Glossary entry (derived from question below)
English term or phrase:
plasmid repository
Italian translation:
banca dati di plasmidi
Added to glossary by
federica gagliardi
Mar 2, 2015 21:35
9 yrs ago
1 viewer *
English term
plasmid repository
English to Italian
Science
Genetics
biologia di sintesi
The project made DNA sequences available via its website, and have also deposited them in plasmid repositories.
Di che si tratta?
Grazie
Di che si tratta?
Grazie
Proposed translations
(Italian)
3 +3 | banca dati di plasmidi | dandamesh |
4 | ricettacolo/contenitore di plasmide | Francesco Badolato |
4 | repository (archivio/deposito) plasmide | Inter-Tra |
3 | banca dati / archivio di plasmidi | debbie73 |
Proposed translations
+3
31 mins
Selected
banca dati di plasmidi
direi così
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Note added at 36 mins (2015-03-02 22:12:26 GMT)
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http://www.federica.unina.it/scienze-biotecnologiche/biotecn...
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Note added at 43 mins (2015-03-02 22:19:31 GMT)
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http://www.molecularlab.it/insidebioinfo/
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Note added at 36 mins (2015-03-02 22:12:26 GMT)
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http://www.federica.unina.it/scienze-biotecnologiche/biotecn...
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Note added at 43 mins (2015-03-02 22:19:31 GMT)
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http://www.molecularlab.it/insidebioinfo/
4 KudoZ points awarded for this answer.
Comment: "grazie"
19 mins
ricettacolo/contenitore di plasmide
Ricettacolo
Luogo, spazio o anche oggetto dove si raccoglie, o è contenuto, qualcosa
http://www.treccani.it/vocabolario/ricettacolo/
Luogo, spazio o anche oggetto dove si raccoglie, o è contenuto, qualcosa
http://www.treccani.it/vocabolario/ricettacolo/
41 mins
1 hr
repository (archivio/deposito) plasmide
Sei nel mondo informatico, detto in maniera banale è l'insieme di informazioni di un sistema detto appunto 'repository' anche in italiano..
Il link ti da un'idea
Tipologia
Il criterio più utilizzato per distinguere i repositories prende in considerazione l’obiettivo principale per cui sono stati creati. Si distinguono da una parte, i depositi istituzionali, che sono stati sviluppati da un’istituzione accademica o di ricerca per raccogliere e diffondere la propria produzione scientifica e, d’altra parte, i depositi tematici che hanno come obiettivo fondamentale quello di diffondere la produzione scientifica in aree specifiche di conoscenza.
1) Istituzionali
Contengono la produzione di membri di un’istituzione, sia essa una università o un centro di ricerca. Hanno carattere multidisciplinare. A volte racchiudono esclusivamente contenuti scientifici (articoli di rivista, tesi, congressi, ecc.), ma esistono anche esempi di inserimento di materiali didattici, documenti amministrativi, collezioni di beni, ecc.).
In questo periodo, la maggior parte dei depositi sono di questo tipo (circa 1950), ovvero l’82% del totale (secondo l’OperDOAR).
Come esempi si possono citareDSpace-ISS (http://dspace.iss.it/), l’archivio istituzionale dell’Istituto Superiore di Sanità, o AperTO (http://aperto.unito.it/), l’archivio istituzionale dell’Università di Torino.
2) Tematici
I loro contenuti sono specializzati in un determinato ambito specifico. I creatori possono essere istituzioni accademiche, enti pubblici o organizzazioni senza scopo di lucro. Furono i primi ad essere creati.
Ad oggi esistono circa 250 depositi di questo tipo, ossia l’11% del totale (secondo OpenDOAR). Si tratta di una tipologia che fu molto rilevante agli inizi del movimento ma che è andata diminuendo con l’avanzare dei depositi istituzionali.
Gli esempi più conosciuti sono arXiv.org (Fisica), PubMed Central (Scienze Biomediche), Cogprints (Psicologia), o RePEc (Economia). Va ricordato anche il deposito internazionale E-LIS, con sede en Italia, che dal 2003 raccoglie la produzione scientifica nell’ambito dell’Informazione e della Ricerca.
