Segnalazione sito slang italiano
Thread poster: Gianfranco Zecchino
Gianfranco Zecchino
Gianfranco Zecchino  Identity Verified
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Apr 23, 2005

Buongiorno a tutti!

Vi sagnalo brevemente un sito, curato da "L'Espresso" online, sul linguaggio giovanile in Italia:

http://www.espressonline.it/eol/free/jsp/detail.jsp?m1s=null&m2s=so&idCategory=4807&idContent=400221

Non è ovviamente esaustivo - lo "slang" è un vulcano sempre attivo! - ma è in
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Buongiorno a tutti!

Vi sagnalo brevemente un sito, curato da "L'Espresso" online, sul linguaggio giovanile in Italia:

http://www.espressonline.it/eol/free/jsp/detail.jsp?m1s=null&m2s=so&idCategory=4807&idContent=400221

Non è ovviamente esaustivo - lo "slang" è un vulcano sempre attivo! - ma è in rapida crescita e presenta voci stupende come "allonsanfiamo" (= "Sorgiamo dalla nostra pigrizia quotidiana e facciamo qualcosa di ideologicamente valido (dalle prime parole della Marsigliese)".
Quanto è viva e creativa la lingua italiana..un fuoco d'artificio!

Saluti e buon "appetito"

Gianfranco
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giogi
giogi
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grazie! Apr 23, 2005

purtroppo c'è sempre la componente "regionale" che rende il tutto molto complicato!
Grazie ancora


 
Gianfranco Zecchino
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Varietà Apr 23, 2005

Giovanna Rampone, PhD wrote:

purtroppo c'è sempre la componente "regionale" che rende il tutto molto complicato!


Cara Giovanna,

ehh, è proprio qui il bello! Il gergo giovanile è solo in parte standardizzato ma solitamente assume una incredibile varietà di forme, diverse spesso da una città all'altra o da un gruppo d'età all'altro (un diciottenne non parla come un ventottenne).
La mia segnalazione voleva soltanto contribuire a creare e/o rinforzare il senso di meraviglia per la nostra lingua: per la sua creatività, fantasia e umorismo. Era una dichiarazione d'amore, se vogliamo..
Se poi si è alla ricerca di parole con cui rendere in italiano termini stranieri: impresa ardua!
Io stesso, come tesi di laurea, ho tradotto una raccolta di racconti dall'inglese australiano (quello parlato da giovani aborigeni urbanizzati nella zona di Perth - o meglio, quello che l'autore dei racconti ritiene tale) in italiano. Due mondi lontanissimi! Come rendere in italiano l'unicità e la particolarità del loro linguaggio? Mah... Penso che questo sia uno degli obiettivi che la traduzione non può colpire in pieno: molto, in questi casi, si perde nel passaggio da una lingua all'altra. Quell'intimità, quel poter "assaporare" e "toccare" l'esperienza contenuta in una parola, il mondo che essa evoca in chi lo ha vissuto...

Buon "viaggio"!

Gianfranco


 
giogi
giogi
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già.... Apr 23, 2005

Gianfranco Zecchino wrote:


Cara Giovanna,

ehh, è proprio qui il bello!
Gianfranco

...il mio era solo un commento sulla "funzionalità" della cosa...
pensa che io insegno al college dove ci sono ragazzi che provengono da tutto il mondo...alla faccia delle sfumature eh...e quindi assisto all'inglesizzazione del linguaggio giovanile di tutti i continenti.
Quando torno a casa, imparo il linguaggio giovanile dell'Oxfordshire da mia figlia, e quando torno in Italia per le vacanze il gergo giovanile delle mie nipoti genovesi...pensi che sia facile redigere un sito sul linguaggio giovanile?!? E' un po' come scrivere sul perchè un fungo alla sera non c'è e al mattino è lì che ti fa l'occhiolino, non credi?
Ciao e grazie ancora
A proposito, il mio viaggio dura da più di quindici anni, e credo che non si esaurirà mai!!!!
Un abbraccio
Giovanna

[Edited at 2005-04-23 11:35]


 
Antonio Lucidi
Antonio Lucidi
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Varietà Apr 23, 2005

Ciao Gianfranco:

Sono perfettamente d'accordo quando parli delle meraviglie della nostra lingua e del contributo dello "slang giovanile".

