This site uses cookies.
Some of these cookies are essential to the operation of the site,
while others help to improve your experience by providing insights into how the site is being used.
For more information, please see the ProZ.com privacy policy.
This person has a SecurePRO™ card. Because this person is not a ProZ.com Plus subscriber, to view his or her SecurePRO™ card you must be a ProZ.com Business member or Plus subscriber.
Affiliations
This person is not affiliated with any business or Blue Board record at ProZ.com.
Italian to English - Rates: 0.05 - 0.12 EUR per word / 25 - 35 EUR per hour
All accepted currencies
Euro (eur)
Blue Board entries made by this user
0 entries
Payment methods accepted
PayPal, Wire transfer, Visa, MasterCard
Portfolio
Sample translations submitted: 1
Italian to English: Poliorcetics
Source text - Italian Poliorceticon
la poliorcetica è il ramo dell'arte militare che si occupa dei metodi, delle tecniche e degli strumenti per la conduzione degli assedi a città e fortezze. E’ un’arte che analogamente ad Architettura trasforma i luoghi attraverso strumenti, azioni, strategie, e implica conoscenze profonde del territorio che oltrepassano l’ars bellica per legarsi anche all’ingegneria, la geologia, l’antropologia, la politica.
L’idea di conquista, vista nell’accezione positiva, non riguarda solamente il dominio, la sovranità, la soppressione, ma è legata all’idea di fusione tra culture, come è accaduto per il regno ellenico di Alessandro Magno e la sua fusione con i popoli indiani. Con tale sfondo teorico possiamo leggere il territorio contemporaneo come un accostamento di modelli di città antitetiche la cui forma è la sintesi di diverse capacità interpretative e plasmatrici dell’uomo e del proprio essere-nel-mondo (Heidegger). Il territorio veneto è caratterizzato dalla prossimità e dal contatto di modelli di città profondamente diversi, e le parti che si affacciano sulla laguna veneta mostrano questa condizione in modo estremo. Porto Marghera ad esempio è rappresentazione dell’idea di industria produttiva e collide con l’adiacente Città Giardino, costruita negli anni Venti per i lavoratori del porto industriale e rappresentazione di una cultura dell’abitare edulcorato e quasi pittoresco.
Prefigurare scenari futuri per la riconversione di un territorio complesso come quello di Porto Marghera significa partire dal progetto di un processo trasformativo, pensato per fasi non necessariamente connesse né propedeutiche l’una all’altra.
All’idea di ri-conversione quindi si preferisce l’immagine della ri-conquista.
Su tali basi teoriche la proposta progettuale interpreta il tema della riconquista fisica dei luoghi e le possibilità da parte della comunità di riacquisire una coscienza collettiva del territorio in cui vive attraverso gli strumenti di modificazione propri dell’architettura. Lo scenario prefigurato riguarda il futuro prossimo e prende in considerazione la città del presente come la realtà da cui partire. Attraverso piccoli interventi puntuali, il primo passo per la riconquista di Porto Marghera avverrà attraverso nuove connessioni tra gli elementi esistenti in grado di costruire una rinnovata accessibilità con lo scopo di creare porosità e connessione funzionale.
Alcune di queste aree, una volta rese fruibili, saranno disponibili per l’uso spontaneo e temporaneo da parte degli abitanti. Il processo di “conquista” potrà dirsi concluso quando una serie di nuovi interventi formerà con l’esistente una totale mixitè funzionale, configurandosi come una “city without plan” ovvero un modello di città costruita su frammenti che derivano da pezzi accostati per addizione, dalla ripetizione di elementi autonomi, da costruzioni “fuori-sincro” prive di una logica combinatoria ma che costruiranno una fusione tra la cultura produttiva e la cultura dell’abitare.
Strumenti
Un assedio inizia con delle azioni strategiche atte all’individuazione dei punti deboli della città da conquistare. Muri, canali, strutture, recinti, infrastrutture, elementi che costituiscono delle cesure, dei limiti, punti critici il cui oltrepassamento è la prima azione di sfondamento e di ingresso nella città assediata. La poliorcetica prevede che attraverso dei dispositivi, macchine o strumenti dell’assedio, si possano attaccare i bordi per dare inizio al processo di conquista. La prima cesura individuata è costituita da via fratelli Bandiera considerata come il limite, il luogo di attrito tra due territori differenti: Porto Marghera, motore economico e industriale di Venezia del novecento e la Città Giardino di Marghera, costruita negli anni Venti per i lavoratori del porto industriale.
