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Esame AITI
Thread poster: Laura Lamberti
Laura Lamberti
Laura Lamberti
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non è che non mi fido Jan 14, 2008

È che sinceramente non so come possa reagire un cliente sapendo che le sue fatture sono state consegnate a X che magari sarà anche irreprensibile, ma... Insomma meglio le referenze a questo punto, come dice Luca.

 
Mariella Bonelli
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C'è una legge Jan 14, 2008

Laura Lamberti wrote:

È che sinceramente non so come possa reagire un cliente sapendo che le sue fatture sono state consegnate a X che magari sarà anche irreprensibile, ma...


Non si tratta di temere come possa reagire un cliente. La comunicazione dei dati senza autorizzazione è proprio un reato, per quanto ne so (e finora nessuno mi ha smentita).


 
Giuliana Buscaglione
Giuliana Buscaglione  Identity Verified
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Non si richiede di contravvenire a nessuna legge Jan 14, 2008

Ciao Mariella,

non riesco a capire la tua insistenza sulla privacy, quando né l'AITI né nessun'altra associazione professionale suggerisce a chi desidera diventare socio/a di fornire informazioni previo consenso.

Non si fornisce nessuna informazione segreta né confidenziale tanto meno il contenuto delle proprie traduzioni.

Giuliana


 
Mariella Bonelli
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Chiedo per capire Jan 14, 2008

Insisto con la privacy, solo perché vorrei avere chiarimenti. Io so che bisognerebbe consegnare le fatture a dimostrazione dei lavori eseguiti, giusto? E questo per quanto ne so non è possibile senza il consenso dei clienti. Si presuppone quindi di far firmare il consenso a ciascun cliente. Niente di male, se lo si ritiene opportuno, ma vorrei avere una risposta chiara, se qualcuno ce l'ha. È così che fa chi si iscrive all'AITI?

 
Giuliana Buscaglione
Giuliana Buscaglione  Identity Verified
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Non c'è molto da capire, solo chiarezza e buona comunicazione Jan 14, 2008

Ciao Mariella,

l'atteggiamento professionale prescinde qualsiasi appartenenza ad associazioni od ordini (per altre professioni). Un professionista si regola in base alla legge e all'etica professionale che ha o non ha. La richiesta di referenze presenterebbe lo stesso "problema" che problema non è grazie a una semplice e buona comunicazione con i propri clienti.

Giuliana


 
Mariella Bonelli
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È legge, non atteggiamento professionale Feb 11, 2008

Poiché non mi piace lasciare che le problematiche che ci riguardano restino vaghe o in sospeso in questo forum di consultazione pubblica, ci tengo a specificare che mi sono informata ancora una volta e ho avuto la conferma che non si possono divulgare informazioni relative ai clienti, a cosa abbiamo tradotto per loro, prezzi, ecc. a chicchessia senza aver fatto firmare *a ciascuno* la liberatoria.

Qui non si tratta di semplice atteggiamento professionale o di buona comunicazione c
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Poiché non mi piace lasciare che le problematiche che ci riguardano restino vaghe o in sospeso in questo forum di consultazione pubblica, ci tengo a specificare che mi sono informata ancora una volta e ho avuto la conferma che non si possono divulgare informazioni relative ai clienti, a cosa abbiamo tradotto per loro, prezzi, ecc. a chicchessia senza aver fatto firmare *a ciascuno* la liberatoria.

Qui non si tratta di semplice atteggiamento professionale o di buona comunicazione con i clienti, ma di rispettare le disposizioni in materia di privacy a cui nessuno può venir meno. Non è consigliabile comportarsi in modo approssimativo, dal momento che si rischiano pesanti sanzioni.

[Edited at 2008-02-11 15:33]
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Chiara Santoriello
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La mia esperienza con AITI Feb 12, 2008

Giuliana Buscaglione wrote:

Ciao Mariella,

non riesco a capire la tua insistenza sulla privacy, quando né l'AITI né nessun'altra associazione professionale suggerisce a chi desidera diventare socio/a di fornire informazioni previo consenso.

