Partiva IVA: adesso o aspetto?
Thread poster: Alessia Simoni
Alessia Simoni
Alessia Simoni  Identity Verified
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Jul 5, 2007

Ciao a tutti!
Ho cercato nel forum se c'era una domanda simile alla mia, ma non avendola trovata eccomi qui
Volevo qualche consiglio su come comportarmi in questa 'fase' della mia attività di traduttrice. Premetto che ho sempre fatto traduzioni per studenti universitari per mantenermi agli studi (sto per laurearmi), ma adesso volevo fare "un passo avanti". Stavo pensando di aprire la partita IVA, ma prima volevo chied
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Ciao a tutti!
Ho cercato nel forum se c'era una domanda simile alla mia, ma non avendola trovata eccomi qui
Volevo qualche consiglio su come comportarmi in questa 'fase' della mia attività di traduttrice. Premetto che ho sempre fatto traduzioni per studenti universitari per mantenermi agli studi (sto per laurearmi), ma adesso volevo fare "un passo avanti". Stavo pensando di aprire la partita IVA, ma prima volevo chiedere a chi ha più esperienza se ne vale la pena in questa fase.
Tenuto conto che sto per laurearmi e che voglio sostenere gli esami di certificazione della lingua al più presto, mi chiedevo se mi convenisse fare la partita IVA adesso e propormi a qualche agenzia nella mia zona, o se aspettare la laurea e le certificazioni varie. Il mio timore è soprattutto a livello fiscale. Mi spiego: ho lavorato in una palestra ma su quel reddito non pagavo tasse perchè non arrivavo alla soglia minima (una specie di "no-tax zone", in pratica). Non so però se questa fascia non tassabile sia limitata solo agli istruttori sportivi o se sia generale, ed è da questo che deriva il mio timore: mi conviene continuare così fino a quando sarò in regola con laurea e certificazioni, sperando che la no tax zone sia generale, o inizio adesso rischiando però di bruciarmi dato che non ho altri titoli che la mia esperienza con materiale tradotto per tesi universitarie?
Vale la pena aprire la partita IVA adesso?
Grazie in anticipo
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Paola Dentifrigi
Paola Dentifrigi  Identity Verified
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adesso a luglio? Jul 5, 2007

Aspetterei almeno a gennaio
Per quanto riguarda invece la tua carriera, non so. Credo valga ancora il tetto dei 5.000 euro, ma non sono un'esperta.
Ciao
Paola


 
Luisa Fiorini
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Jul 5, 2007

PaolaD wrote:

Aspetterei almeno a gennaio



Anche io aspetterei a gennaio, quando inizia l'anno fiscale.

Ciao


 
Alessia Simoni
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adesso... Jul 5, 2007

Intendevo adesso che non sono ancora laureata e non ho certificazioni^^

 
Francesca Pesce
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Non collegherei strettamente le due questioni Jul 6, 2007

Cara Alessia,

dal mio punto di vista non farei un collegamento stretto tra laurea/certificazioni, da un lato, e apertura della partita IVA, dall'altro.

Sono di per sé due questioni distinte, senza particolari nessi. La decisione relativa all'apertura della partita IVA dovrebbe, a mio parere, essere di natura strettamente economica.

Io ti suggerirei (in realtà è un suggerimento che fa spesso in questa sede il nostro moderatore Gianfranco) di entrare in un
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Cara Alessia,

dal mio punto di vista non farei un collegamento stretto tra laurea/certificazioni, da un lato, e apertura della partita IVA, dall'altro.

Sono di per sé due questioni distinte, senza particolari nessi. La decisione relativa all'apertura della partita IVA dovrebbe, a mio parere, essere di natura strettamente economica.

Io ti suggerirei (in realtà è un suggerimento che fa spesso in questa sede il nostro moderatore Gianfranco) di entrare in una libreria o in un negozio tipo Buffetti (oppure in biblioteca) e comprare (consultare) qualche libro in materia di fisco per i liberi professionisti (lavoratori autonomi).

Lì potrai scoprire quali sono le varie opzioni. Troverai suggerimenti su come, quando e perché aprire una partita IVA e quali sono le conseguenze. Troverai spiegate le varie forme di partita IVA ora disponibili. E, facendoti un po' di conti, potrai giungere tu stessa alle conclusioni opportune.

Ti faccio presente, visto che ci sono, che i 5.000 euro citati sopra da PaolaD non sono una no-tax area, quanto invece il limite massimo entro il quale è possibile lavorare come professionista occasionale senza aprire una partita IVA. Questo non significa che sia una no-tax area, perché i committenti ti opereranno comunque la ritenuta d'acconto (che è un prelievo della tassazione alla fonte che pagheranno per tuo conto). Dovresti comunque fare la dichiarazione dei redditi, perché magari scopri che vai in credito...

In conclusione, il mio consiglio è diverso da quello che chiedi tu: prova, dopo aver approfondito l'argomento, a farti una idea piuttosto precisa delle alternative disponibili (insieme alle relative conseguenze) e poi, a quel punto, in caso di ulteriori incertezze, chiedere ai colleghi e/o a un commercialista un parere, per rafforzarti maggiormente sulle tue convinzioni.

