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Thread poster: Chiara Santoriello
Angie Garbarino
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Concordo in toto e in particolare Apr 18, 2012

Giuseppe C. wrote:



Continuo a ritenere che tutto questo manto di altezzosa professionalità formale che si intende appioppare alla nostra professione che, per nostra fortuna, è libera dalle storture e dai lacciuoli imposti dalle altre, quelle con le quali si passano gli uffici e i clienti di padre in figlio, sia fuori luogo e non rifletta minimamente la tipologia professionale del tipico traduttore. Non ne ho mai visto uno lavorare in giacca e cravatta e ventiquattrore sulla scrivania e nemmeno una in tailleur di fronte al PC, se non presso il cliente, italiano ovviamente.

Abbiamo la fortuna di farci riconoscere per ciò che sappiamo realmente fare, grazie all'elevata possibilità di lavorare come fornitori di aziende straniere, notoriamente quasi sempre più concrete ed efficaci di quelle nostrane, proprio in virtù dell'attenzione alle reali qualità delle risorse umane. Non mi pare il caso di metterci a copiare il commercialista della porrta accanto, a cui magari dobbiamo spiegare come si fa a gestire la partita IVA di un traduttore perché il vecchio papà non gli ha passato gli incartamenti modello di quel vecchio cliente, anche se lui guadagna più di noi, ma non grazie alla fiducia che ispira con la sua formalità.

Comunque, come sempre, meno male che proz.com è un sito statunitense. Li si fatturano decine di miliardi di dollari con siti o aziende come microsoft, google o twitter mentre si lavora in jeans, maglietta e scarpe da jogging da sempre e si lasciano i comportamenti da professionista del nulla ai broker di Wall Street o agli avvocati in cerca di una nuova "class action".

Ho l'impressione che ormai ci siano troppi traduttori che forse preferirebbero fare qualcos'altro e cercano di trasformare il settore in una corporazione all'italiana, non appena dopo esserci entrati magari grazie a quella libertà di accesso incondizionata così poi tanto vituperata, per traformarlo in un ambiente surreale e ingessato, che non è affatto quello della traduzione reale.


Con quanto sopra... bravo!


 
Riccardo Schiaffino
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Apr 18, 2012



[Edited at 2012-04-19 14:28 GMT]


 
Luca Ruella
Luca Ruella  Identity Verified
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nome e cognome Apr 22, 2012


Continuo a ritenere che tutto questo manto di altezzosa professionalità formale che si intende appioppare alla nostra professione che, per nostra fortuna, è libera dalle storture e dai lacciuoli imposti dalle altre, quelle con le quali si passano gli uffici e i clienti di padre in figlio, sia fuori luogo e non rifletta minimamente la tipologia professionale del tipico traduttore. Non ne ho mai visto uno lavorare in giacca e cravatta e ventiquattrore sulla scrivania e nemmeno una in tailleur di fronte al PC, se non presso il cliente, italiano ovviamente.


Non penso che nessuno intenda "appioppare alla nostra professione un manto di altezzosa professionalità" come da te sostenuto. Presentarsi con nome e cognome non è né una stortura né sintomo di nepotismo, altezzosità o eccessiva formalità come da te ipotizzato, ma semplicemente un requisito abbastanza fondamentale del mondo lavorativo reale.

In una professione nella quale quando si dice "sono traduttore" ci si sente spesso rispondere: "ma di lavoro vero cosa fai?" o "il mio cuginetto studia inglese alle medie, magari puoi passargli qualche lavoretto" trovo che il punto sollevato sia degno di riflessione e non abbia molto a che vedere con quanto hai scritto.

Presentandoci in modo professionale e trasparente abbiamo solo da guadagnarci sia singolarmente sia come categoria. Se poi qualcuno preferisce vedere nell'utilizzo di un nickname chissà quale lotta di classe per ribellarsi al "sistema", ritengo che abbia un po' mancato il punto.



[Edited at 2012-04-22 11:47 GMT]

[Edited at 2012-04-22 11:53 GMT]

[Edited at 2012-04-22 11:55 GMT]


 
alessandra nespoli
alessandra nespoli  Identity Verified
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? Apr 22, 2012

Onestamente, se Scorpioncina_85 con un avatar in tenuta cyber goth, riuscisse, a prescindere dalla presentazione, ad avere ottimi riscontri dalla sua clientela, perché non inchinarsi davanti alla sua professionalità che non ha neanche bisogno di nome e cognome?

