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Portfolio
Sample translations submitted: 4
Chinese to Italian: 秋思 - Memorie d'autunno (di Bai Xianyong) General field: Art/Literary Detailed field: Poetry & Literature
Source text - Chinese 华夫人走到花园里,一阵凉风迎面吹过来,把她的大衣都撩开了。她赶忙将大衣扣子扣上,一面戴上她那副珠灰的丝手套。
园子里一道夕阳,斜铺在草坪上,那些朝鲜草草尖子已经泛着点点的黄斑,通到大门的那条石径上,几片落叶,给风吹得籁籁地在打转子。华夫人在石径上走了几步,突然一阵冷香,袭到了她面上来,她回头望去,看见墙东一角,那一片“一捧雪”开得翻腾了起来,她不由得煞住了脚,若有所思地迟疑了片刻,终于回头踅了过去。她踱到那畦“一捧雪”眼前,俯下身,深深吸了一口气。那几十株齐腰的白菊花,一团团,一簇簇,都吐出拳头大的水晶毯子来了,白茸茸的一片,真好像刚落下来的雪花一般,华夫人又凑近一朵大白菊,嗅了一下。[...]
Translation - Italian Quando arrivò in giardino, un soffio di vento gelido la investì aprendole il soprabito. La signora Hua lo riabbottonò in fretta e s’infilò dei guanti di seta grigio perla.
Nel giardino il sole tramontava obliquo sul manto d’erba, le punte della gramigna erano già tutte picchiettate di giallo; la luce si riversava sul viale di pietra oltre il cancello, dove alcune foglie cadute volteggiavano crepitando trasportate dal vento. Appena mosso qualche passo lungo il viale, la signora Hua fu travolta da un’ improvvisa ondata di profumo fresco: voltandosi a guardare, scorse una manciata di mucchietti di neve che sbocciavano aggrovigliati sull’angolo ad est del muro. Non le riuscì di fare un altro passo, esitò un attimo persa dentro a chissà quali pensieri; alla fine si girò e vi si diresse. Dosando i passi, raggiunse i fiori fino a trovarseli di fronte, poi si chinò e inspirò profondamente. Una dozzina di crisantemi bianchi, corolla su corolla, esplodevano in soffici cristalli grossi quanto pugni, tutti stretti tra loro alla base; a guardarli bene, sembravano proprio fiocchi di neve appena caduti al suolo. La signora Hua si avvicinò di nuovo ad uno di quei grandi crisantemi bianchi ed inspirò. [...]
Chinese to Italian: 啞門- Porta muta (di Dorothy Tse Hiu-hung) General field: Art/Literary Detailed field: Poetry & Literature
Source text - Chinese 門的建造只是為了掩飾門並不存在的事實。恰恰因為進入與離開都了無痕跡,暗示才成為了必須的儀式。所有的門因此都是象徵性的。剩下來,只有盲目的逾越本身。無邊無際。無可防避。無可決定。
Translation - Italian Le porte sono state costruite solo per mascherare il fatto che esse non esistono affatto. È esattamente perché dell’entrare e uscire non resta alcuna traccia che alludervi è diventato un rituale necessario. Tutte le porte, di conseguenza, sono simboliche. Il resto è solo cieco attraversare in sé. Incessante. Inevitabile. Oltre ogni possibilità di decisione.
Fra tutte le porte in cui mi sono imbattuta, soltanto quelle dei mimi hanno saputo cogliere la propria vera essenza. Che si trovino su una strada occupata dalla lingua dei colonizzatori o nella rossa piazza di giugno, i mimi sono sempre capaci di costruirsi in silenzio la propria casa. Bastano due mani e muoversi come camminando incollati a una parete che in un attimo un muro appare, poi scompare, seguendo da vicino i loro passi ignari e la rotazione dell’angolo da cui guardano. Una casa del genere non ha bisogno di profondi scavi nel suolo o fondamenta ancorate alla roccia – essa è fatta di poesia del corpo, dell’orbita misteriosa attorno a cui gravitano muscoli e ossa. Le stanze non hanno confini, né brecce da cui entrare; gli spettatori di colpo capiscono: la porta è un pesce che non si lascia catturare, continua a sgusciare via dal palmo della mano. Ma c’è un famoso detto fra i mimi: «Non è all’esterno che si trovano le porte.»