Qualche tempo fa, in risposta ad una collega che suggeriva di lasciare in Inglese un termine che poteva tranquillamente essere reso in Italiano, ho trascritto brevissime frasi in alcuni dei nostri tanti dialetti regionali,tratte da un libriccino di G.Devoto e G.Gabbrielli, di una trentina di anni fa. Non volevo, allora, e non voglio f
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Ciao Gianfranco:

Sono perfettamente d'accordo quando parli delle meraviglie della nostra lingua e del contributo dello "slang giovanile".

Qualche tempo fa, in risposta ad una collega che suggeriva di lasciare in Inglese un termine che poteva tranquillamente essere reso in Italiano, ho trascritto brevissime frasi in alcuni dei nostri tanti dialetti regionali,tratte da un libriccino di G.Devoto e G.Gabbrielli, di una trentina di anni fa. Non volevo, allora, e non voglio fare adesso retorica. Dico soltanto che la forza e la bellezza della nostra lingua traggono alimento dai dialetti regionali, dalle espressioni gergali dei giovani, della fantasia dei tanti connazionali che oggi giorno ne tirano fuori una, destinata prima o poi a fare il giro dello Stivale.

Perchè mortificarla ed impoverirla con il continuo uso di termini e/o espressioni che non ci appartengono e che possono, in buona parte dei casi, essere tradotti in Italiano?
Parlo, ad esempio, del campo della finanza, nel quale ho un pò più di esperienza. I termini "future", "asset allocation", "duration" e così via sono talmente radicati nel nostro linguaggio finanziario che, se ti provi a sostituirli con un accettabile omologo italiano, oggi non ti comprende quasi nessuno. Se ti capita di leggere un prospetto di un fondo di investimento etc,lo troverai imbottito di termini inglesi, come il ripieno di una lasagna..Delle due l'una: o sei un addetto ai lavori, oppure ti prendi il dizionario che di solito accompagna il prospetto e cerchi il termine che ti interessa, con continue interruzioni della lettura.
Credo che questo valga per tanti altri settori di attività.
Naturalmente questo accade anche all'Italiano che, nel campo musicale, ha imposto, con qualche storpiatura, la propria terminologia.

Non voglio difendere ad oltranza la nostra lingua.
Ci sono termini assolutamente intraducibili o traducibili con il ricorso alla perifrasi, che il più delle volte appesantisce il discorso. E su questo non ci piove. In quel caso il buon senso suggerisce di chiudere tutti e due gli occhi e lasciare le cose così come sono.
Dico soltanto, senza buttarla sul patetico, di rispettarla perchè lo merita e di considerarla per quel che è: uno sterminato patrimonio culturale non secondo a quello di nessun altro paese.

Ho approfittato per divagare.

Mi scuso con i colleghi ma è un mio chiodo fisso.

Antonio























Gianfranco Zecchino wrote:

Giovanna Rampone, PhD wrote:

purtroppo c'è sempre la componente "regionale" che rende il tutto molto complicato!


Cara Giovanna,

ehh, è proprio qui il bello! Il gergo giovanile è solo in parte standardizzato ma solitamente assume una incredibile varietà di forme, diverse spesso da una città all'altra o da un gruppo d'età all'altro (un diciottenne non parla come un ventottenne).
La mia segnalazione voleva soltanto contribuire a creare e/o rinforzare il senso di meraviglia per la nostra lingua: per la sua creatività, fantasia e umorismo. Era una dichiarazione d'amore, se vogliamo..
Se poi si è alla ricerca di parole con cui rendere in italiano termini stranieri: impresa ardua!
Io stesso, come tesi di laurea, ho tradotto una raccolta di racconti dall'inglese australiano (quello parlato da giovani aborigeni urbanizzati nella zona di Perth - o meglio, quello che l'autore dei racconti ritiene tale) in italiano. Due mondi lontanissimi! Come rendere in italiano l'unicità e la particolarità del loro linguaggio? Mah... Penso che questo sia uno degli obiettivi che la traduzione non può colpire in pieno: molto, in questi casi, si perde nel passaggio da una lingua all'altra. Quell'intimità, quel poter "assaporare" e "toccare" l'esperienza contenuta in una parola, il mondo che essa evoca in chi lo ha vissuto...

