Il pensiero è che la donna è fondamentalmente pura nei secoli, a partire da Adamo, è stata "sporcata" dagli uomini, i quali uomini le hanno nascosto la verità sulla sua purezza. [Infatti, è qui esprimo un ragionamento mio personale, troppo spesso, in tutte le culture, la donna è considerata non solo un essere inferiore, ma una tentatrice, colei che provoca pensieri impuri negli uomini; tutte le particolarità legate al ciclo riproduttivo sarebbero sporcizia, qualcosa di cui vergognarsi, e questa convinzione della sua inferiorità fisica, mentale e spirituale viene inculcata nelle teste delle donne stesse].
Secondo l'autrice, invece, bisognerebbe rivendicare la differenza tra i sessi, cioè non nasconderla, non cercare di sembrare uguali agli uomini, ma accettare e anzi, essere orgogliose di questa diversità. Ed è questa diversità che dà il diritto alla donna di dirsi, cioè di proclamarsi, di sentirsi, di rendersi conto che la donna non è inferiore, ma addirittura superiore, dotata di un'anima affine, cioè simile, corrispondente a criteri divini. Sia maledetto Adamo se ciò non avviene.