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pagamento da un'agenzia
Thread poster: Rebecca Baron
Rebecca Baron
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Jul 31, 2012

Ciao a tutti!
Scusate, sto giusto iniziando a fare la traduttrice ed avrei una domanda.
Accordandomi per i pagamenti con l'agenzia con la quale collaboro, mi è stato detto che avverranno a 60 giorni dalla fattura. Siccome mi sembrava un po' lunga come attesa, mi chiedevo se fosse pratica comune...

Grazie mille


 
María José Iglesias
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Jul 31, 2012

In Italia è pratica comune. Spesso è 60 giorni, data fattura, fine mese.

[Modificato alle 2012-07-31 19:21 GMT]


 
Angie Garbarino
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Pratica comune in Italia e Spagna Jul 31, 2012

Il tuo cliente dove si trova?

Concordo che sono tempi lunghi, ed è uno dei motivi per cui l'unico mio cliente in Italia è in effetti inglese e paga a 30, ora vivo in Spagna ma per il momento ho un solo cliente spagnolo che addirittura paga alla consegna.

Speriamo che con la "crisi" non diventi un'abitudine anche in altri paesi.

Ti dirò, io difficilmente rifiuto lavori (anzi praticamente mai) ma qualche volta mi è successo di rifiutare il pagamento a 6
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Il tuo cliente dove si trova?

Concordo che sono tempi lunghi, ed è uno dei motivi per cui l'unico mio cliente in Italia è in effetti inglese e paga a 30, ora vivo in Spagna ma per il momento ho un solo cliente spagnolo che addirittura paga alla consegna.

Speriamo che con la "crisi" non diventi un'abitudine anche in altri paesi.

Ti dirò, io difficilmente rifiuto lavori (anzi praticamente mai) ma qualche volta mi è successo di rifiutare il pagamento a 60 gg.

Ti auguro buona fortuna se sei nuova, il nostro lavoro ha molti vantaggi, ma se dispiace rifiutare (come nel caso mio ad esempio) può davvero diventare faticoso.

Mi permetto di offrirti un consiglio che mi fu dato circa 20 anni fa da una collega canadese più anziana di me.

"Don't burn yourself".

P.S. Lo dico a te ma io non sono capace di seguire quel consiglio.

Good Luck!
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Guzel Rakhimova
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Confermo, Aug 1, 2012

è una pratica comune in Italia.
Perciò cerco non lavorare con i clienti italiani. Alcuni di loro dichiarano i pagamenti a 60 giorni dopo la fattura ma in realtà riescono a pagare a 90 giorni a anche di più.


 
Rebecca Baron
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grazie mille Aug 1, 2012

per l'informazione...
sì, il cliente è un'agenzia italiana. Mi chiedevo infatti come funzionasse, soprattutto perchè per quello che mi devono pagare mi sembrava un tantino esagerato.
Grazie mille Angie (non te l'ho chiesto, ma ti do del tu) per l'incoraggiamento, temo di essermi già un po' "bruciata" con questi..chissà, magari i prossimi!


 
Claudio Nasso
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Non siamo la "banca" dei nostri clienti Aug 1, 2012

Buongiorno a tutti,

siamo alle solite, e qui, come in altre occasioni c’è una “stortura” di fondo.

Non sono i committenti (privati, diretti o agenzie di traduzione che siano) a determinare le nostre tariffe e i termini e le condizioni di pagamento ma siamo NOI a farlo.

Non vale, e non è accettabile, quanto qui affermato da alcuni colleghi (sono solo esempi, senza alcuna vena polemica, che sia ben chiaro):
María José Iglesias wrote:

In Italia è pratica comune. Spesso è 60 giorni, data fattura, fine mese.

oppure
Guzel Rakhimova wrote:

è una pratica comune in Italia.
Perciò cerco non lavorare con i clienti italiani. Alcuni di loro dichiarano i pagamenti a 60 giorni dopo la fattura ma in realtà riescono a pagare a 90 giorni a anche di più.