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Note added at 1 hr (2015-03-02 23:35:23 GMT)
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http://ledibooks.com/openaccess/chapter/repositories/
vedi sotto "dati" (il tuo contesto)
In questo periodo è stato mostrato un notevole interesse per la conservazione e il riutilizzo di tali dati. I motivi? L’importanza che si dà ai dati per la promozione dell’innovazione scientifica e tecnologica da un lato, e dall’altro, il risparmio che rappresenterebbe il poter usufruire di dati già esistenti per progetti di ricerca futuri (riutilizzo). In alcuni ambiti scientifici, specialmente in biomedicina, gli autori devono inviare i dati, (sequenze di DNA, ecc.) a questo tipo di depositi prima di pubblicare i risultati.
Uno dei primi esempi di deposito di dati lo troviamo nella Gen Bank, la banca di sequenze genetiche, che fu stabilita a partire dall’accordo del 1996 dei principi o accordi di Bermuda, che volevano offrire un servizio affinché i ricercatori condividessero liberamente i dati pre-pubblicati di sequenze genetiche. L’obiettivo era quello di facilitare il libero accesso alle sequenze (rendendole di dominio pubblico) per massimizzare i benefici alla società nell’ambito della I+D.
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Tipologia
Il criterio più utilizzato per distinguere i repositories prende in considerazione l’obiettivo principale per cui sono stati creati. Si distinguono da una parte, i depositi istituzionali, che sono stati sviluppati da un’istituzione accademica o di ricerca per raccogliere e diffondere la propria produzione scientifica e, d’altra parte, i depositi tematici che hanno come obiettivo fondamentale quello di diffondere la produzione scientifica in aree specifiche di conoscenza.
1) Istituzionali
Contengono la produzione di membri di un’istituzione, sia essa una università o un centro di ricerca. Hanno carattere multidisciplinare. A volte racchiudono esclusivamente contenuti scientifici (articoli di rivista, tesi, congressi, ecc.), ma esistono anche esempi di inserimento di materiali didattici, documenti amministrativi, collezioni di beni, ecc.).
In questo periodo, la maggior parte dei depositi sono di questo tipo (circa 1950), ovvero l’82% del totale (secondo l’OperDOAR).
Come esempi si possono citareDSpace-ISS (http://dspace.iss.it/), l’archivio istituzionale dell’Istituto Superiore di Sanità, o AperTO (http://aperto.unito.it/), l’archivio istituzionale dell’Università di Torino.
2) Tematici
I loro contenuti sono specializzati in un determinato ambito specifico. I creatori possono essere istituzioni accademiche, enti pubblici o organizzazioni senza scopo di lucro. Furono i primi ad essere creati.
Ad oggi esistono circa 250 depositi di questo tipo, ossia l’11% del totale (secondo OpenDOAR). Si tratta di una tipologia che fu molto rilevante agli inizi del movimento ma che è andata diminuendo con l’avanzare dei depositi istituzionali.
Gli esempi più conosciuti sono arXiv.org (Fisica), PubMed Central (Scienze Biomediche), Cogprints (Psicologia), o RePEc (Economia). Va ricordato anche il deposito internazionale E-LIS, con sede en Italia, che dal 2003 raccoglie la produzione scientifica nell’ambito dell’Informazione e della Ricerca.
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Note added at 1 hr (2015-03-02 23:35:23 GMT)
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http://ledibooks.com/openaccess/chapter/repositories/
vedi sotto "dati" (il tuo contesto)
In questo periodo è stato mostrato un notevole interesse per la conservazione e il riutilizzo di tali dati. I motivi? L’importanza che si dà ai dati per la promozione dell’innovazione scientifica e tecnologica da un lato, e dall’altro, il risparmio che rappresenterebbe il poter usufruire di dati già esistenti per progetti di ricerca futuri (riutilizzo). In alcuni ambiti scientifici, specialmente in biomedicina, gli autori devono inviare i dati, (sequenze di DNA, ecc.) a questo tipo di depositi prima di pubblicare i risultati.
Uno dei primi esempi di deposito di dati lo troviamo nella Gen Bank, la banca di sequenze genetiche, che fu stabilita a partire dall’accordo del 1996 dei principi o accordi di Bermuda, che volevano offrire un servizio affinché i ricercatori condividessero liberamente i dati pre-pubblicati di sequenze genetiche. L’obiettivo era quello di facilitare il libero accesso alle sequenze (rendendole di dominio pubblico) per massimizzare i benefici alla società nell’ambito della I+D.
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