Due aree con proprietà differenti, che hanno dato origine a due modi di vedere la città che si è quindi costruita seguendo tracciati urbani completamente diversi.
Su questa via si impostano due occasioni di progetto che lavorano sull’esistente alterandone la spazialità. Se via fratelli bandiera è oggi un tracciato ad elevato scorrimento viario è necessario che i primi strumenti connettivi siano in grado di generare, oltre ad effettivi collegamenti pedonali, dei veri e propri spazi pubblici che possono così incrementare le possibilità d’uso di entrambe le “sponde” di via fratelli Bandiera.
Il bordo nord di Porto Marghera presenta problematiche di superamento ancor maggiori. La grande infrastruttura viaria di via della Libertà, che si connette all’omonimo ponte, costituisce la cesura più poderosa e difficoltosa per questa porzione di territorio. L’obsolescenza di queste infrastrutture necessiterebbe di un integrale ripensamento ma nell’ottica di uno scenario a breve termine appare imprescindibile la costruzione di altri dispositivi di connessione in grado di cucire le due parti ad oggi gravemente disconnesse: un ponte abitato “parassita” del cavalcavia di corso del popolo e un sovrappasso che connette il forte marghera e la zona del nuovo padiglione acquae.
Strumenti connettivi in grado di aprire varchi, piccole architetture che oltrepassano limiti ad oggi invalicabili, demolizioni di barriere difensive memorie di un passato industriale; strategie dell’arte poliorcetica prestate alla trasformazione di un territorio che lentamente deve essere riconquistato dalla popolazione.
Accampamenti
Una seconda fase dell’assedio prevede che gli usi e una parte delle modificazioni del territorio derivino da processi non pianificati o scarsamente regolati. La spontanea nascita di nuove necessità d’uso degli spazi causerà lo spostamento momentaneo del controllo delle trasformazioni urbane dalle istituzioni governative alla popolazione. Si prevede quindi che gli spazi disponibili e accessibili vengano colonizzati, usati, modificati dall’uso spontaneo. Di tali azioni verranno studiate le relazioni tra le trasformazioni territoriali e sociali in quanto considerate centrali per la comprensione delle mutazioni socioeconomiche dell’area. L’approccio bottom-up intrapreso in questa fase è inteso come indicatore dei cambiamenti che al tempo attuale, per la rapidità e la complessità con cui variano le condizioni del contesto, un progetto di pianificazione territoriale non potrebbe prevedere.
Conquiste
Lo scenario futuro di Porto Marghera è impossibile da prevedere nelle sue forme. Quello che si può progettare è una strategia, una modalità di conquista dei luoghi in cui l’architetto è lo stratega. A Marghera le industrie, o meglio, gli spazi dell’industria, convivranno pacificamente con la cultura dell’abitare. Nuovi edifici si ergeranno tra i silos e le ciminiere ma saranno progettati per costruire processi sinergici di produzione e trasmissione energetica che indagheranno visioni di una possibile autarchia. La bonifica, in questo senso, è vista come la conclusione del processo di riconquista di un territorio, come insieme di energie messe in campo in grado di costruire un principio sistemico che genera trasformazioni nel territorio.
Ogni intervento si porrà in un’ottica di attenzione alla reperibilità e quindi all’uso delle risorse ambientali del luogo, in modo da presentarsi come modello consapevole per gli sviluppi futuri.
Storia dell’assedio di Marghera
Abitare un luogo significa anche essere in possesso di una sorta di patrimonio narrativo costituito da una pluralità di immagini mentali a volte misurabili, precepibili. Come intuisce Hobsbawn nell’invenzione della tradizione ogni società ha accumulato una riserva di materiali in apparenza antichi, spesso puramente inventati, per legittimare e costruire le proprie radici.
Per tale motivo il progetto si avvale anche di un racconto, un romanzo breve, la cui interpretazione contribuisce in modo rilevante alla percezione dei luoghi, al riconoscersi nei luoghi, costruendone una sorta di proiezione psichica. I luoghi diventano occasioni per ambientare storie, per costruire quelle immagini mentali necessarie alla costruzione di un’appartenenza al luogo.