Un vecchio adagio recita “Chi è causa del suo mal pianga se stesso”, ma mi spiego meglio.

C’è qualche anima buona che mi spiega la ragione per la quale un fornitore di servizi come noi debba sottostare alle richieste del suo committente e non il contrario? In quale altra professione, o fornitura di servizi si verifica questa condizione? Quando mai accade di entrare in un punto vendita/assistenza o di rivolgersi a un professionista anticipando le nostre condizioni e termini di pagamento per le merci o i servizi che desideriamo acquistare, ancora prima di acquistarli? Se mai, e sempre che l’importo dell’acquisto lo consenta, possiamo cercare un accordo su possibili pagamenti dilazionati (la maggior parte della volte dietro versamento, al momento dell’acquisto, di un acconto più o meno congruo), ma ci si ferma qui. Mi spiegate dov’è la differenza?

Anche noi siamo dei fornitori di servizi ed, esattamente come gli altri colleghi professionisti (indipendentemente dalla loro specialità), ci aspettiamo che sia l’acquirente ad accettare i nostri termini e condizioni di pagamento.

Ma no! Alcuni di noi hanno deciso di farsi del male da soli e di sottostare e accettare supinamente le ingiustificate e assolutamente irragionevoli condizioni di pagamento richieste (o imposte che siano) dal cliente al quale vendono, o tentano di vendere, i propri servizi.

In quanto fornitori di servizi in qualche modo “intangibili” siamo soggetti a dei tempi di verifica del nostro operato (in genere non dovrebbero superare i 10 gg dalla consegna, trascorsi i quali il nostro lavoro viene considerato accettato a tutti gli effetti) e, se proprio vogliamo dare fiducia al nostro cliente concediamo un pagamento della fattura accompagnatoria del nostro lavoro a 30 giorni dalla data della fattura stessa (e NON a fine mese, a meno che ci si ritenga particolarmente magnanimi). E sto qui parlando di fattura totalmente detraibile ai fini degli effetti fiscali e NON di avviso di fattura per evitare, a volte, di anticipare l’IVA e che non sempre può essere prodotta come documento effettivo ai fini legali nei casi di contestazione sui termini di pagamento.

Fermo restando che il pagamento di un servizio come il nostro dovrebbe essere pagato alla consegna (o al massimo trascorsi i 10 giorni di cui sopra) come accade per qualsiasi altro fornitore di servizi, c’è qualcuno che mi può spiegare una ragione valida per cui dovremmo agire come una finanziaria nei confronti dei nostri clienti?

E non venite a parlarmi di crisi economica e di tentativo di superarla in questo modo e di doversi adattare agli “usi comunemente accettati” del mercato che lo impone! Si tratta unicamente della nostra accettazione passiva di condizioni che non hanno nessuna ragione di esistere, se non quella di finanziare il “conto cassa” della contabilità a partita doppia dei nostri clienti. La colpa è solo nostra, assolutamente e indiscutibilmente nostra. Se ciascuno di noi applicasse ai propri clienti questa filosofia di pagamento immediato, o semi-immediato (è un ossimoro, lo so, ma è per rendere l’idea dei 30 gg max), sarebbero i committenti a doversi adattare e abituare alla giusta prassi commerciale e NON il contrario, proprio come accade agli altri professionisti o fornitori di servizi.

Tralascio qui la “furbata” che ogni tanto fa capolino nelle agenzia di traduzione che pretendono di effettuare il pagamento al traduttore quando loro verranno pagate dal loro rispettivo cliente. Ma scherziamo? Perché mai dovremmo prenderci carico del rischio d’impresa (piccola o grande che sia) e del flusso di cassa dei nostri committenti? Quando mai?