In bocca al lupo per tutto!
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Alessia Simoni
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perchè collego le due cose Jul 6, 2007

In realtà io collego le due cose perchè non vorrei avere delle spese senza però avere dall'altra parte un guadagno.
Propromi alle agenzie senza certificazioni non è una buona cosa e difatti aspetto almeno di avere il First Certificate, per iniziare. Quello che mi chiedo è se valga la pena aprire una partita IVA senza lavorare (perchè comunque le mie esperienze non sono dimostrabili, e le mie conoscenze non sono certificate). Tutto qui^^


 
Francesca Pesce
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Proprio per questo dovresti studiare le opzioni... Jul 6, 2007

Alessia Simoni wrote:

(...) Quello che mi chiedo è se valga la pena aprire una partita IVA senza lavorare (perchè comunque le mie esperienze non sono dimostrabili, e le mie conoscenze non sono certificate).


Proprio per risponderti da sola a questa domanda, dovresti studiare le opzioni disponibili, con relative regole, condizioni e conseguenze.

Io ti potrei dire che non vale la pena aprire una Partita IVA se non lavori (l'apertura di una partita IVA è una specie di auto e reciproco riconoscimento con il Fisco che sei una professionista abituale).
Tuttavia, per te oggi non esiste più la semplice domanda "apro la partita IVA?". Bensì: "apro o meno una partita IVA, ma quale?".
Ora (rispetto a qualche anno fa) ci sono da un lato più opzioni alternative (più tipi di partite IVA con regimi diversi, condizioni diverse, conseguenze diverse e costi diversi), ma dall'altro lato anche regole più rigide. E quindi devi capire tu quale di queste opzioni sia la più idonea alla tua situazione personale.

I pareri che possono darti i colleghi in genere sono "distorti" dalla loro esperienza personale, dal loro livello di consapevolezza delle opzioni offerte dal Fisco ora (rispetto a qualche anno fa), oltre che dal loro livello di conoscenza della tua situazione.
Anche il parere di un commercialista è in genere "distorto" dalla sua esperienza lavorativa, dalla maggiore o minore mole di lavoro implicato nell'adozione delle diverse opzioni, nonché dalle sue idee politiche (ad es. maggiore o minore fiducia nel governo in carica).

Quindi, resto convinta che la strada maestra per fare la scelta giusta nei tuoi rapporti di lavoratrice con lo Stato sia di informarsi prima tu e solo dopo valutare i consigli altrui, filtrati attraverso la conoscenza che avrai nel frattempo acquisito.


 
Alessia Simoni
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Grazie Jul 6, 2007

ok, grazie a tutti, vedrò di informarmi meglio!

 
dropinka (X)
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off-topic e senza polemica Jul 6, 2007

Alessia Simoni wrote:

In realtà io collego le due cose perchè non vorrei avere delle spese senza però avere dall'altra parte un guadagno.
Propromi alle agenzie senza certificazioni non è una buona cosa e difatti aspetto almeno di avere il First Certificate, per iniziare. Quello che mi chiedo è se valga la pena aprire una partita IVA senza lavorare (perchè comunque le mie esperienze non sono dimostrabili, e le mie conoscenze non sono certificate). Tutto qui^^


Premetto che non ho mai lavorato con agenzie, pertanto ciò che sto per dire potrebbe lasciare il tempo che trova.

Non so se per proporsi alle agenzie sia così fondamentale avere delle certificazioni, ma sinceramente non aspetterei di avere il FCE, in quanto dubito che questo titolo faccia qualche differenza.

In tutta onestà penso che per tradurre a livello professionale serva una competenza (certificata o meno) più elevata rispetto al B2 del Common European Framework (independent user).

Poi è chiaro che tradurre è una cosa, esprimersi in lingua straniera e fare un esame Cambridge è tutt'altra! Però, se io fossi un'agenzia, non credo che guarderei questi titoli. E se proprio li guardassi, non so quanto mi colpirebbe un FCE...

Claudia


 
Alessia Simoni
Alessia Simoni  Identity Verified
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Nessuna polemica! Jul 6, 2007

Non preoccuparti Claudia, nessuna polemica!
Ti dico che parlo per esperienza: l'anno scorso ho inviato il curriculum a svariate agenzie di zona, ma non avevo nè partita IVA nè certificazioni o titoli. L'unica cosa era la mia parola, il fatto che fossi una studentessa alla facoltà di Lingue eche avessi tradotto materiali vari per tesi universitarie che però non potevo provare.
Nessuno mi ha risposto ed è per questo che m'è sorto il dubbio che vogliano una "prova". E ad ogni modo
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Non preoccuparti Claudia, nessuna polemica!
Ti dico che parlo per esperienza: l'anno scorso ho inviato il curriculum a svariate agenzie di zona, ma non avevo nè partita IVA nè certificazioni o titoli. L'unica cosa era la mia parola, il fatto che fossi una studentessa alla facoltà di Lingue eche avessi tradotto materiali vari per tesi universitarie che però non potevo provare.
Nessuno mi ha risposto ed è per questo che m'è sorto il dubbio che vogliano una "prova". E ad ogni modo, una certificazione non fa mai male
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