Non si fornisce nessuna informazione segreta né confidenziale tanto meno il contenuto delle proprie traduzioni.

Giuliana


Giuliana,

purtroppo su questo punto devo contraddirti. Diversi anni fa quando volevo entrare a far parte di AITI, mi è stato chiesto di presentare tutte le fatture dei lavori svolti e NON HANNO accettato la mia candidatura perché avevo lavorato prevalentemente con agenzie e non con committenti privati. Scandalizzata da questo comportamento dell'allora Presidente di AITI Lombardia, la quale sosteneva di lavorare a Lire 50.000 a cartella, ho deciso che NON mi sarei MAI iscritta a un'associazione del genere.

Chiara Santoriello


 
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Giuliana Buscaglione
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Clienti privati esclusi? Feb 12, 2008

Ciao Chiara,

purtroppo su questo punto devo contraddirti.


perché contraddirmi? Un'esperienza diversa non significa essere in contraddizione, no?

Capisco che l'impressione fatta da una persona finisce per avere ripercussioni sull'immagine di tutta un'associazione, ma le mie esperienze all'interno di essa sono solo di tipo costruttivo.. si sa, con alcuni ci si intende con altri meno, ma in complesso non posso dire nulla di diverso da *esperienza positiva*.

Quando mi sono avvicinata all'AITI, ho proprio chiesto le prime informazioni in Lombardia, ma non ricordo proprio alcun accenno a limitazioni per sole agenzie.... mi giunge altresì nuova.

Mi sorprende molto, perché a me non si è chiesto anni dopo, tutt'altra sezione, né chi erano i miei clienti né mi si sono poste limitazioni del genere, solo di dimostrare di aver tradotto un certo numero di parole. In fin dei conti si tratta di un'associazione professionale. Mi sono semplicemente rivolta ad alcuni dei miei clienti che hanno confermato di propria mano e molto volentieri che avevo tradotto ben oltre il numero minimo di parole richiesto per i miei titoli.

Inoltre, per rispondere a Mariella, non mi pare di aver mai detto di chiedere a un solo ciente per tutti né di non rispettare la legge del vostro Paese.

Al contrario, ho parlato di "comunicazione" con il cliente: chiedere non costa nulla e comunicare apertamente, legge sì legge no, è per me parte integrante della mia attività professionale. Non mi sarebbe mai venuto in mente di affermare il contrario o qualcosa di diverso. La legge italiana non sarà molto diversa da quella austriaca o di qualsiasi altro Paese UE; certamente vi saranno passi diversi, a cui ciascun professionista si deve rifare ed attenere, niente di più corretto.

Ebbene, io so di essermi attenuta alla legge del mio Paese. Ciascun professionista si informi e si attenga a quella del proprio, com'è giusto e logico che sia

Giuliana

[Edited at 2008-02-12 18:30]


 
Mariella Bonelli
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Privacy e comunicazione Feb 13, 2008

Giuliana Buscaglione wrote:

Inoltre, per rispondere a Mariella, non mi pare di aver mai detto di chiedere a un solo ciente per tutti né di non rispettare la legge del vostro Paese.

Al contrario, ho parlato di "comunicazione" con il cliente: chiedere non costa nulla e comunicare apertamente, legge sì legge no, è per me parte integrante della mia attività professionale. Non mi sarebbe mai venuto in mente di affermare il contrario o qualcosa di diverso. La legge italiana non sarà molto diversa da quella austriaca o di qualsiasi altro Paese UE; certamente vi saranno passi diversi, a cui ciascun professionista si deve rifare ed attenere, niente di più corretto.


Certo, la buona comunicazione con i clienti è fondamentale per qualsiasi attività.
Tuttavia, quando dici "Non c'è molto da capire, solo chiarezza e buona comunicazione" sembra che il tutto si esaurisca con questo. Sull'argomento mi pare ci sia parecchia disinformazione, ed essendo tu oltretutto moderatrice, poteva molto rapidamente passare ai colleghi il concetto espresso "non riesco a capire la tua insistenza sulla privacy", che sembra non dare la giusta importanza agli adempimenti obbligatori per legge sui quali stavo cercando di fare maggiore chiarezza.
Ad esempio, mi pare di aver capito dal tuo e da altri interventi, che nel caso specifico dell'AITI potrebbe essere sufficiente una dichiarazione firmata dal cliente che attesti la quantità del lavoro svolto. Questa potrebbe essere una parziale soluzione del problema, mettendo anche da parte la questione della privacy. Ma è davvero accettato? Vedremo dall'esperienza di Laura.