Perché ci sono committenti (privati, diretti o agenzie di traduzione, italiani o esteri che siano) che rispettano totalmente questo principio di acquisto di servizi senza alcuna dilazione di pagamento (diciamo entro un tempo max di 30 giorni, seppure anche questa dilazione potrebbe essere considerata una sorta di finanziamento a loro favore) senza accampare scuse o “usi comunemente accettati”?. Ma proprio qui sorge il problema: “usi comunemente accettati” da chi se non da noi? E allora?

Personalmente, il sottoscritto, quando necessario, contratta e paga i propri collaboratori esterni a 30 gg data fattura, e quando possibile prima, indipendentemente dal fatto di essere stato pagato o meno dai propri clienti (cosa mai accaduta, salvo eccezioni davvero più uniche che rare), ma non perché mi ritengo un santo ma solo perché lo ritengo eticamente corretto nei confronti dei colleghi. Di rimando, lo stesso pretendo per la definizione dei pagamenti da ricevere dai colleghi con i quali collaboro (e non sono pochi) e dai miei committenti (per la verità ce ne sono alcuni che, fatti salvi i problemi di fuso orario, effettuano il bonifico bancario a pagamento delle fatture entro 4 ore dalla consegna della traduzione).

Vorrei concludere con un invito a evitare di continuare a sparare sull’Italia. L’Italia, come il resto del mondo, è piena di committenti che adottano le norme per i pagamenti adottate a livello europeo/internazionale senza proferire parola e senza contrattare (o dovrei dire “imporre” condizioni di pagamento inaccettabili).

Ribadisco: siamo noi a dettare le regole e non i nostri committenti. Se questo concetto non vale, beh, allora è meglio abbandonare, o non lavorare, per questo tipo di clienti. Il rischio è troppo alto e non tutti sono in grado di “fare da banca” per i propri clienti.

Grazie per l’attenzione.

Claudio


 
Christel Zipfel
Christel Zipfel  Identity Verified
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Parole sante! Aug 1, 2012

Claudio Nasso wrote:

In quanto fornitori di servizi in qualche modo “intangibili” siamo soggetti a dei tempi di verifica del nostro operato (in genere non dovrebbero superare i 10 gg dalla consegna, trascorsi i quali il nostro lavoro viene considerato accettato a tutti gli effetti) e, se proprio vogliamo dare fiducia al nostro cliente concediamo un pagamento della fattura accompagnatoria del nostro lavoro a 30 giorni dalla data della fattura stessa (e NON a fine mese, a meno che ci si ritenga particolarmente magnanimi). E sto qui parlando di fattura totalmente detraibile ai fini degli effetti fiscali e NON di avviso di fattura per evitare, a volte, di anticipare l’IVA e che non sempre può essere prodotta come documento effettivo ai fini legali nei casi di contestazione sui termini di pagamento.


Anch'io sono tra quegli indefessi che pretendono sempre e comunque il pagamento ad almeno 30 giorni dalla fattura. E difatti, tutti i miei clienti (anche in Italia!!) mi pagano puntualmente dopo un mese. Ma c'è anche stato chi (agenzia italiana) mi diceva che non potevano mica fare un'eccezione per me, ma quando mai, e che avrebbero detto gli altri traduttori (sic!)? Quando gli ho mandato il testo della direttiva europea, dopo anni che era stata recepita in Italia, hanno anche avuto il cattivo gusto di far finta di cadere dalle nuvole. Oppure chi, sempre agenzia italiana, sulla carta era d'accordo, ma quando poi i soldi dovevano arrivare, non si son visti, e tra una scusa e l'altra poi sono arrivati, guarda caso, un mese dopo, e quindi come avevano pensato loro fin dall'inizio. Per fortuna si trattava di pochi spiccioli, ma la cosa mi ha fatto imbestialire non poco lo stesso. Stranamente però con clienti ed agenzie all'estero non ho mai avuto problemi simili, anzi, c'è anche chi mi paga nel giro di una manciata di giorni.

