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Mirelluk United Kingdom Local time: 06:12 Member (2005) English to Italian + ...
Dec 3, 2014
Ai colleghi che si occupano di traduzioni letterarie segnalo un interessante articolo di Ida Bozzi apparso oggi sul Corriere della Sera che ci da un quadro poco confortante sull'editoria italiana tradotta all'estero. La buona notizia (se vogliamo vederla così) è che la lingua italiana si colloca al quarto posto dopo francese, tedesco e spagnolo. Mentre quella brutta è il numero totale di titoli tradotti nel periodo 2012-2014 che ammonta a soli 174.
Ai colleghi che si occupano di traduzioni letterarie segnalo un interessante articolo di Ida Bozzi apparso oggi sul Corriere della Sera che ci da un quadro poco confortante sull'editoria italiana tradotta all'estero. La buona notizia (se vogliamo vederla così) è che la lingua italiana si colloca al quarto posto dopo francese, tedesco e spagnolo. Mentre quella brutta è il numero totale di titoli tradotti nel periodo 2012-2014 che ammonta a soli 174.
Questo è il link per chi fosse interessato all'articolo.
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Tom in London United Kingdom Local time: 06:12 Member (2008) Italian to English
Infatti
Dec 3, 2014
Grazie Mirella
Infatti, per un anglofono come me che legge molti libri italiani, specialmente nei miei campi (architettura, città, ecc.) ma presumibilmente lo stesso vale anche per altri campi, è sempre stato un dispiacere notare come la maggior parte di questi libri, se non addirittura l'opera intera di certi studiosi molto importanti, rimangono completamente sconosciuti nel mondo anglosassone perché non trovano uno sbocco per la pubblicazione in lingua inglese.
Infatti, per un anglofono come me che legge molti libri italiani, specialmente nei miei campi (architettura, città, ecc.) ma presumibilmente lo stesso vale anche per altri campi, è sempre stato un dispiacere notare come la maggior parte di questi libri, se non addirittura l'opera intera di certi studiosi molto importanti, rimangono completamente sconosciuti nel mondo anglosassone perché non trovano uno sbocco per la pubblicazione in lingua inglese.
Io stesso, riuscendo con fatica a vedere pubblicate alcune mie traduzioni di questi libri, mi sono trovato a dover dialogare qui a Londra con certi editori anche di grande fama, che ritengono di non poter vendere un libro perché non attira il grande pubblico al quale sempre di più loro si rivolgono. Non molto tempo fa, ad esempio, ho colloquiato con il direttore di una famosissima e storica casa editrice "intelligente" inglese/americana il quale mi ha detto che ormai la gente non legge più niente e va solo in Internet e che lui deve cercare di incunearsi in questo mercato!
Secondo me la ragione va ricercata nella diversa struttura dell'editoria italiana rispetto alla struttura dell'editoria in inglese (principalmente negli Stati Uniti d'America, l'Inghilterra, e l' Australia). Una delle tante bellezze dell'Italia è che ci sono molti piccoli editori che sopravvivono (io spero a lungo) grazie a sovvenzioni e finanziamenti di vario tipo che li rendono indipendenti dalle forze di mercato alle quali invece, gli editori anglosassoni sono soggetti.
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