 
María José Iglesias
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Basta fare una telefonata all'AITI :-) Feb 15, 2008

Mi chiedo perché anziché stare a fare congetture, non vi rivolgete direttamente all'AITI per chiarire i vostri dubbi. A dire il vero, basta solo una telefonata...

Mariella Bonelli wrote:
Sull'argomento mi pare ci sia parecchia disinformazione, ed essendo tu oltretutto moderatrice, poteva molto rapidamente passare ai colleghi il concetto espresso "non riesco a capire la tua insistenza sulla privacy", che sembra non dare la giusta importanza agli adempimenti obbligatori per legge sui quali stavo cercando di fare maggiore chiarezza.


Mariella, non vedo sinceramente cosa possa c'entrare il fatto che Giuliana sia una moderatrice di ProZ.com con l'argomento che stai affrontando sulla privacy. Lei ti ha dato il suo punto di vista come membro dell'Associazione Italiana Traduttori e Interpreti che può ovviamente non coincidere con il tuo.
Le colleghe che fanno parte dell'AITI ti stanno semplicemente dicendo che, in base alla loro esperienza, non sono richieste obbligatoriamente le fatture, ma soltanto di dimostrare con delle dichiarazioni sottoscritte dalle agenzie con cui si lavora di aver tradotto un certo numero di parole o di cartelle. Questo non penso possa offendere la “privacy” di nessuno. Comunque, anche nel caso si dovesse dimostrare un certo numero di cartelle tradotte mostrando le fatture in assenza di dichiarazioni, mi risulta che per la privacy non si possono comunicare i DATI SENSIBILI dei clienti, che non sono tuttavia quelli che possono risultare in una fattura.

Io non sono mai stata membro di AITI e non posso parlare di questa associazione, ma ogni associazione professionale richiede ai propri membri di essere in possesso di certi requisiti (e questo lo si può capire ancora di più in una professione come la nostra) che devono essere dimostrati.

A titolo aneddotico volevo dire che quando anni fa feci richiesta di iscrizione al CTU del Tribunale come traduttore, oltre al CV mi furono richieste espressamente le fatture emesse negli ultimi 3 anni, in bollo. Lo stesso fa attualmente la Camera di Commercio della mia città quando un traduttore richiede di iscriversi nell’”albo” dei periti ed esperti. Altre associazioni (per esempio quelle per i centri di traduzione) richiedono addirittura il fatturato della ditta... Concordo sul fatto che comunicare tutti questi dati possa non piacere, ma in quel caso si valuta con tutta calma se tale iscrizione faccia al proprio caso e valga la pena o meno).

María José


 
Mariella Bonelli
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E anche al commercialista ;) Feb 15, 2008

María José Iglesias wrote:
Comunque, anche nel caso si dovesse dimostrare un certo numero di cartelle tradotte mostrando le fatture in assenza di dichiarazioni, mi risulta che per la privacy non si possono comunicare i DATI SENSIBILI dei clienti, che non sono tuttavia quelli che possono risultare in una fattura.


Per questo basta sentire un commercialista, come ho fatto io, e potrà smentirti.


 
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Mariella Bonelli
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Grazie Laura Apr 2, 2008

Recentemente c'è stato un interessante powwow a Torino con una presentazione dell'AITI. Abbiamo anche ottenuto risposte a molte nostre domande, tra cui proprio relative alla presentazione delle fatture e hanno confermato la stessa cosa. Basta una dichiarazione di un numero di clienti sufficiente ad attestare il numero richiesto di cartelle. Si può scegliere ad esempio tra quellli per i quali si è tradotto di più, senza dover presentare le fatture.

 
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