Quindi la cosa non sempre è facile e immediata. Ma è vero che "niente è scolpito nella pietra", e quindi perché non cercare di cambiare le *abitudini*? Come si dice: "la goccia scava la pietra". E una goccia oggi, una domani, se tutti chiedessimo il pagamento in tempi diciamo "europei", chissà....

Claudio Nasso wrote:
L’Italia, come il resto del mondo, è piena di committenti che adottano le norme per i pagamenti adottate a livello europeo/internazionale senza proferire parola e senza contrattare (o dovrei dire “imporre” condizioni di pagamento inaccettabili).

Perché ci sono committenti (privati, diretti o agenzie di traduzione, italiani o esteri che siano) che rispettano totalmente questo principio di acquisto di servizi senza alcuna dilazione di pagamento (diciamo entro un tempo max di 30 giorni, seppure anche questa dilazione potrebbe essere considerata una sorta di finanziamento a loro favore) senza accampare scuse o “usi comunemente accettati”?. Ma proprio qui sorge il problema: “usi comunemente accettati” da chi se non da noi? E allora?


Concordo perfettamente. Tutti i clienti, non solo esteri ma anche *italiani* (e vorrei sottolineare quest'ultimo aspetto) per i quali lavoro regolarmente, come detto sopra, hanno accettato senza battere ciglio di pagare entro 30 giorni max. e finora non sono falliti, dopo tanti anni.

Quindi un po' di coraggio e ricordateVi che siamo *noi* a dettar le regole. Certo, per chi è agli inizi non sarà facile, ma provateci, e non sottostate supinamente a condizioni che francamente sono assurde!! Oppure forse siete così fortunati di poter pagare il meccanico, il dentista, la luce e il telefono alle calende greche? Io oggi ho fatto riparare la mia macchina e questo disgraziato ha preteso il pagamento immediato!


 
Pierluigi Bernardini
Pierluigi Bernardini  Identity Verified
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Parole santissime Aug 1, 2012

Parole sante anche secondo me, quelle di Claudio.

Però vorrei aggiungere che questa assurda tendenza a sottostare alle condizioni del cliente riguarda perlopiù le agenzie, che credo negli anni abbiano assoggettato il traduttore, per cui oggi la situazione è quella che è: pagamenti dilazionati, ritmi di lavoro pressanti, tariffe basse decise dall'agenzia stessa nella peggiore delle ipotesi.

Con i clienti diretti, a meno che non abbiano lavorato già con traduttori, e
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Parole sante anche secondo me, quelle di Claudio.

Però vorrei aggiungere che questa assurda tendenza a sottostare alle condizioni del cliente riguarda perlopiù le agenzie, che credo negli anni abbiano assoggettato il traduttore, per cui oggi la situazione è quella che è: pagamenti dilazionati, ritmi di lavoro pressanti, tariffe basse decise dall'agenzia stessa nella peggiore delle ipotesi.

Con i clienti diretti, a meno che non abbiano lavorato già con traduttori, e si siano quindi fatti furbi, è più difficile che ciò accada, e sarebbe oltremodo assurdo in effetti.

Io credo che chi sottosta a questa sorta di schiavismo lo faccia per due motivi:

- Se un traduttore non ha un giro folto di "buoni" clienti non può permettersi, tanto più di questi tempi, il lusso di rifiutare e di virare verso altri, perché magari non ne ha. I suoi clienti sono perlopiù agenzie, forse italiane, ma talvolta non sono solo quelle italiane che dettano regole e condizioni. Quindi per non rischiare di perdere il lavoro, se no lo danno a un altro traduttore, egli sottosta alle regole dettate dall'agenzia. Semplice. E l'agenzia ci sguazza.

- Altrimenti si tratta di traduttori, e non sono pochi, che non svolgono l'attività a tempo pieno, ma la esercitano parallelamente a un'altra, quindi, disponendo di un altro introito e non dovendo campare unicamente traducendo, accettano più di buon grado certe condizioni. Così si assicurano il lavoro e non perdono quel cliente, tanto sono coperti.