Un simbolo nuovo
Se pensiamo alle città è facile associare a molte di esse delle immagini simboliche, spesso legate ai monumenti, a dei colori, elementi della città divenuti “brand” in grado di ricondurre chiunque all’idea di città da cui provengono. Marghera futura, la sua immagine, non sarà più legata all’idea di un luogo malsano, degradato, alieno. Questa “immagine” impressa nella memoria collettiva a cui oggi porto Marghera è associata verrà, con la sua riconfigurazione, gradualmente sostituita da nuovi simboli. Uno di questi sarà un nuovo copricapo, progettato appositamente per essere il copricapo di Porto Marghera pensato come un vero e proprio “brand”.
Il design di questa “borgognotta” si fa interprete dei processi creativi atti al rafforzamento dell’identità di un luogo, alla sua ridefinizione. E’ un oggetto di design che contiene significati plurimi, tra cui l’idea del “vedere”, del “far vedere” e “pre-vedere”, una sorta di strumento personale di osservazione della realtà.
Poliorceticon
La città ideale va immaginata, la città reale va riconquistata.
La riconquista è da intendersi come un processo permanente che implica azioni trasformative del territorio eterogenee e puntuali in grado di generare autonomamente reazioni e relazioni sistemiche tra gli elementi della città contemporanea.
Translation - English Poliorcetics
Poliorcetics is the branch of military art that studies methods, technics and means for besieging cities and fortresses. It is an art that, like Architecture, transforms places into tools, actions, strategies, and implies a strong knowledge of subjects that go beyond the Art of War and include engineering, geology, anthropology and politics.
The idea of conquest, in its positive significance, is not just linked to control, supremacy, and suppression, but also to fusion among cultures, like in the case of Alessandro Magno and the fusion of his Hellenic Reign with Indian peoples. With this theoretic background, the contemporary territory can be read as a juxtaposition of antithetical city models, and its form as the synthesis of different interpretive and modelling capacities typical of men and of their being-in-the-world (Heidegger). The Veneto territory is characterized by the co-existence of profoundly different types of city models, and the areas that overlook the lagoon highlight this condition in an extreme way. For example, Porto Marghera, which is the representation of the idea of productive industry, is adjacent to Città Giardino (literally Garden City), built in the ‘20s for the industrial port workers and representing, instead, a quite sugar-coated and picturesque concept of home living.
Imagining future scenes in order to reconvert such a complex territory as Porto Marghera, means starting from a transformative process project, thought up not necessarily to be connected one with the other.
On such theoretical bases, the project proposal interprets the theme of physical re-conquest of places and the possibility for the community to regain collective knowledge of the territory where it lives through the modification tools used in architecture. The imaginary scene regards the near future and considers the present city the reality from where to start. Through different punctual interventions, the first step for the re-conquest of Porto Marghera will take place through new connections among existing elements, able to build a renewed accessibility, with the scope of creating porosity and functional connections.
Some of these areas, once back in use, will be available for the spontaneous and temporary utilization of their inhabitants. The “conquest” process will be considered finished only when a series of new interventions will form with the existing a total functional urban mix, configuring itself as a “city with no plan”, this is a city model built on fragments that derive from pieces put side by side for addition, from the repetition of independent elements, from “out-of-sync” buildings, combined with no logic, but that will be a fusion between productive and living culture.
Tools
A siege starts with strategic actions such as the identification of the weaknesses of the city to be conquered. Walls, canals, structures, fences, infrastructures, elements that constitute interruptions, limits, critical points, the trespassing of which is the first action of breach and entrance to the sieged city. Poliorecetics provides that city boundaries can be attacked, to start the conquest process, using devices, machines or siege tools. The first interruption is via fratelli Bandiera, considered as a limit, a friction place between two different territories: Porto Marghera, economic and industrial engine of Venice in the XX century, and Città Giardino in Marghera, built in the ‘20s for the workers of the industrial port. Two areas, with very different features, that gave origin to two very different ways of conceiving the city, which was eventually built following two completely different urban layouts. This road offers the opportunity to carry out two projects that work on the existing space altering its spatiality. Considering that via fratelli Bandieri is today a heavily trafficked road, the first connecting tools must be able to generate not only effective pedestrian connections, but also real public spaces that can so increase the possibility of using both sides of that street.