Oltretutto, uno dei grandi vantaggi della libera professione è, o dovrebbe essere, la possibilità di scegliersi i clienti. Per cui, Scorpioncina_85 potrebbe ritenere in un certo senso un criterio un po' ingessato quello
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Onestamente, se Scorpioncina_85 con un avatar in tenuta cyber goth, riuscisse, a prescindere dalla presentazione, ad avere ottimi riscontri dalla sua clientela, perché non inchinarsi davanti alla sua professionalità che non ha neanche bisogno di nome e cognome?

Oltretutto, uno dei grandi vantaggi della libera professione è, o dovrebbe essere, la possibilità di scegliersi i clienti. Per cui, Scorpioncina_85 potrebbe ritenere in un certo senso un criterio un po' ingessato quello del nome e cognome e volere escludere a priori la clientela che applica certi criteri.

In ogni caso, anche quando tale scelta fosse del tutto inopportuna, la presenza di un concorrente che si presentasse in modo pessimo, non è in sé commercialmente un gran vantaggio per chi invece si presenta "come si deve"?
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Chiara Santoriello
Chiara Santoriello  Identity Verified
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Concordo pienamente con Luca Apr 23, 2012

Luca Ruella wrote:


Continuo a ritenere che tutto questo manto di altezzosa professionalità formale che si intende appioppare alla nostra professione che, per nostra fortuna, è libera dalle storture e dai lacciuoli imposti dalle altre, quelle con le quali si passano gli uffici e i clienti di padre in figlio, sia fuori luogo e non rifletta minimamente la tipologia professionale del tipico traduttore. Non ne ho mai visto uno lavorare in giacca e cravatta e ventiquattrore sulla scrivania e nemmeno una in tailleur di fronte al PC, se non presso il cliente, italiano ovviamente.


Non penso che nessuno intenda "appioppare alla nostra professione un manto di altezzosa professionalità" come da te sostenuto. Presentarsi con nome e cognome non è né una stortura né sintomo di nepotismo, altezzosità o eccessiva formalità come da te ipotizzato, ma semplicemente un requisito abbastanza fondamentale del mondo lavorativo reale.

In una professione nella quale quando si dice "sono traduttore" ci si sente spesso rispondere: "ma di lavoro vero cosa fai?" o "il mio cuginetto studia inglese alle medie, magari puoi passargli qualche lavoretto" trovo che il punto sollevato sia degno di riflessione e non abbia molto a che vedere con quanto hai scritto.

Presentandoci in modo professionale e trasparente abbiamo solo da guadagnarci sia singolarmente sia come categoria. Se poi qualcuno preferisce vedere nell'utilizzo di un nickname chissà quale lotta di classe per ribellarsi al "sistema", ritengo che abbia un po' mancato il punto.



[Edited at 2012-04-22 11:47 GMT]

[Edited at 2012-04-22 11:53 GMT]

[Edited at 2012-04-22 11:55 GMT]



Concordo pienamente con te Luca. Perché non creare un'immagine professionale della nostra attività? Il fatto di presentarsi con un nick non va solo a scapito della singola persona, ma dell'intera categoria che viene considerata poco professionale e credo che la nostra attività abbia assolutamente bisogno di rafforzare la sua immagine al di là di vincoli, storture e lacciuoli.


 
Giuseppe C.
Giuseppe C.  Identity Verified
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Nessuna lotta di classe Apr 23, 2012

Luca Ruella wrote:

Se poi qualcuno preferisce vedere nell'utilizzo di un nickname chissà quale lotta di classe per ribellarsi al "sistema", ritengo che abbia un po' mancato il punto.



Nel mio specifico caso non intendo servirmi del nickname per fare lotte di classe, anche perché sarebbe perlomeno ridicolo.
Non potevo comunque farmi dare della persona scorretta e controproducente verso i colleghi sulla base di una personalissima opinione che in quanto tale resta opinabile, sempre fino a prova contraria.

Poi il tiro è stato aggiustato e me ne compiaccio. Spero anche che si passi dalla pretesa di farne una regola di proz.com a un invito personale nell'ottica del proprio punto di vista.

Dopodiché sono tutti liberi di rifletterci sopra all'infinito e di ritenere che, grazie al nome e cognome su proz.com, gli amici, i parenti e i conoscenti comprenderanno che cosa voglia dire essere un traduttore e sentirsi in tal modo avvantaggiati sul piano professionale.

A me interessava porre in evidenza un unico punto: che del mio lavoro devo rispondere esclusivamente ai miei clienti finché non pongo in essere azioni obiettivamente illecite o scorrette nei confronti dei miei colleghi, o concorrenti se si preferisce così definirli, e che non accetto regole imposte da nessun altro traduttore sulla base di eventuali danni da lui temuti a causa di azioni altrui che semplicemente non soddisfano i suoi gusti personali o la sua visione di questo lavoro, o professione che si voglia definire, più o meno condivisi da altri.