Poi ci sono agenzie e agenzie, ovvio.

[Modificato alle 2012-08-02 08:08 GMT]
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Timote Suladze
Timote Suladze  Identity Verified
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Confermo e sottoscrivo! Aug 1, 2012

Claudio Nasso wrote:

Ribadisco: siamo noi a dettare le regole e non i nostri committenti. Se questo concetto non vale, beh, allora è meglio abbandonare, o non lavorare, per questo tipo di clienti. Il rischio è troppo alto e non tutti sono in grado di “fare da banca” per i propri clienti.



Da molto tempo anch'io lavoravo sotto le regole e le condizioni dei miei committenti. Mi chiamavano alle ore 20, 21 e anche 22 chiedendo di eseguire una traduzione entro le ore 9 o 10 del giorno successivo.
Una volta ho accettato un lavoro ricevuto alle 19:00 per le 08:00, sempre del prossimo giorno. Pensavo di finire entro la mezzanotte e poi andare a letto. Invece sono riuscito a finire tutto alle 6 del mattino e non ho potuto addormentare per la malattia di testa e della pressione elevata. E tutto questo con la tariffa standard determinata dall'agenzia!!!
Sin d'allora, dopo questo caso ho totalmente cambiato la mia filosofia di lavoro. Ho mandato a tutti i committenti le mie regole che sono molto semplici: le ore di lavoro — dalle 9 alle 18 dei giorni lavorativi, gli eventuali lavori fuori orario — con la maggiorazione di 100% alla tariffa standard, la quota giornaliera — max. 8 cartelle (o 5 se si tratta di un testo difficile), i termini del pagamento — max. 10 giorni dopo la consegna. Inoltre ho stabilito il minimo fatturabile e la tariffa standard soddisfacente per me.
Così ho perso come committenti praticamente tutte le agenzie con le quali ho lavorato prima e lo aspettavo. D'altronde sono riuscito a concentrarmi all'interpretariato. Ho trovato i nuovi clienti anche le agenzie con le quali ci siamo messi d'accordo soltanto per l'interpretariato.
Di conseguenza una volta fatto così si riesce a guadagnare la quota mensile di lavoro prima (praticamente 24/7) in 10 giorni, a volte in una settimana.

In conclusione, tornando alla questione dei pagamenti, vi dirò che sono convinto che il termine ammissibile deve essere fra 1 e 10 giorni dopo la consegna, in certi casi anche con l'acconto all'ordine, se parliamo della traduzione. Parlando invece dell'interpretariato questo tipo di lavoro, secondo me, va pagato alla fine dello stesso giorno, se non all'inizio.

[Редактировалось 2012-08-01 22:46 GMT]


 
Christel Zipfel
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Sarebbe interessante sapere cosa accade alle agenzie Aug 2, 2012

Pierluigi Bernardini wrote:

Però vorrei aggiungere che questa assurda tendenza a sottostare alle condizioni del cliente riguarda perlopiù le agenzie, che credo negli anni abbiano assoggettato il traduttore, per cui oggi la situazione è quella che è: pagamenti dilazionati, ritmi di lavoro pressanti, tariffe basse decise dall'agenzia stessa nella peggiore delle ipotesi.



Cioè se anche loro si adeguano ai prezzi proposti dal cliente, accettano passivamente di essere pagati quando decide il cliente, non si fanno mai pagare le urgenze perché il cliente non è d'accordo...

Ho il dubbio, anzi, la convinzione, che invece i prezzi li fanno loro, richiedono il pagamento alla consegna se non anticipato, e le urgenze se le fanno pagare eccome.

