tedesco Kurt Lewin, che a mio parere è un po' la base di tutto:

se vuoi veramente conoscere un gruppo o un'organizzazione, prova a cambiarla e osserva le resistenze al cambiamento.

In concreto:
cambiamento alla base di sviluppo innovativo e creatività (l’innovazione riguarda quei processi comportamentali e sociali in cui gli individui, i gruppi, o le organizzazioni cercano di ottenere i cambiamenti desiderati o evitare le angosce dell’inerzia)

cambiamento alla base di formazione e apprendimento (imparare a imparare; insieme a una corretta informazione serve anche la formazione, nel senso che occorre fare in modo che ci siano dei cambiamenti)

Una specie reattiva ai cambiamenti incontrerà meno resistenze nell'ambiente.
Un individuo in fondo sperimenta una condizione di benessere quando riesce a esercitare una certa influenza sull'ambiente (per cambiarlo, evidentemente).

La gestione efficace dei conflitti promuove cambiamento e azione sociale.
Esercitando la nostra professione con coscienziosità, stabilità emotiva, disponibilità e serietà possiamo favorire i cambiamenti.

(Sto spaziando, me ne rendo conto; ma sono reduce da alcuni studi sulla psicologia della comunicazione aventi come oggetto anche il cambiamento e le influenze sull'ambiente, in cui mi sono molto ritrovata!)
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Antonella Andreella (X)
Antonella Andreella (X)  Identity Verified
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Ha ragione Darwin? Sì e no... Jun 16, 2011

Caro Andrea,

intanto complimenti per l'argomento.

Darwin parlava di sopravvivenza della specie. Noi come specie esistiamo, ma pochi ci conoscono, quindi non potremmo contare su eventuali movimenti di "protezione delle specie in via di estinzione"... )))

Ciò detto, il mio timore da un po' di tempo a questa parte (che ahimè trova conferma negli attuali trend del mercato) è che la nostra auspi
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Caro Andrea,

intanto complimenti per l'argomento.

Darwin parlava di sopravvivenza della specie. Noi come specie esistiamo, ma pochi ci conoscono, quindi non potremmo contare su eventuali movimenti di "protezione delle specie in via di estinzione"... )))

Ciò detto, il mio timore da un po' di tempo a questa parte (che ahimè trova conferma negli attuali trend del mercato) è che la nostra auspicata professione, in quanto tale, si appresti a scomparire, per diventare una mansione secondaria di un'altra/altre professione/professioni d'eccellenza.

Il mancato riconoscimento della professione, che ha ormai radici storiche, per di più condiviso da alcuni colleghi e osteggiato dalle associazioni di categoria (c'è da chiedersi a chi giova in soldoni) avrà questo, temo, come sbocco.

Però, come si suol dire, la speranza è l'ultima a morire, perciò speriamo comunque ancora di poter essere riconosciuti come professione...

Un caro saluto
Antonella Andreella
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Jean-Marie Le Ray
Jean-Marie Le Ray  Identity Verified
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Ma basterà reagire? Jun 16, 2011

Andrea, grazie di avermi menzionato, ed in effetti si è parlato di questo aspetto. E si è anche detto che essere "reattivo" è bene, ma essere "proattivo" è meglio. Cioè nel senso di anticipare per provare ad influenzare le cose, piuttosto che limitarsi a reagire soltanto quando sono già avvenute.
Ora, questa differenza tra "reattività" e "proattività" non è un semplice gioco di parole, bensì un approccio che cambia radicalmente il modo di affrontare le cose...
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Andrea, grazie di avermi menzionato, ed in effetti si è parlato di questo aspetto. E si è anche detto che essere "reattivo" è bene, ma essere "proattivo" è meglio. Cioè nel senso di anticipare per provare ad influenzare le cose, piuttosto che limitarsi a reagire soltanto quando sono già avvenute.
Ora, questa differenza tra "reattività" e "proattività" non è un semplice gioco di parole, bensì un approccio che cambia radicalmente il modo di affrontare le cose

J-M
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Antonella Andreella (X)
Antonella Andreella (X)  Identity Verified
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Tornando a Darwin... Jun 16, 2011

Come scrive Jean-Marie, sull'importanza di essere proattivi, piuttosto che...

Va da sé che la maggior parte non riuscirà a essere proattiva, quindi sì, forse ha ragione Darwin e visto che stiamo parlando di una specie esigua e non annoverata (per x motivi) nel database del WWF ( ), è plausibile che si salverà un numero x di esemplari, piuttosto che l'intera specie, a meno che...


Antonella


 
gianfranco
gianfranco  Identity Verified
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A meno che... cosa? Jun 17, 2011

Antonella Andreella wrote:
Come scrive Jean-Marie, sull'importanza di essere proattivi, piuttosto che...

Va da sé che la maggior parte non riuscirà a essere proattiva, quindi sì, forse ha ragione Darwin e visto che stiamo parlando di una specie esigua e non annoverata (per x motivi) nel database del WWF ( ), è plausibile che si salverà un numero x di esemplari, piuttosto che l'intera specie, a meno che...

Antonella


Scusa, potresti terminare la frase? Proprio quando stavamo per ricevere la soluzione del problema, la rivelazione, dobbiamo accontentarci di tre puntini di sospensione.

G


 
doppler (X)
doppler (X)

Local time: 18:10
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a - che... Jul 11, 2011

a - che universalmente nn si usi una lingua comune, quale, ad es., l'esperanto?
a - che... quant'altro...


 


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