Buon "viaggio"!

Gianfranco
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giogi
giogi
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semplicemente Apr 23, 2005

Antonio Lucidi wrote:

I termini "future", "asset allocation", "duration" e così via sono talmente radicati nel nostro linguaggio finanziario che, se ti provi a sostituirli con un accettabile omologo italiano, oggi non ti comprende quasi nessuno. Se ti capita di leggere un prospetto di un fondo di investimento etc,lo troverai imbottito di termini inglesi, come il ripieno di una lasagna..Delle due l'una: o sei un addetto ai lavori, oppure ti prendi il dizionario che di solito accompagna il prospetto e cerchi il termine che ti interessa, con continue interruzioni della lettura.
Credo che questo valga per tanti altri settori di attività.
Naturalmente questo accade anche all'Italiano che, nel campo musicale, ha imposto, con qualche storpiatura, la propria terminologia.
.

Mi scuso con i colleghi ma è un mio chiodo fisso.

Antonio



















pechè non sono termini stranieri, ma fanno parte di un jargon tecnico, cosìccome "adagio" "fortissimo" "allegretto" sono uguali in tutte le lingue.

ooops...perdona l'anglcismo "jargon", ma è del tutto involontario...vivo in Inghilterra e parlo Inglese tutto il giorno!
Ciao Antonio!
Giovanna

[Edited at 2005-04-23 16:51]

[Edited at 2005-04-23 16:54]


 
Antonio Lucidi
Antonio Lucidi
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Segnalazione sito slang italiano Apr 23, 2005

Chiamalo jargon tecnico!! Tra poco mi toccherà agreeare o disagreeare con te in merito a qualche argomento.
Ma se ghe pensu...
Con la consueta simpatia
Antonio





Giovanna Rampone, PhD wrote:

Antonio Lucidi wrote:

I termini "future", "asset allocation", "duration" e così via sono talmente radicati nel nostro linguaggio finanziario che, se ti provi a sostituirli con un accettabile omologo italiano, oggi non ti comprende quasi nessuno. Se ti capita di leggere un prospetto di un fondo di investimento etc,lo troverai imbottito di termini inglesi, come il ripieno di una lasagna..Delle due l'una: o sei un addetto ai lavori, oppure ti prendi il dizionario che di solito accompagna il prospetto e cerchi il termine che ti interessa, con continue interruzioni della lettura.
Credo che questo valga per tanti altri settori di attività.
Naturalmente questo accade anche all'Italiano che, nel campo musicale, ha imposto, con qualche storpiatura, la propria terminologia.
.

Mi scuso con i colleghi ma è un mio chiodo fisso.

Antonio



















pechè non sono termini stranieri, ma fanno parte di un jargon tecnico, cosìccome "adagio" "fortissimo" "allegretto" sono uguali in tutte le lingue.

ooops...perdona l'anglcismo "jargon", ma è del tutto involontario...vivo in Inghilterra e parlo Inglese tutto il giorno!
Ciao Antonio!
Giovanna

[Edited at 2005-04-23 16:51]

[Edited at 2005-04-23 16:54]


 
giogi
giogi
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allora mi prendi per nostalgia eh?!' Apr 23, 2005

[quote]Antonio Lucidi wrote:

Chiamalo jargon tecnico!! Tra poco mi toccherà agreeare o disagreeare con te in merito a qualche argomento.
Ma se ghe pensu...
Con la consueta simpatia
Antonio




[quote]
Ma se ghe penso alloa mi veddo o mâ,
veddo i mæ monti e a ciassa da Nonsiâ,
riveddo o Righi e me s'astrenze o chêu,
veddo a lanterna, a cava, lazzû o mêu,
riveddo a séia Zena illûminâ,
veddo là a foxe e sento franze o mâ
e alloa mi penso ancon de ritornâ
a posâ e osse dov'ò mæ madonnâ.