Ci si chiede poi perché le agenzie (non tutte, per carità) abbiano bisogno di termini di pagamento così lunghi verso il traduttore. A mio avviso infatti, una agenzia *sana* deve essere ed è perfettamente in grado di pagare il traduttore in qualsiasi momento, anche subito, indipendentemente dal pagamento del suo cliente. Se non lo è, ha seri problemi di liquidità. Oppure cerca di usare noi appunto come banca, e se noi glielo consentiamo, tanto di guadagnato.


 
Magdalena Legerska Brighetti
Magdalena Legerska Brighetti  Identity Verified
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Le regole le detta il mercato Aug 3, 2012

Christel Zipfel wrote:

Claudio Nasso wrote:

In quanto fornitori di servizi in qualche modo “intangibili” siamo soggetti a dei tempi di verifica del nostro operato (in genere non dovrebbero superare i 10 gg dalla consegna, trascorsi i quali il nostro lavoro viene considerato accettato a tutti gli effetti) e, se proprio vogliamo dare fiducia al nostro cliente concediamo un pagamento della fattura accompagnatoria del nostro lavoro a 30 giorni dalla data della fattura stessa (e NON a fine mese, a meno che ci si ritenga particolarmente magnanimi). E sto qui parlando di fattura totalmente detraibile ai fini degli effetti fiscali e NON di avviso di fattura per evitare, a volte, di anticipare l’IVA e che non sempre può essere prodotta come documento effettivo ai fini legali nei casi di contestazione sui termini di pagamento.


Anch'io sono tra quegli indefessi che pretendono sempre e comunque il pagamento ad almeno 30 giorni dalla fattura. E difatti, tutti i miei clienti (anche in Italia!!) mi pagano puntualmente dopo un mese. Ma c'è anche stato chi (agenzia italiana) mi diceva che non potevano mica fare un'eccezione per me, ma quando mai, e che avrebbero detto gli altri traduttori (sic!)? Quando gli ho mandato il testo della direttiva europea, dopo anni che era stata recepita in Italia, hanno anche avuto il cattivo gusto di far finta di cadere dalle nuvole. Oppure chi, sempre agenzia italiana, sulla carta era d'accordo, ma quando poi i soldi dovevano arrivare, non si son visti, e tra una scusa e l'altra poi sono arrivati, guarda caso, un mese dopo, e quindi come avevano pensato loro fin dall'inizio. Per fortuna si trattava di pochi spiccioli, ma la cosa mi ha fatto imbestialire non poco lo stesso. Stranamente però con clienti ed agenzie all'estero non ho mai avuto problemi simili, anzi, c'è anche chi mi paga nel giro di una manciata di giorni.

Quindi la cosa non sempre è facile e immediata. Ma è vero che "niente è scolpito nella pietra", e quindi perché non cercare di cambiare le *abitudini*? Come si dice: "la goccia scava la pietra". E una goccia oggi, una domani, se tutti chiedessimo il pagamento in tempi diciamo "europei", chissà....

Claudio Nasso wrote:
L’Italia, come il resto del mondo, è piena di committenti che adottano le norme per i pagamenti adottate a livello europeo/internazionale senza proferire parola e senza contrattare (o dovrei dire “imporre” condizioni di pagamento inaccettabili).

Perché ci sono committenti (privati, diretti o agenzie di traduzione, italiani o esteri che siano) che rispettano totalmente questo principio di acquisto di servizi senza alcuna dilazione di pagamento (diciamo entro un tempo max di 30 giorni, seppure anche questa dilazione potrebbe essere considerata una sorta di finanziamento a loro favore) senza accampare scuse o “usi comunemente accettati”?. Ma proprio qui sorge il problema: “usi comunemente accettati” da chi se non da noi? E allora?


Concordo perfettamente. Tutti i clienti, non solo esteri ma anche *italiani* (e vorrei sottolineare quest'ultimo aspetto) per i quali lavoro regolarmente, come detto sopra, hanno accettato senza battere ciglio di pagare entro 30 giorni max. e finora non sono falliti, dopo tanti anni.