Siccome so tuttavia che proz.com non è il sito dell'ordine dei traduttori, che per fortuna, almeno per quanto mi riguarda, non esiste, né una sezione della camera di commercio dei traduttori o degli interpreti, bensì un sito di tutt'altro tenore e con ben altri scopi, sono certo che l'imposizione di una tale regola non verrà minimamente presa in considerazione e che quindi stiamo parlando del nulla, ma ci tengo a mettere in chiaro che nel mio lavoro non solo non arreco danni oggettivi agli altri traduttori ma non li tengo minimamente in considerazione, in quanto ritengo il mio lavoro del tutto individuale e indipendente sia dai clienti sia da chiunque altro lo svolga, salvo momenti di collaborazione lavorativa, e che non ho mai avuto modo di temere danni per la mia attività a causa di altri traduttori o presunti tali, se non quando mi fanno perdere tempo prezioso a spiegare a un PM perché determinate modifiche da loro apportate ai miei lavori in qualità di revisori sono inutili, quelle rare volte che va bene, o ancora peggio dannose, quando correggono termini specifici a loro sconosciuti con bischerate provenienti dal traduttore di google oppure dalla loro mente fantasiosa o modificano frasi con interpretazioni artistiche e voli pindarici che tradiscono o offendono le reali intenzioni dell'autore del testo, ritenendosi in dovere di intervenire in ogni caso per giustificare la cifra in fattura.

Dopodiché, ognuno è libero di riflettere su qualsiasi miglioria ritenga opportuno si dovrebbe mettere in atto per rendere più efficace lo svolgimento del nostro lavoro, ma senza pretendere di farne un requisito "sine qua non", pena il rischio di essere definiti dannosi per il proprio prossimo collega o pseudocollega. Sarebbe un ricatto morale inaccettabile e non giustificato dai fatti.

Data a questo punto l'estrema chiarezza della mia posizione che non ha nulla a che vedere con la lotta di classe, vi lascio serenamente a riflettere su questo aspetto del sito e manifestare i vostri punti di vista sul problema.


 
Angie Garbarino
Angie Garbarino  Identity Verified
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Lotta di classe??? Apr 23, 2012

Luca Ruella wrote:
Se poi qualcuno preferisce vedere nell'utilizzo di un nickname chissà quale lotta di classe per ribellarsi al "sistema", ritengo che abbia un po' mancato il punto.


Mai appoggiato lotte di classe... guarda, ma proprio mai.

Il punto è semplicemente che non trovo corretto voler imporre, e visto che ormai è molto chiaro chi concorda con chi, ribadisco che concordo ancora con Giuseppe C.


 
Luca Ruella
Luca Ruella  Identity Verified
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opinioni Apr 23, 2012

Prof. Angie G. wrote:

Luca Ruella wrote:
Se poi qualcuno preferisce vedere nell'utilizzo di un nickname chissà quale lotta di classe per ribellarsi al "sistema", ritengo che abbia un po' mancato il punto.


Mai appoggiato lotte di classe... guarda, ma proprio mai.

Il punto è semplicemente che non trovo corretto voler imporre, e visto che ormai è molto chiaro chi concorda con chi, ribadisco che concordo ancora con Giuseppe C.


Ci tengo solo a chiarire che non ho mai avuto intenzione di imporre nulla a nessuno e ognuno è liberissimo di presentarsi come preferisce, su questo non c'è polemica Ho espresso solo la mia opinione relativa ai pro\contro del caso.


 
Andrea Russo
Andrea Russo
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Concordo May 11, 2012

A_Nespoli wrote:

Onestamente, se Scorpioncina_85 con un avatar in tenuta cyber goth, riuscisse, a prescindere dalla presentazione, ad avere ottimi riscontri dalla sua clientela, perché non inchinarsi davanti alla sua professionalità che non ha neanche bisogno di nome e cognome?

Oltretutto, uno dei grandi vantaggi della libera professione è, o dovrebbe essere, la possibilità di scegliersi i clienti. Per cui, Scorpioncina_85 potrebbe ritenere in un certo senso un criterio un po' ingessato quello del nome e cognome e volere escludere a priori la clientela che applica certi criteri.

In ogni caso, anche quando tale scelta fosse del tutto inopportuna, la presenza di un concorrente che si presentasse in modo pessimo, non è in sé commercialmente un gran vantaggio per chi invece si presenta "come si deve"?



Concordo pienamente! Sinceramente non vedo dov'è il problema. Ognuno sceglie di presentarsi come vuole, e se ciò porta davvero a delle conseguenze importanti le deve accettare.


 
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