Non vale!
Un bacio
Giovanna



.


 
Antonio Lucidi
Antonio Lucidi
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Segnalazione sito slang italiano Apr 23, 2005

[quote]Giovanna Rampone, PhD wrote:

[quote]Antonio Lucidi wrote:

Chiamalo jargon tecnico!! Tra poco mi toccherà agreeare o disagreeare con te in merito a qualche argomento.
Ma se ghe pensu...
Con la consueta simpatia
Antonio





Ma se ghe penso alloa mi veddo o mâ,
veddo i mæ monti e a ciassa da Nonsiâ,
riveddo o Righi e me s'astrenze o chêu,
veddo a lanterna, a cava, lazzû o mêu,
riveddo a séia Zena illûminâ,
veddo là a foxe e sento franze o mâ
e alloa mi penso ancon de ritornâ
a posâ e osse dov'ò mæ madonnâ.

Non vale!
Un bacio
Giovanna



Hai visto?
Il mio era uno sporco ricatto..of course.
...Oddio! Ho usato un termine straniero..disgusting!!

Un doppio bacio (in senso platonico, s'intende)
Antonio




















 
Andrea Re
Andrea Re  Identity Verified
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Un po' OT Apr 26, 2005

Volevo aggiungere qualcosa alla discussione sui termini da tradurre o da lasciare come sono. Proprio in questi giorni mi domandavo dove uno dovesse tirare la linea; cos'e' accettabile in originale e cosa non lo e'. Nei giorni passati ho assillato con domande su "pack" (courtesy pack, application pack, etc) che alla fin fine mi sono rifiutato di tradurre come "pacco" o simili e sono ricorso a una perifrasi. Il mio ragionamento era che la parola "pacco" non esiste in italiano in questo contesto. S... See more
Volevo aggiungere qualcosa alla discussione sui termini da tradurre o da lasciare come sono. Proprio in questi giorni mi domandavo dove uno dovesse tirare la linea; cos'e' accettabile in originale e cosa non lo e'. Nei giorni passati ho assillato con domande su "pack" (courtesy pack, application pack, etc) che alla fin fine mi sono rifiutato di tradurre come "pacco" o simili e sono ricorso a una perifrasi. Il mio ragionamento era che la parola "pacco" non esiste in italiano in questo contesto. Sono d'accordo che lo trovi sull'internet facilmente, ma questo cosa vuol dire, a parte il fatto che qualche traduttore l'ha tradotto cosi? Gianfranco giustamente insisteva un paio di settimane fa di lasciare "root" inalterato dato che, nel contesto dei computer, la parola "root" non e' ne' inglese ne' italiana (un po' come "allegretto"), ma dove ci si ferma prima che la lingua si imbastardisca del tutto? Facciamo come i Francesi? Durante la mia settimana a Roma ho incontrato le parole "shopper", "outlet" (una novita' per me in Italia), "kit" e cosi' via. Tutte queste sono parole traducibilissime, ma siccome fa piu' bello se le dici in inglese, rimangono tali. Almeno le sapessero pronunciare (Ogni volta che sento gleisgo (Glasgow) rabbrividisco).

Ciao,

Andrea

PS
Notare che nel titolo ho messo "off topic". Non c'e' salvezza!!
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gianfranco
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Le lingue sono in continuo fermento Apr 26, 2005

arkadian wrote:
... ma dove ci si ferma prima che la lingua si imbastardisca del tutto? Facciamo come i Francesi? Durante la mia settimana a Roma ho incontrato le parole "shopper", "outlet" (una novita' per me in Italia), "kit" e cosi' via.
...