The north edge of Porto Marghera presents even major problems. The important road infrastructure of via della Libertà, connected to the bridge with the same name, represents the most demanding and problematic interruption in this portion of the territory.
The obsolescence of these structures needs an integral re-thinking but, in the optic of a short-term scene, the construction of other connection devices able to merge the two parts today badly disconnected appears unavoidable: an inhabited bridge, “parasite” of the above corso del popolo flyover, and an overpass that connects Forte Marghera to the area of the new Acquae pavilion.
Connective tools able to open breaches, small architectures that trespass limits that today cannot be solved, demolition of defensive barriers witnessing an industrial past; the art of poliorcetics serves for the transformation of a territory that must slowly be re-conquered by the people.
Camps
A second phase of the siege foresees that the customs and part of the changes of the territory derive from non-planned and non-regulated methods. The spontaneous birth of new uses of the spaces will cause the temporary movement of the control of the urban changes from government institutions to the people. It is expected that the spaces accessible and available shall be re-populated, used, and modified by their spontaneous utilization. Eventually, the relationship between territorial and social changes implied in such actions will be studied in consideration of its central role in the understanding of the socio economic changes of the area. The bottom-up approach used in this phase is intended as indicator of changes that now, for the rapidity and complexity with which the context conditions change, would be impossible to foresee by a territorial planning project.
Conquests
It is impossible to foresee the future setting of Porto Marghera in its forms. What can be planned is a strategy, a conquest method of the places in which the architect acts as a strategist. In Marghera, industries, or rather the industrial spaces, will coexist peacefully with the living culture. New buildings will stand among silos and chimneys, but synergetic processes of production and energy transmission will investigate visions of a possible autocracy. Reclaimed land, in this sense, is intended as the conclusion of the re-conquest process of a territory, as the total sum of energy able to build a systematic principle that generates changes in the territory.
Every intervention shall use local resources, in order to present itself as a conscious model for future developments.
History of the siege of Marghera
Living a place also means having a kind of narrative heritage made of a plurality of mental images, sometimes measurable, perceptible. As sensed by Hobsbawn in the invention of tradition, every society has accumulated a reserve of apparently ancient material, often merely invented, to legitimate and build their roots.
For this reason the project also uses a tale, a short-story, the interpretation of which significantly contributes to the perception of the places, to people’s feeling at home in such places, creating a sort of mental projection. Places become occasions to set stories, to build mental images necessary to the construction of the feeling of belonging to a place.
A new symbol
Thinking of cities, it is easy to associate to many of these symbolic images, often linked to monuments, colours, and elements of the city that have become real “brands”, able to bring everyone to the idea of the city where they come from. The Marghera of the future, its image, will not be linked to the idea of an unhealthy, run-down, and alien place anymore. This “image”, today fixed in the collective memory and associated to porto Marghera, shall be, with its reconfiguration, gradually replaced by new symbols. One of these is a type of hat, designed specifically for Porto Marghera, designed so that “Porto Marghera” is recognized as a real “brand”.
The design of such “borgognotta” becomes interpreter of creative processes aimed at the strengthening of the identity of a place and its redefinition. It is an object of design that has multiple meanings, among which the ideas of “seeing”, “showing” and “fore seeing”, become a sort of tool for the observation of reality.
Poliorceticon
The ideal city must be imagined, the real city must be re-conquered.
The reconquest must be understood as a permanent process implying heterogeneous and punctual transformational actions able to independently generate systematic reactions and relations amongst the elements of the contemporary city.
More
Less
Translation education
Bachelor's degree - Ca' Foscari University
Experience
Years of experience: 11. Registered at ProZ.com: Nov 2015.
Italian to English (Università degli Studi di Messina) English to Italian (Università Ca' Foscari Venezia)
Memberships
N/A
Software
DejaVu, MemSource Cloud, Microsoft Excel, Microsoft Word, OmegaT, Powerpoint
Bio
I am a passionate bilingual translator with about four years of experience.
In addition to technical translations in the construction,marine and textile fields, I have performed more conversational translations on a wide range of topics, from food to fashion, from art to tourism.
I love my job and approach every task with great enthusiasm. I strive to exceed clients' expectations and never miss the agreed deadline.