Quindi un po' di coraggio e ricordateVi che siamo *noi* a dettar le regole. Certo, per chi è agli inizi non sarà facile, ma provateci, e non sottostate supinamente a condizioni che francamente sono assurde!! Oppure forse siete così fortunati di poter pagare il meccanico, il dentista, la luce e il telefono alle calende greche? Io oggi ho fatto riparare la mia macchina e questo disgraziato ha preteso il pagamento immediato!



Personalmente ritengo il pagamento a 60 gg come buono, dato che in

Italia è ormai prassi diffusa il pagamento a 90 e persino

120 giorni.

L'Importante è che il pagamento sia puntuale , le tariffe sono quelle di

mercato e si tratta di una collaborazione continuativa a grandi volumi

Molto più pericolosa è secondo me l'abitudine di protrarre la data di

pagamento fino quasi a raddoppiarla, fare continui solleciti e sentire

le scuse più svariate per incassare il dovuto. Questo ti costa quasi la

stessa fatica del lavoro che hai svolto (a regola d'arte e nei

termini previsti ovviamente).


 
Christel Zipfel
Christel Zipfel  Identity Verified
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Ognuno si regola come meglio crede Aug 3, 2012

Magdalena Legerska Brighetti wrote:

Personalmente ritengo il pagamento a 60 gg come buono, dato che in

Italia è ormai prassi diffusa il pagamento a 90 e persino

120 giorni.



Certo, 120 giorni è sempre meglio di 150) Ma questo che vuol dire?
E la direttiva sui ritardi nei pagamenti dove la mettiamo? Continuiamo a ignorarla e permettiamo che venga sistematicamente ignorata? Facciamo sempre buon viso a cattivo gioco e diciamo che sono *le regole del mercato*? Non mi sembra una buona strategia. Il mercato lo siamo pure noi, non dimentichiamocelo. Non dico e non ho mai detto che essere pagati in Italia a 30 giorni data fattura sia normale (ancorché possibilissimo), ma possiamo cominciare a pretenderlo, o vogliamo sempre farci del male?

[Bearbeitet am 2012-08-03 21:33 GMT]


 
Angie Garbarino
Angie Garbarino  Identity Verified
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Mah.. Aug 3, 2012

A me 90 e 120 non li ha mai proposti nessuno... in nessuna parte del mondo.

Sento spesso dire "a ma se la collaborazione è continuativa poi prendi il giro..".

Wrong... non si prende nessun giro, non siamo dipendenti a stipendio fisso.

Non sapevo che qualcuno considerasse normale 90 giorni...


 
Magdalena Legerska Brighetti
Magdalena Legerska Brighetti  Identity Verified
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Almeno ci siamo scambiati le opinioni Aug 5, 2012

Angie Garbarino wrote:

A me 90 e 120 non li ha mai proposti nessuno... in nessuna parte del mondo.

Sento spesso dire "a ma se la collaborazione è continuativa poi prendi il giro..".

Wrong... non si prende nessun giro, non siamo dipendenti a stipendio fisso.

Non sapevo che qualcuno considerasse normale 90 giorni...


ho scritto che è la mia opinione personale che mi aiuta a mantenere le mie tariffe e non scendere come fanno in tanti e che non considero tempi di pagamento un parametro determinante. E se scrivo la collaborazione continuativa ovviamente lo è , altrimenti con il prossimo lavoro che arriva dopo sei mesi si rinegozia tutto.
Per quello che sento dalle mie colleghe non sono sicuramente unica a cui questi tempi di pagamento vengono proposti.
Chi di voi rifiuta la collaborazione per via dei tempi di pagamento ?


[Modificato alle 2012-08-05 13:03 GMT]

[Modificato alle 2012-08-05 13:03 GMT]


 
texjax DDS PhD
texjax DDS PhD  Identity Verified
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Io Aug 5, 2012

Magdalena Legerska Brighetti wrote:

Chi di voi rifiuta la collaborazione per via dei tempi di pagamento ?


 
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