Chinese to Italian: 敬天格物——中國歷代玉器展- Tra Cielo e Terra: esposizione di giade cinesi nelle epoche (descrizione mostra museale di giade cinesi) General field: Other Detailed field: Art, Arts & Crafts, Painting
Translation - Italian "Tra Cielo e Terra: esposizione di giade cinesi nelle epoche"
La mostra
Solida e fredda al tatto, delicata ed elegante alla vista. Nessun materiale al mondo ha resistito al tempo e custodito intatta l’essenza profonda della Cina più della giada.
Già 8.000 anni fa, i primi antenati la adoperavano come utensile, apprendendo dalle pratiche di lavoro quotidiane il fascino imperituro di questo materiale.
La luminosità della giada richiamava loro alla mente il risveglio primaverile. Per questo motivo, essi cominciarono a credere che fosse dotata di una vitalità propria. Seguendo i flussi di yin e yang, se ne ricavavano dischi piatti bi o amuleti squadrati cong. Tavolta essa recava incise raffigurazioni di divinità, antenati o codici indecifrabili. La giada, infatti, era il tramite attraverso cui instaurare un dialogo con il Cielo, come prescriveva il principio buddhista della comunicazione tra forme affini.
Si narra che il Cielo avesse inviato divinità dalle sembianze animali sulla Terra affinché vi infondessero il principio della vita. Così era nato il genere umano. Ed è proprio da questa visione, secondo cui ogni cosa è dotata di spirito, che si delinea la cultura del Dragone e della Fenice, la peculiare cultura cinese. Ma col passare del tempo, l’evolversi della società e l’emergere delle discipline umanistiche condurranno al progressivo abbandono della concezione arcaica secondo cui la giada fosse dotata di spirito.
In origine, gli amuleti di giada lavorati in forma di draghi, fenici, tigri o aquile esemplificavano le doti di queste divinità, doti poi associate ai vari clan familiari. La giada diventò segno di un’innata natura virtuosa; nella mentalità confuciana, infatti, essa cominciò ad incarnare benevolenza, giustizia, saggezza, coraggio, acume, tutte qualità proprie del nobile virtuoso.
Nel periodo delle Sei Dinastie prima e nelle epoche Sui e Tang poi, l’arrivo di varie ondate di culture straniere portò a cambiamenti radicali nelle pratiche di lavorazione della giada. Fu in questo periodo che vennero meno le superstizioni sulle sue doti soprannaturali, ed essa non rappresentò più una morale virtuosa, come aveva sostenuto la scuola confuciana.
In seguito, sotto il dominio Song e Yuan, si delineerà una nuova classe di intellettuali, dotati di profonda conoscenza della natura e delle discipline umanistiche, i quali prediligevano le forme del realismo e si muovevano alla costante ricerca dell’essenza più profonda dell’arte.
La volontà di rievocare antichi rituali e restaurare l’autorità del passato generò un nuovo gusto per l’arcaico, che affiorò anche nelle pratiche di lavorazione della giada. Il frutto di queste pratiche esprime l’essenza delle culture Song e Yuan in forma di preziosi manufatti.
Saranno i passi avanti nello sviluppo e nel perfezionamento delle tecniche di lavorazione della giada a caratterizzare le successive epoche Ming e Qing. A partire dall’epoca Ming, l’economia delle regioni al sud del Fiume Azzurro crebbe e, grazie al sostegno di ricchi mercanti e uomini di cultura, le opere di quel periodo raggiunsero livelli di raffinatezza mai visti prima.
Durante la seconda metà dell’Ottocento, i Qing conquisteranno i territori a sud dell’attuale regione del Xinjiang, guadagnando il controllo diretto delle risorse di giada locali. Allo stesso tempo, un’espansione a sud-ovest garantirà loro libero accesso all’importazione di giadeiti dal Myanmar. Sotto la guida imperiale, la fioritura delle tecniche di lavorazione della giada sfiorò vette storiche.