Direi che le lingue sono oggi, come sempre in passato, in contina evoluzione, anzi, sono sempre state bastardissime, con tutti i fenomeni di contaminazione, assorbimento, prestiti, e soggette a mode più o meno passeggere, influenzate dalle altre lingue e ovviamente anche da dialetti e gerghi vari (l'oggetto iniziale di questa discussione), e poi dallo spettacolo, da settori specialistici, dal giornalismo, ecc.

Oggi possiamo trovare il primo 'outlet' o protestare di fronte a 'kit' o 'pack', ma tra qualche anno una o piu' di queste parole potrebbe risultare totalmente assorbita nel linguaggio comune.
Ci sono tantissimi esempi di parole che ormai sembrano italiane, per esempio, l'italianissima 'bistecca' non è niente altro che la 'beefsteak' adattata al nostro alfabeto e pronuncia. Chi ricorda più come chiamavamo le fette di carne prima di avere la parola bistecca?

Come traduttori o appassionati di lingue possiamo soltanto osservare, con attenzione, fino a quando, quasi senza accorgercene, anche noi avremo il coraggio di usare un termine particolare in un contesto ora impensabile, e in sostanza contribuire alla sua diffusione.

ciao
Gianfranco




[Edited at 2005-04-26 11:51]


 
Arturo Mannino
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Updatare, downlodare, settare... Apr 26, 2005

... settaggio, scaricare *sul* computer, cliccare, bypassare, la ragazza *nella* foto (the girl in the foto), supportare (nel senso di essere compatibile con), supporto (nel senso di assistenza tecnica)...

D'accordo sul fatto che le lingue sono organismi vivi in continua evoluzione e che l'italiano non è precisamente minacciato d'estinzione, però una cosa è il linguaggio tecnico intraducibile e un'altra sono la pigrizia intellettuale, l'ignoranza, la passività, lo snobismo da pa
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... settaggio, scaricare *sul* computer, cliccare, bypassare, la ragazza *nella* foto (the girl in the foto), supportare (nel senso di essere compatibile con), supporto (nel senso di assistenza tecnica)...

D'accordo sul fatto che le lingue sono organismi vivi in continua evoluzione e che l'italiano non è precisamente minacciato d'estinzione, però una cosa è il linguaggio tecnico intraducibile e un'altra sono la pigrizia intellettuale, l'ignoranza, la passività, lo snobismo da paccottiglia e gli errori di traduzione. Credo che sia anche necessaro distinguere tra l'adozione di termini stranieri e l'adattamento di termini stranieri alla lingua italiana (o a qualsiasi altra lingua). Nel primo caso si tratta di un'operazione più o meno lecita o necessaria, e credo che la discriminante d'uso debba basarsi sulla risposta alla domanda: se dico x (termine straniero) invece di Y (termine italiano) contribuisco ad impoverire la lingua? Il caso dell'adattamento di termini alla nostra lingua è un poco diverso e va avanti da circa 800 anni, come chiunque può comprovare dando un'occhiata ad un dizionario etimologico. Spesso si tratta di una necessità reale, come quando nel XVIII secolo si adottò il termine francese optimisme italianizzandolo in ottimismo per descrivere uno stato d'animo che altrimenti non sarebbe stato possibile esprimere con l'italiano di allora. Ma che qualcuno abbia la bontà di spiegarmi perché dovrebbe essere necessario dire settaggio invece di impostazione.
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Katherine Zei
Katherine Zei  Identity Verified
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La chicca... May 18, 2005

Arturo Mannino wrote:

... settaggio, scaricare *sul* computer, cliccare, bypassare, la ragazza *nella* foto (the girl in the foto), supportare (nel senso di essere compatibile con), supporto (nel senso di assistenza tecnica)...


Hai dimenticato "googlare"!!

Che brutto! Purtroppo lo uso sempre quando parlo con gli amici italiani. In inglese ormai si usa "to google" (someone or something) abbastanza comunamente.

Come mai suona meglio in inglese che in italiano? Boh, un argomento per un nuovo topic forse...

Salutoni,
Katy

L'ho trovato sul sito segnalato! Non mi sentiro' piu' cosi' un'ignorante quando lo uso.

[Edited at 2005-05-18 13:58]


 


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