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Off topic: strafalcioni a non finire!
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Luca Ruella
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No problem Jan 21, 2008

Gisella Germani Mazzi wrote:

Ma il tuo appunto è fuori luogo: infatti io ho scritto "leggere", tu "parlanti".
Ad esempio, quando in una traduzione che si sta rivedendo si trovano errori ortografici (e - bada bene - non disattenzioni che possono capitare a chiunque), non si può certo perdere tempo a contare fino a 2000...


Luca Ruella wrote:

Gisella Germani Mazzi wrote:

Concordo. Mi è addirittura capitato di leggere gli strafalcioni (che neppure un bambino delle elementari avrebbe fatto) di una "collega" toscana... da mettersi le mani nei capelli!!!


Io direi che un parlante di qualsiasi luogo dovrebbe contare fino a 2000 prima di accusare un altro parlante di qualsiasi luogo di fare errori di lingua


Non volevo fare un appunto a te Se così ti è sembrato mi scuso.
Volevo solo dire che non ne farei una guerra di campanile, nord, sud, svizzeri, eccetera. Chi sa sa, chi non sa non sa, a prescindere dal luogo d'origine


 
Mariella Bonelli
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Una curiosità Jan 21, 2008

Luca Ruella wrote:
Volevo solo dire che non ne farei una guerra di campanile, nord, sud, svizzeri, eccetera. Chi sa sa, chi non sa non sa, a prescindere dal luogo d'origine


Questo è vero, ma in Toscana, ad esempio, (scusate se vi cito, miei ex-corregionali!) notavo che certi errori ("a me mi garba, "(essi) vengAN", ecc.) sono diffusissimi in tutti i livelli sociali e culturali. È quasi come se, non avendo un dialetto distinto come lingua a se stante, certi regionalismi si mescolassero alla lingua comune (anche se solo parlata). In questo trovo che sia una regione diversa, poiché in altre regioni si tende a distinguere abbastanza nettamente tra dialetto e italiano più "puro". Su questo mi piacerebbe avere l'opinione di qualcuno più esperto di me.


 
Anna Lanave
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In effetti... Jan 21, 2008

Mariella Bonelli wrote:

lanave wrote:
Nel parlato e nello scritto cercherò sempre di usare correttamente il passato remoto o il congiuntivo, perché sono una risorsa che la mia lingua mi mette a disposizione.


Come per Transpax, se dalle mie parti io iniziassi a usare il passato remoto mi chiederebbero se sono uscita da un libro o in alternativa mi crederebbero un'immigrata. Da noi semplicemente non si usa nel parlato.


Avete ragione entrambi, è un'eventualità che non avevo preso in considerazione.


 
Angie Garbarino
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Si Mariella Jan 21, 2008

Mariella Bonelli wrote:
Come per Transpax, se dalle mie parti io iniziassi a usare il passato remoto mi chiederebbero se sono uscita da un libro o in alternativa mi crederebbero un'immigrata. Da noi semplicemente non si usa nel parlato.


Ci pensi? Andare al supermercato e chiacchierando magari di vacanze dire" sai l'estate scorsa mi recai in vacanza a..."

mi prenderebbero per improvvisamente impazzita, no, nel parlato non si può proprio usare il passato remoto qui da noi.


 
transparx
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sì, brava... Jan 21, 2008

Mariella Bonelli wrote:
Questo è vero, ma in Toscana, ad esempio, (scusate se vi cito, miei ex-corregionali!) notavo che certi errori ("a me mi garba, "(essi) vengAN", ecc.) sono diffusissimi in tutti i livelli sociali e culturali. È quasi come se, non avendo un dialetto distinto come lingua a se stante, certi regionalismi si mescolassero alla lingua comune (anche se solo parlata). In questo trovo che sia una regione diversa, poiché in altre regioni si tende a distinguere abbastanza nettamente tra dialetto e italiano più "puro". Su questo mi piacerebbe avere l'opinione di qualcuno più esperto di me.


Neanch'io sono un esperto di dialettologia italiana, ma ho sempre avuto anch'io la stessa sensazione. Ho vissuto in Toscana per quattro anni e ho fatto lì le medie e il primo anno del classico --un periodo della vita ancora abbastanza centrale per quanto riguarda la formazione linguistica. Per me, esistevano già tre varietà distinte: l'italiano standard, l'italiano regionale, e il mio dialetto. I miei compagni di scuola invece (ma anche gli insegnanti) sembravano non essere affatto consapevoli del fatto che la lingua che parlavano fosse diversa dall'italiano standard. Per loro era quello l'italiano "puro" --nonostante lo scritto fosse, chiaramente, diverso. A ripensarci adesso, la cosa da rimarcare è proprio questa mancanza di consapevolezza linguistica --o sociolinguistica.


 
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