Nel corso di un’evoluzione durata circa 8.000 anni, la lavorazione della giada ha saputo incarnare concretamente una morale identitaria ancestrale della Cina, quella del venerare il Cielo e onorare gli antenati. Superato il cosiddetto medioevo cinese, si raggiunsero massimi livelli di realismo nella rappresentazione di forma ed essenza. Il realismo, infatti, esemplificava il concetto di ricerca del senso delle cose come base di ogni forma di conoscenza, concetto cardine della formazione cinese.
La mostra “Tra Cielo e Terra” illustra il carattere unico della Cina, svelando il significato profondo che la giada ha acquisito nel solco della cultura di questo Paese.
Chinese to Italian: 南京五大精华景点- Nanchino in essenza (brochure turistica su Nanchino) General field: Other Detailed field: Tourism & Travel
Translation - Italian Nanchino in essenza: cinque luoghi di interesse
Se è la vostra prima volta a Nanchino, non perdetevi queste cinque attrazioni della città!
Nanjing, letteralmente “la capitale del Sud”, ti conquista. E non ti lascia più andare via.
Con una storia di oltre 2.000 anni alle spalle, l’antica capitale delle Sei Dinastie vanta anche tutto il fascino naturalistico dei paesaggi intorno, quelli del Monte Porpora e del fiume Qinghuai.
Passeggiando per le strade di Nanchino - un tempo conosciuta come Jinling , sarete liberi di perdervi nella sua vivace scena notturna, oppure vi imbatterete nella brezza fresca di un viale di Platani o, ancora meglio, potrete godervi una vista spettacolare dal Monte Zhongshan.
Ecco quindi una lista dei cinque punti di maggiore interesse della città, stilata sulla base di recensioni e rating dei nostri utenti e pensata per guidare chi si avventura per la prima volta alla sua scoperta, attraverso un tour classico della città.
Mausoleo di Sun Yat-sen
In evidenza: Tomba di Sun Yat-sen; monumenti-simbolo di Nanchino
Costruito sul Monte Porpora, il Mausoleo di Sun Yat-sen custodisce la tomba in stile imperiale del fondatore della Repubblica di Cina.
Il Mausoleo è tra le maggiori attrazioni di Nanchino, di importanza pari al Palazzo Imperiale di Pechino.
Dal 2010, ha anche aperto gratuitamente le porte alle migliaia di visitatori che, ogni giorno, vengono ad ammirare questo elegante monumento-simbolo della città.
Il Mausoleo si estende per tutta l’altezza del pendio montuoso su cui è costruito e culmina nella Sala dell’Altare commemorativo. Per raggiungere la Sala, però, bisognerà prima attraversare il Portale Bo’ai (Portale della fratellanza), l’Ingresso del Mausoleo, che reca incisa una massima di Sun – “Tutto al di sotto del Cielo è nelle nostre mani” – scalando ben 392 gradini in pietra, distribuiti su qualcosa come 30 piani d’altezza.
Nella Sala troverete un’imponente statua in marmo di Sun Yat-sen e attraversando in fila uno stretto passaggio, giungerete finalmente alla tomba, da osservare camminando intorno alla balconata che la circonda.
Sulla tomba svetta un’altra statua di Sun, a grandezza naturale e restaurata, mentre le sue spoglie riposano in un sarcofago di pietra proprio al di sotto.
Esperienze uniche | Una passeggiata tra i Platani del Viale del Mausoleo
Il primo esemplare di Platano fu piantato 200 anni fa dai missionari giunti in Cina dalla Francia. Da allora, questa specie è diventata testimone della storia di Nanchino e suo biglietto da visita. Nel 1929, in occasione della cerimonia funebre di Sun Yat-sen, due file di questi alberi furono piantate ai lati del viale che porta al Mausoleo: con la loro chioma fitta e maestosa, i Platani rendono questo luogo il punto perfetto da cui ammirare il caratteristico paesaggio di Nanchino.
Orari e biglietti
8:00-17:30 - Sala dell’Altare e tomba non visitabili il lunedì; ingresso gratuito.
Durata della visita consigliata: mezza giornata
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Translation education
Master's degree - Ca' Foscari University of Venice